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Ryan Gravenberch, troppo facile chiamarlo “nuovo Pogba”

Ryan Gravenberch, un predestinato alla corte olandese

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Fonte immagine prof Twitter Gravenberch

 Ryan Gravenberch, ovvero il  “Talento olandese dell’anno”.

Il giovane classe 2002, reduce da un’ottima stagione con la maglia dell’Ajax, ha ricevuto il prestigioso premio Johan Cruijff nella categoria Under 21,  distinguendosi come il talento più brillante in Eredivisie.

Tra l’altro, appena due giorni dopo il suo diciannovesimo compleanno.

Ryan Gravenberch
Fonte immagine pag Twitter Johan Cruijff

Ma Gravenberch, nato in Olanda da genitori surinamesi, sorprendentemente si mette in mostra già da due anni a questa parte.

Nel settembre 2018 diventa il più giovane a esordire nel campionato olandese: 16 anni e 180 giorni, battendo un record che apparteneva a Seedorf.

Tre giorni dopo, diventa il marcatore più giovane della storia dell’Ajax, in Coppa d’Olanda contro i dilettanti del Te Werve, battuti con il punteggio di 7-0.

Ryan e il fratello maggiore Danzell muovono i primi passi nel mondo dello sport a Amsterdam, ma non solo. Il calcio a casa Gravenberch è, per così dire, un vizio di famiglia.

Difatti, anche i genitori dei due ragazzi sono appassionati e  hanno giocato a calcio, trasmettendo inevitabilmente passione e sogni ai loro figli.

Mamma Aretha e papà Ryan Senior hanno entrambi un passato come centrocampisti a livello amatoriale. Suo padre ha partecipato anche al consiglio di amministrazione della squadra dello Zuildoost United.

I fratelli Gravenberch vivono la loro avventura quasi in simbiosi durante la loro infanzia.

Ryan a soli 8 anni gioca già nello Zeeburgia, società di Amsterdam soprannominata “Rojal supplier”, per il contributo dato alla formazione di giovani promesse.

Sempre nel 2010 raggiunge Danzell nelle giovanili dell’ Ajax.

Nessuno avrebbe immaginato una scalata tanto rapida all’interno delle giovanili dei lancieri: dopo appena 8 anni, Ryan Gravenberch diventa titolare pressocché inamovibile in prima squadra.

Oltre al premio Cruijff, Ryan aveva già in precedenza conquistato quello “Abdelhak Nouri”, riconoscimento al miglior talento dell’ Accademia dell’Ajax. È proprio in occasione della premiazione che il giovanissimo calciatore firma il suo primo contratto per il celeberrimo club olandese.

Gravenberch si colloca in una dimensione temporale in cui l’Ajax, dopo i fasti di Champions e le cessioni illustrissime di Matthijs de Ligt e Frenkje de Jong, va incontro a un ricambio generazionale.

La sua crescita esponenziale lo ha portato a “bruciare le tappe” anche in Nazionale, dove ha esordito lo scorso 24 marzo. Mese in cui ha conquistato anche il premio di miglior giocatore del mese di marzo: il Van Basten Award.

Il ragazzo, da tempo bollato come un predestinato, convive sin da subito con un paragone impegnativo nel mondo del calcio, un paragone veritiero ma allo stesso tempo riduttivo.

Alto, prestante ma elegante nei movimenti, sin dalle prime osservazioni il giovane Ryan si è sentito nominare come il “nuovo Paul Pogba”.

E al primo impatto, il confronto  sembra quasi scontato e inevitabile.

Dall’alto del suo metro e novanta, con quella muscolatura potente e quella capacità di sgusciare dagli ingorghi grazie alle sue lunghe gambe.

Stupisce – qualità spiccatissima nonostante la gioventù – la lettura del gioco, la capacità di distribuire palle pulite, la protezione della sfera.

L’intelligenza nel riconvertire la sua stazza in movimenti nitidi e efficaci.

Non è un caso, infatti, che il centrocampista sappia sfuggire alla trappola delle continue ammonizione proprio per la capacità di non incappare in palle o interventi “sporchi”. Questo già a 19 anni…

Nel corso della sua giovanissima e precoce carriera, Gravenberch è stato spostato in varie zone del campo. I livelli giovanili lo hanno visto attaccante o anche ala sinistra, addirittura terzino.

 Il giocatore, come oggi è ben chiaro a tutti, dà il meglio di sé in mezzo al campo.

Che sia come interno sia in posizione più avanzata, viste le doti fisiche che ne fanno un “muro” davanti alla difesa, combinate con la notevole tecnica. Insomma, non gli manca veramente nulla per essere fondamentale in entrambe le fasi di gioco.

Tuttavia chiamarlo “nuovo Pogba” sembra ingeneroso nei confronti del talento dei Paesi Bassi.

È ovvio che debba crescere ancora per arrivare alla consacrazione definitiva e probabilmente questo Europeo potrebbe essere il primo passo verso un’ulteriore maturazione del centrocampista.

Per questo Ryan Gravenberch ha bisogno di essere solo se stesso, allontanandosi da modelli e somiglianze che potrebbero infine risultare più dannosi che utili.

Vedremo cosa accadrà nel prosieguo di questi campionati europei per l’Olanda e se soprattutto Ryan riuscirà a impattare maggiormente nel proprio undici. Al momento si è conquistato – neanche a dirlo – l’ennesimo record:

Gli arancioni, infatti, hanno chiuso il loro girone a punteggio pieno e conservano saldamente il loro status di una delle Nazionali favorite per il titolo.

La qualità nella selezione olandese non manca e non è strano che a oggi De Boer lo abbia centellinato. Ma da questo momento in poi, complici le fasi a eliminazione diretta, una risorsa come Ryan Gravenberch potrebbe rivelarsi più che preziosa.

Daniela Russo

 

 

 

 

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