Sassuolo, Dionisi, vola in alto contro le big ma resta con i piedi per terra

Ennesima soddisfazione per il Sassuolo di Alessio Dionisi, che domenica scorsa ha conquistato, e meritato, la vittoria in casa dell’Inter

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Fonte: Profilo Twitter U.S. Sassuolo

Ennesima soddisfazione per il Sassuolo di Alessio Dionisi, che domenica scorsa ha conquistato, e meritato, la vittoria in casa dell’Inter senza subire reti.

La squadra sembra reagire bene alla pressione data dallo scontro con le big: ad ottobre a farne le spese era stata la Juventus all’Allianz Stadium e alla 14° giornata lo schiacciante 1-3 contro il Milan aveva dato modo di intendere ulteriormente la qualità dei neroverdi.
Da non tralasciare poi il pareggio contro il Napoli, che aveva permesso a Milan e Inter di accorciare le distanze dall’allora capolista.

Dionisi nel post-partita a San Siro dopo lo 0-2 ai nerazzurri non ha nascosto il suo scetticismo di inizio campionato in previsione di questi scontri:

“A inizio stagione non ci avrei creduto se mi avessero annunciato questi nove punti in casa di Juventus, Milan e Inter, però lavoriamo per questo”.

D’altronde, sfidare le prime in classifica è sempre un salto nel vuoto. Lo è meno, però, se arrivi preparato. E il Sassuolo si è fatto trovare più che preparato, grazie ad un allenatore che ha saputo impiegare bene i suoi 11.

Pur partendo da sfavorita, la squadra di Dionisi ha potuto comunque puntare, e sfruttare, alcuni elementi vantaggiosi: la sconfitta contro il Liverpool all’andata di Champions ha sicuramente inciso psicologicamente, ma soprattutto fisicamente, sui nerazzurri che fin dai primi minuti sono apparsi stanchi (e distratti). Inoltre, la mancanza di una regista come Brozović a centrocampo e di Bastoni tra i tre della difesa si è fatta pesantemente sentire.

Ma quello che è mancato di più all’Inter è stato di certo il giusto atteggiamento: se non scendi in campo con l’idea di volerti portare a casa il match, difficilmente ne esci vincitore. Da una squadra che è nel pieno della lotta scudetto ci si aspetta ben altro rispetto a quel che abbiamo visto nella prestazione contro il Sassuolo: un mix tra distrazioni e imprecisioni che, arrivati a questo punto, non sono più passabili.
Lo stesso Inzaghi si è mostrato deluso ai microfoni di Dazn:

“Sono molto arrabbiato per l’approccio, il Sassuolo aveva vinto qui con il Milan e poi con la Juve. Una squadra che vuole vincere lo scudetto non può iniziare una partita in questo modo”.

D’altra parte, però, quel che va elogiato è invece il gioco degli avversari. Se da un lato i nerazzurri hanno fatto dei passi indietro, il Sassuolo ha invece dimostrato nuovamente di essere una squadra solida e con giocatori – alcuni in particolare – da non sottovalutare tecnicamente: Raspadori, Scamacca (i due marcatori), Traorè e Berardi.
Anche in porta, Andrea Consigli non si è fatto trovare impreparato: invalicabile nelle occasioni create dall’Inter.

Di questi potenziali top player si è parlato anche nel dopo partita, ma Dionisi ha voluto stemperare da subito l’entusiasmo, probabilmente con l’intenzione di spronare a fare sempre meglio:

“Credo che ad oggi l’unico che abbia già dimostrato è Domenico Berardi, gli altri sono all’inizio di un percorso, hanno alti e bassi e dobbiamo imparare tutti a meritarci questi palcoscenici perché per quello che abbiamo fatto oggi abbiamo perso delle occasioni precedenti e quindi dobbiamo essere bravi a capire questo. Però ovvio che avendo dei giovani con potenzialità cerchiamo di sfruttarli e loro sono bravi a mettersi a disposizione, e soprattutto anche giocatori più importanti ed esperti ad aiutarli a crescere”.

L’ex tecnico dell’Empoli, nella sua prima stagione in Serie A, si è mostrato quindi ovviamente soddisfatto ma con l’intenzione di non montarsi la testa e di non perdere di vista l’obiettivo, che lui si auspica essere la continuità: la chiave per puntare ad una posizione più alta in classifica è quella di non accontentarsi dei successi nei grandi match ma di sfruttarli per dare continuità alle prestazioni e raggiungere i risultati sperati.

Romina Sorbelli