Sarri ritorna nella sua Napoli da nemico.
E già, perché dal 16 giugno 2019 anche il tecnico bianconero entra a far parte della cerchia di traditori.
Al pari di Higuain, Quagliarella e altri che hanno osato accettare le lusinghe della Vecchia Signora.
Eppure chissà quali sono i veri sentimenti del Comandante e quelli del suo popolo.
Lui che – lo ha confessato apertamente durante la conferenza di presentazione alla Juventus – allenando il Napoli ha coronato un sogno.
Lui che ha ottenuto con la squadra azzurra risultati insperati, che hanno scaldato il cuore dei napoletani e nutrito le loro ambizioni tanto a lungo sopite.
Lui che con il suo Sarrismo è finito sulle pagine della Treccani, con la bellezza del gioco della sua squadra ha conquistato anche i più scettici, ha ispirato un gioco da tavolo e alimentato il canto di Anastasio:
Lo stesso cantante ha rinnegato la sua fonte di ispirazione, dicendo che da Rivoluzionario Sarri è diventato – in senso spregiativo – un Ragioniere.
Ma è veramente possibile cancellare tutto quello che Maurizio Sarri ha fatto a Napoli e con il Napoli? E soprattutto, è giusto?
È l’eterno dilemma delle bandiere – o degli uomini simbolo – che, per una serie di motivi che non staremo qui a elencare, prendono nella vita calcistica direzioni in precedenza inimmaginabili.
Il tormento legittimo di una tifoseria che vede colui che tanto ha rappresentato vestire i colori dell’avversaria più invisa.
Ben lo sanno i bianconeri che rivivono la stessa situazione con Antonio Conte, Capitano della Juve, allenatore della Rinascita ora alla guida dell’odiata Inter.
Sarri ha fatto dell’antidivismo il suo marchio di fabbrica, ritrovandosi a incarnare la lotta di una intera città contro l’archetipo del “potere”. Non lo aveva sicuramente previsto. E anche oggi che con quel potere ci ha a che fare tutti i giorni, ne sembra comunque distaccato, quasi avulso.
Ma quello che ha saputo rappresentare ha dell’ irripetibile.
Certe storie d’amore, per quanto terminate con un finale oserei dire traumatico, dovrebbero essere preservate. Sarri non ha mai avuto una parola contro il Napoli: sono sicura che per il suo seppur discreto universo emotivo sarà comunque una serata complessa.
Anche se ha dichiarato che per lui eventuali fischi saranno una manifestazione d’affetto.
Non posso né condannare, né assolvere il comportamento che il San Paolo riserverà a Maurizio Sarri. Trovo che sia un argomento delicato in cui giocano una serie di variabili che tirano in ballo troppi sentimenti.
Tuttavia, ritengo che la cosa più giusta l’abbia detta Raffaele Auriemma, notoriamente “estremo” nei suoi giudizi (soprattutto verso la Juve) che mi ha sorpreso con queste parole su Twitter:
Sarri voglio ricordarlo così e mi piacerebbe se il pubblico di Napoli domenica lo accogliesse come lui fa in questa foto: con un applauso. Trovo stucchevole ed anche un po' provinciale questa storia dei "traditori": ma voi al posto suo, cosa avreste fatto?#NapoliJuventus #FNS pic.twitter.com/undDlvgK3l
— Raffaele Auriemma (@RafAuriemma) January 24, 2020
Credo che cosa più sensata e saggia non potesse dire.
Daniela Russo