Segnali incoraggianti e nuove motivazioni per una Roma in emergenza

Nonostante le tante defezioni la Roma sta stretta nel pareggio con l'Inter: segnali incoraggianti per i giallorossi

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Comincia con la notizia dell’ennesima defezione tra le fila dei giallorossi: Fazio non ce la fa ed al suo posto Juan Jesus. Un’ altra pedina che viene a mancare sulla scacchiera di Di Francesco e che sembra ridurre ancora le certezze di una squadra che è già stata provata dalle assenze importanti di De Rossi, Dzeko, Lorenzo Pellegrini ed El Shaarawy.

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

La Roma è in piena emergenza, guardando la panchina sono pochi i nomi rimasti su cui poter puntare e Alessio Riccardi e Zan Celar non rappresentano, con tutto il rispetto, le sostituzioni ideali.
Di Francesco mette Schick davanti con Florenzi, Zaniolo e Under a rimorchio, un 4-2-3-1 un po’ scomposto, perchè è spesso Kolarov a risalire, lasciando la difesa un po’ più leggera.
La pressione è tanta ma nei primi minuti la Roma cerca di gestire la palla, si fa pericolosa sottoporta ed il tiro che allerta Handanovic parte da una bella imbeccata di Zaniolo.
L’Inter, orfana di Nainggolan, studia l’avversario, ma almeno in questi primi minuti gli uomini di Di Francesco agganciano palloni e pressano l’avversario nella loro area.
L’arrangiamento nella formazione giallorossa pare aver messo scompiglio in quelle che potevano essere le aspettative dei nerazzurri, e il ruolo finalmente riconquistato di trequartista di Florenzi sembra funzionare da bilancia sulle palle filtranti.

(immagine calciomercato)

A fare la differenza Zaniolo: il classe 1999 non si fa scappare nulla, sempre presente nell’azione, recupera palloni e serve i compagni; peccato che nelle tre azioni decisive che lo hanno visto protagonista nel primo tempo, nessuno riesca a trovarsi al posto giusto, nel momento giusto, si spende per gli altri ma ha anche quella sana sfacciataggine che lo vede puntare la porta. A mancargli solo l’esperienza: la voglia, la grinta e la corsa lo accompagnano per tutta la partita, un baby fenomeno dalle qualità inaspettate che in un match di questo spessore può motivare anche i compagni più “anziani”.

Al 35′ episodio nettissimo: rigore negato per un fallo al limite dell’area di D’Ambrosio su Zaniolo, tutto regolare per Fabbri, tutto regolare per Rocchi, che fischia la ripresa del match regalando tra lo stupore generale l’azione del gol all’Inter. I nerazzurri partono in contropiede ed è proprio D’Ambrosio a dare l’imbeccata a Keita; traversone dalla destra e di piatto al volo l’ex Lazio centra la porta di Olsen.

Gli ospiti sembrano faticare ancora, il centrocampo di Spalletti punta sui palleggi di Brozovic, che con Joao Mario e Borja Valero conquistano palla ma la perdono con facilità e nelle ripartenze peccano di imprecisione. Perisic si rende protagonista di entrate pericolosissime: avverte il peso del match ma interpreta in modo troppo duro i recuperi sul portatore.
In forma anche Olsen, respinge con intelligenza e anticipa l’avversario: nulla può sui due gol dove a pasticciare è la difesa, con un Juan Jesus piuttosto fuori tempo per tutto il match.
Di Francesco fa un gran lavoro ed i raddoppi di Santon e Kolarov su Under e Florenzi rendono più dinamico il gioco sulle fasce, anche se è Santon a perdere spesso il tempo e la manovra sulla destra appare sempre troppo macchinosa: non fosse altro che grazie proprio agli scatti di Under arrivano le intuizioni più interessanti.

L’Inter si sveglia al 20′ con un colpo di testa di Perisic che quasi scavalca l’avversario colpendo l’incrocio dei pali, poi è la volta di Icardi che però perde il tempo su Olsen senza nemmeno rammaricarsene troppo. La squadra di casa seppur con fatica cerca di chiudere gli spazi, è più attenta alle marcature e cerca di restare corta.
Il contropiede che potrebbe cambiare la partita ce l’ha sui piedi Florenzi, fluido lo scambio con Schick che restituisce il pallone sottoporta al numero 24, l’arrembante Florenzi colpisce il palo. Come dicevamo, l’avanzamento in campo del “Jolly” giallorosso rinfranca il morale e la è sotto gli occhi di tutti.

La Roma disputa una bel match ma a viziare il risultato, ancora una volta, un episodio che incrina gli equilibri aggiungendo nervosismo in campo, la Roma sceglie il silenzio stampa dopo la gara, ma a metterci la faccia va un Totti piuttosto polemico che senza peli sulla lingua  irride la classe arbitrale e le scelte tecniche legate all’uso del VAR.
Benchè nel rettangolo a fare la differenza sia stata la Roma il primo tempo si chiude con il vantaggio degli ospiti, immeritato e dettato da un vizio di forma.
Il VAR tanto osannato e aclamato nella maggior parte dei casi non ha modo di poter dire la sua. Il rigore negato alla Roma rimette in discussione una classe arbitrale che potrebbe venir riabilitata se solo questo strumento fosse impiegato, non a caso l’azione del gol interista sopraggiunge esattamente un minuto dopo l’episodio incriminato; a maggior riprova di come un semplice gesto possa decidere le sorti in campo dell’una o dell’altra squadra.

(immagine lettera43)

Nel secondo tempo la squadra di casa prova a ripartire con cattiveria: stenta un po’ nel contenere un’ Inter forte del vantaggio, ma il contropiede della Roma stavolta non lascia scampo: cross di Cristante per Under che in corsa dai 25 metri tira una sassata direttamente alle spalle di Handanovic che non prova nemmeno la reazione.
Spalletti rimugina e mette dentro Politano, il suo 4-2-3-1 sembra più leggero rispetto allo schema giallorosso, D’Ambrosio e De Vrij cercano di innervosire l’avversario, ma Under e Zaniolo sgusciano via agilmente, mentre al lavoro sporco pensa un Kolarov che non molla di un passo.

Un 1-1 che rimette benzina nelle gambe giallorosse.

L’Inter non ci sta ed insiste sui raddoppi e sulle azioni sottoporta gli uomini di Spalletti sembrano beffare i difensori giallorossi ma trovano in Olsen un valido muro. Icardi però aspetta il suo momento ed al 66′ da corner la butta di testa siglando il gol dell’1-2.
La mossa dalla panchina è immediata: dentro Kluivert per Santon, ma il vero problema è la mancanza di un vero attaccante che possa concludere in porta con freddezza e sicurezza. Schick ha l’ennesima occasione da titolare… sparisce in mezzo al campo, non partecipa, si isola e lascia i compagni ad inventarsi giocate e schemi.
Ancora una volta un episodio a cambiare la partita.

Il rigore concesso alla Roma sembra più un rigore da interpretazione, ha il sapore del risarcimento che mette la Roma su un piano completamente diverso, il gomito di Brozovic che anticipa Zaniolo nell’intervento allontana la palla ma il braccio sembra legato al corpo. Sul dischetto Kolarov che non sbaglia, angolino basso e freddezza senza eguali.
Il 2-2 va più stretto alla Roma che all’Inter, troppi errori e confusione d’intenti in un’Inter carica di responsabilità e nervosismo, un nervosismo palpabile anche sulla panchina tanto da richiamare l’arbitro che in un momento di totale confusione espelle Spalletti.

Fuori Zaniolo dentro Perotti: il numero 8 è al suo primo rientro dopo mesi di infortunio, un bel rientro che permette alla squadra di ritrovare una delle figure più importanti della passata stagione. Un po’ impreciso e in leggero ritardo, primi minuti nelle gambe e nella testa per un giocatore quasi sicuramente in partenza.

Segnali incoraggianti in questa Roma che ritrova motivazione e gioco, consapevole di viaggiare sul binario giusto, mettendo in difficoltà un’ Inter carica di nomi ma povera di idee.

Laura Tarani