Quelli trascorsi sono stati mesi di calcio bollente non per quanto riguarda le partite giocate ma per quelle legali in cui il tribunale federale ha sostituito il campo.
Solo ieri è arrivata la decisione di applicare tre punti di penalizzazione al Chievo Verona da scontare nella stagione appena iniziata, a fronte dei 15 richiesti – sia durante il primo processo annullato per improcedibilità – sia in questo bis a cui ha fatto seguito un’ammenda di 200.000 euro e tre mesi di inibizione a Campedelli.
La società clivense, assieme all’oramai vecchio Cesena, era stata oggetto di un procedimento a seguito di azioni istruttorie che aveano portato a rilevare delle operazioni di plusvalenze ritenute fittizie.
Contro il Cesena invece, il tribunale si è pronunciato sulla non procedibilità per intervenuta revoca nell’affiliazione.
Questo caso, che si va ad aggiungere a quelli che hanno visto protagonisti club di Serie B e Lega Pro, arrivando nell’arco di quindici anni ha contar 150 società fallite, ha fatto riaccendere le discussioni in merito alla giustizia sportiva e ad una riforma che si preannuncia indispensabile per il corretto proseguimento di questo sport.
Sull’argomento è intervenuto Matteo Marani, che attraverso un editoriale su Sky ha ribadito la propria idea:”Credo sia una sconfitta per la giustizia sportiva che in questo momento palesa tutte le sue difficoltà, in questo momento anche nel portare avanti la più semplice e ordinaria procedura. Il Tribunale Federale che ha dato 3 punti al Chievo, esattamente a luglio ne aveva dati 15 al Cesena, che poi sono stati cancellati perché proprio il ricorso del Chievo aveva portato all’annullamento. Siamo di fronte ad un Tribunale Federale che nel giro di poche settimane arriva a ribaltare completamente la decisione. E’ l’ennesima pagina di una giustizia sportiva che fa una fatica ad andare avanti ed ha bisogno di una riforma seria e profonda”.
Marani ha poi parlato di una riforma che a suo dire è indispensabile per bilanciare il lavoro dei tribunali fallimentari che si stanno imponendo in questo genere di situazioni calcistiche:” Non si regge da un punto di vista tecnico-calcistico, non si regge da un punto di vista della giustizia e da quello strutturale: la riforma non è necessaria, è indispensabile. In 15 anni sono fallite 150 società, una morìa. Sicuramente bisogna andare incontro ad una riduzione: tempo fa dissi che le riforme le avrebbero fatte non la Federazione, ma sono i tribunali fallimentari che oggi stanno ridisegnando il calcio italiano”.
Chiara Vernini