Se non ci fosse il calcio… Ci avete mai pensato? Nessuna tragedia, per carità, ma cosa cambierebbe? Come sarebbe la nostra vita senza? Proviamo a ipotizzarlo insieme.
Prima di tutto il lunedì passato a non commentare i risultati della giornata calcistica precedente sarebbe ancora più terribile di quanto già non lo sia per natura.
“Messi” sarebbe soltanto il participio passato dell’infinito “Mettere” e non uno dei calciatori più forti al mondo.
Dire 90 minuti, anziché un’ora e trenta, non avrebbe chissà quale senso; 4-4-2, 5-4-1, 3-4-3 sarebbero soltanto sequenze di numeri poco logiche. Ilaria D’Amico tratterebbe di gossip e Sandro Piccinini commenterebbe gare di scherma con il suo carismatico “Sciabolata lunga!”.
A cosa si “aggrapperebbero” gli uomini per dimostrare la loro superiorità nel caso in cui le donne non sarebbero più tenute a capire un fuorigioco?
E senza “Amore questa sera vado a giocare a calcetto con gli amici” a quale altra bugia dovrebbero credere le donne?
Saremmo tutti italiani e non Milanisti, Juventini, Interisti, Romanisti, Laziali…
Non ci sarebbe alcun “Tutto lo stadio!”, “Siamo i campioni del mondo!”, “…D’Europa!”, “…D’Italia!”.
Nessun pronostico, anticipo, posticipo, preliminare, derby o scontro diretto.
Nessun salvatore della patria, nessun posto fisso sul divano, nessun rigore a segno o sbagliato.
Nessun bambino che prende a calci un sasso, nessun papà a comprare il completo da gara baby, nessuna bambina a sognare un calciatore.
Niente pallonetto, tiro in porta, goal in acrobazia, dribbling e parata miracolosa.
Niente tifo, niente esultanza, niente lacrime, niente rabbia.
Avendo dunque appurato la maggior parte di ciò che cambierebbe se non ci fosse il calcio, la domanda sorge spontanea: riuscireste a farne a meno?
Chiara Lomuscio