Manca davvero meno di un mese all’inizio di una nuova stagione di Serie A. Calciofili e calciofile incalliti unitevi e alzate i vostri calici perché le domeniche pomeriggio sul divano avranno di nuovo un senso. E, se vogliamo dirla tutta, anche i sabati pomeriggio, i sabati sera, il pranzo della domenica e chissà se tornerà anche il monday night, non si sa mai se dovremo tornare a chiedere un’ora di permesso in ufficio perché il prepartita va in onda alle 20 e il tempo di riordinare i documenti, prendere il tram, inveire contro il traffico, trovare parcheggio, eccetera non ci faccia perdere le immagini esclusive dagli spogliatoi (che, diciamocelo, sono parecchio apprezzabili).
Noi siamo prontissime, come tutta l’Italia sportiva. Ma le vere protagoniste di tutto l’ambaradan sono pronte? Difficile da dire, soprattutto finché il buon signor Calciomercato terrà aperte le proprie porte, quelle dei sogni e quelle della discordia.
Le porte dei sogni sono rigorosamente a tinte rossonere e con gli occhi a mandorla, con Fassone e Mirabelli a regalare ai tifosi gli orgasmi migliori di una vita intera che Belen levati. Sogna sempre e ancora la Torino bianconera che accoglie Douglas Costa e Bernardeschi (e c’è anche De Sciglio) ma perde Bonucci, già pronto a nuove entusiasmanti risse nel nuovo spogliatoio, non ultima “Kessié dammi la 19 che sennò te meno”.
Sogna anche la Milano nerazzurra… nel senso che sogna un colpo di mercato e si risveglia in preda al pensiero dei cugini scatenati sul mercato e che giocano già in Europa perché anche se la scorsa stagione ho giocato con Paletta e Lapadula ho anche avuto un allenatore più o meno fisso.
Poi ci sono le romane. La gara è tra l’outlet giallorosso e l’oculata aquila che, per esempio, vende solo i best of the bests: dopo BigLia (rigorosamente pronunciato in castillano) venduto a una squadra a caso (il Milan) e Keita quasi andato, c’è ancora tempo per dare via anche Milinkovic-Savic, solo che Lotito, si sa, le cose le fa un po’ per volta.
Si potrebbe continuare col bel Napoli e con il simpatico DeLa che annuncia, come di consueto, “siamo apposto così, siamo già forti, anche quest’anno faremo centinaia di gol”: folla impazzita e morale alle stelle, mentre il buon Sarri aspira una sigaretta dopo l’altra (e chissà se concorde con la suddetta filosofia). C’è ancora la solitaria Fiorentina, anima triste, cuore emo. Ed è pure in vendita. E poi vuoi mettere la cassanata del secolo? Con il Verona che quasi preferisce sparire dal calcio che conta piuttosto che ripensare agli ultimi giorni trascorsi tra una conferenza in barese e un post della signora Carolina?
Direi che può bastare.
In fondo a noi tifosi interessa molto poco perché alla fine della fiera quello che conta è vedere rotolare quella palla. Lacrime e sorrisi compresi nel prezzo.
Consuelo Motta