Walter Samuel dice addio al calcio giocato e decide di appendere le scarpette al chiodo. Storico giocatore dell’Inter, della Roma e del Real Madrid, dopo aver vinto una splendida collezione di trofei da esibire, dice basta.
37 anni e un passato da brividi quello dell’argentino. Brividi come quelli che scorrevano lungo le gambe degli avversari quando galoppando verso la porta se lo trovavano davanti che con decisione, tenacia, forza e tecnica diceva quasi sempre di ” no, di qui non si passa“, infatti dalle sue parti non si passava facilmente. La difesa era invalicabile quasi quanto un immenso muro; muro proprio come lui: Walter Samuel, non a caso denominato “The Wall“.
Una delle pietre miliari dell’Inter del Triplete, uno che non si lasciò intimorire neppure dalla pulce e che Juve e Milan ricordano anche per la pericolosità nei corner a buttarla dentro con freddezza e decisione. Vincente già ai tempi del Boca Juniors, passa alla Roma nel 2000 sotto precisa richiesta di Capello. Arriva nella Capitale e vince il suo primo scudetto e la Supercoppa italiana guadagnandosi un posto da titolare in nazionale. Dopo quattro anni in giallorosso è la volta di volare a Madrid dove resterà soltanto per una stagione trasferendosi, l’anno successivo a Milano (sponda nerazzurra) dove vince tutto: cinque scudetti, quattro supercoppe, tre coppe italia, una coppa del mondo e una Champions League.
Nel 2014 si trasferisce al Basilea dove finirà la sua carriera a fine stagione. Samuel lo ha annunciato da poco dicendo:”Arriva un momento in cui bisogna ascoltare il proprio corpo. Se tutto fa male, poi anche la mente tende a stancarsi. Avrei ancora voglia di giocare ma ora ho difficoltà fisiche. Per me non è una decisione facile. Ho bisogno di più tempo per recuperare rispetto a prima. I ragazzi il giorno dopo la partita sono di nuovo in forma, io ho bisogno di due o tre giorni. Cerco di fare il meglio, ma non sarà mai come prima” .
Ricorda, inoltre, con affetto anche il lavoro svolto con gli allenatori che lo hanno seguito con gli anni: Maradona in quanto tecnico della nazionale argentina durante il mondiale del Sud Africa, Mourinho definendolo “molto conflittuale” in pubblico ma un grande uomo per chi lo conosce davvero, specie negli spogliatoi. E’ proprio lo spogliatoio quello che mancherà di più a Walter Samuel: “Uno è così abituato. E’ come a scuola, non appena sei in vacanza non vedi l’ora di tornare, parlare con i colleghi, fare scherzi, vedere se qualcuno di nuovo è arrivato. Naturalmente mi mancheranno anche le emozioni. Io non sono fatto di pietra, mescolo i momenti. Dovrò trovare qualcosa che mi tiene occupato. Sono ancora giovane ma non per fare il calciatore”.
Egle Patanè
(*immagine da hdtimes.it)