La piccola Sampdoria nel 1982 si tolse la soddisfazione di battere in casa la Juventus stellare di Platini e Boniek: un incredibile 1-0 che regalò un sorriso super anche ai giocatori della storica “schedina”
E’ la prima giornata del campionato 1982/83, quello immediatamente dopo il Mondiale di Spagna che ha visto l’insperato trionfo degli Azzurri. La Juventus Campione d’Italia esordisce a Marassi contro una Sampdoria che ha appena ritrovato la Serie A. Una sfida assolutamente impari, una piccola contro una gigante: è la Juve dei Campioni del Mondo più i neo acquisti Platini e Boniek, una corazzata progettata per vincere tutto.
Nelle fila blucerchiate c’è invece William Brady, l’irlandese che a malicuore ha dovuto lasciare Madama per fare posto al nobile transalpino col numero 10: Michel Platini, destinato a diventare sovrano assoluto di questa Signora. Esordisce con la Samp anche un ragazzino non ancora maggiorenne: è Roberto Mancini, acquistato dal Bologna in veste di straordinaria promessa e destinato a fare grandi cose con questa maglia accanto a Gianluca Vialli.
Ma nessuno di questi nomi sarà protagonista della partita: nè i grandi campioni nè le giovani stelle si distingueranno. In quel pomeriggio di fine estate sarà un terzino quasi sconosciuto a lasciare il suo segno nella storia: Mauro Ferroni, che qualche anno dopo vincerà un “leggendario” scudetto con il Verona. Mauro viene incaricato di non perdere mai di vista il capocannoniere del Mundial Paolo Rossi; proprio “Pablito” al 67′ perde palla, Ferroni scaltro ne approfitta e dal limite dell’area scarica in porta un destro che fulmina Dino Zoff. La partita terminerà sull’uno a zero per la piccola Samp: la Juventus piena di gioielli non riesce a brillare e per tutto il campionato si dimostrerà estremanente imprevedibile e vulnerabile nelle gare in trasferta.
Una partita indimenticabile negli annali della Doria: l’unico gol in Serie A per Mauro Ferroni ha un peso specifico incredibile. Una sconfitta talmente imprevista e imprevedibile che sbanca al Totocalcio: i pochissimi “tredici” che avevano previsto la vittoria dei doriani si godono una vincita record che li sistema per un bel po’.
Quella rete di Ferroni è stata la sua unica in serie A, ma con un tale peso da essere stata rappresentata negli spogliatoi di Marassi: lui che annichilisce la Vecchia Signora è l’immagine un po’ sbiadita di un calcio che ricordiamo con nostalgia.
E’ l’emblema di una disparità che tutti vorrebbero azzerare: il perfetto compimento di Davide che batte Golia.
Daniela Russo