La celebre frase di Boniperti, slogan di numerosi successi bianconeri, “Alla Juve vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” va in contrapposizione con i verbi che coniugavano i rossoneri di Sacchi “Vincere, convincere, divertire“.
Questo è quanto emerge dalle dichiarazioni che l’ex c.t. ha rilasciato a Lapresse e che immancabilmente hanno generato polemiche.
Insomma, secondo Arrigo Sacchi, il limite della Juve sarebbero i verbi “[…] Ne coniuga uno: vincere. È una debolezza. Si dirà: ma in Italia continua a vincere. E io dirò: anche il Rosenborg vince sempre lo scudetto in Norvegia. Ma cosa conta è la Champions League e in Europa la Juventus fatica“.
Frecciatine dirette alla Juve senza, naturalmente, risparmiare il tecnico (con il quale già in passato si è scontrato) “Io divido gli allenatori in tre categorie. La prima è quella che comprende un piccolo drappello di geni, di innovatori, che mettono il gioco al centro del loro progetto. La seconda è quella degli orecchianti che seguono la moda senza sapere un granché. La terza riguarda quelli orgogliosamente aggrappati al passato, che fanno della tattica esasperata il loro modus operandi, che sono ingessati a un solo sistema di gioco. Max è una via di mezzo tra le prime due: è un grande tattico, sa cambiare in corsa, però non deve accontentarsi solo di vincere“.
Allegri, alla vigilia della gara di campionato contro il Sassuolo e con l’ impegno di Champions alle porte, getta acqua sul fuoco e non cede alla provocazione: “Sacchi sostiene che io sia un orecchiante, uno che scopiazza? Nessuno nasce imparato, e poi bisogna anche saper copiare. Ma ad Arrigo voglio bene, e poi è una persona di 70 anni…– e aggiunge- La Juve sa vincere ma non convincere? Non ho niente da rispondere, rispetto le idee di tutti, il calcio è opinabile…” … come dargli torto?
Caterina Autiero