Sara Gama, un esempio per le giovani generazioni di donne

In un mondo di Influencer e successo facile ma futile, Sara Gama rappresenta un modello sano per le donne del domani

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I riccioloni, la pelle ambrata, un sorriso spontaneo, la caparbietà, l’essere calciatrice … Sara Gama si è sempre distinta.

In un mondo di Influencer e successo facile ma futile,
Sara Gama rappresenta un modello sano per le donne del domani

Capitano della Juventus Women e della Nazionale femminile, la dottoressa Gama (Sara è laureata in Lingue) è un modello positivo in grado di ispirare ogni bambina a perseguire sempre i propri sogni perché lei con serietà, passione e perseveranza ce l’ha fatta.

Simbolo della rivoluzione che sta portando avanti una generazione di calciatrici; simbolo di integrazione, e di conquiste ottenute con sudore, delusioni, rinunce.

Nel suo quotidiano, Sara è una donna impegnata sia a livello sportivo, sia culturale, sia dal punto di vista dei diritti civili.

 

Nata a Trieste, padre congolese e madre italiana, Gama non si è mai sentita discriminata per il colore della pelle o i riccioloni afro, sottolineando, ogni volta che la questione è stata tirata in ballo, come l’Italia sia un paese campione nell’accoglienza che forse soffre più di ignoranza che di razzismo vero e proprio.

La sua forza: non vedere limiti ma prospettive.
Questo il suo mantra per affrontare la vita e scalare gli obiettivi prefissati.

Tavagnacco, Chiasiellis, Pali Blues (negli USA), Brescia, Paris Saint Germain e infine Juventus; poi la maglia azzurra dell’Italia (dalle giovanili alla maggiore): Gama è una delle giocatrici italiane più internazionali e conosciute anche all’estero.

Una notorietà consacrata dalla creazione di una Barbie a lei ispirata dedicata alle 17 personalità femminile internazionali che “hanno saputo diventare fonte di ispirazione per le generazioni di ragazze del futuro”.

Sara è  storia del calcio femminile italiano, è storia di donne che lottano contro stereotipi

Nonostante tutto, la specialità di Gama sta nell’essere una Donna semplice, di quelle che nella vita investono su sè stesse e sui propri valori e hanno tenacia.

Si definisce «grande fan del divano e delle dormite», ama viaggiare, il cinema e la musica: «Passo dall’house al regaetton. Apprezzo Justin Timberlake perché è un artista completo, canta, balla, recita. Ascolto anche Celetano, Mina, Cocciante… Quando ero a Parigi suonavo la chitarra e colleziono cd».

Consigliera federale della Figc, presidente della Commissione sviluppo del calcio femminile, Sara è simbolo del rinnovamento, è la risposta ai pregiudizi e ai luoghi comuni, è una Donna che ha fatto la storia.

 

Caterina Autiero

 

1 commento

  1. Sara è triestina come me , una mia concittadina che io conosco da quando aveva 7 anni e la portavo insieme a mio figlio al campo del ZAULE per le partite dei pulcini . Sono momenti che io ricordo e ricorderò sempre con grande piacere. Grande Sara !!!

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