Del Gruppo A, il primo qualificato agli ottavi, è l’Uruguay a presentarsi da testa di serie del girone trionfando 3-0 sulla Russia. Prima con 9 punti e 3 vittorie su 3 partite, sarà la Celeste a sfidare i secondi classificati del girone B: i lusitani.
Il Portogallo arriva in seconda posizione dietro i vicini di casa con 5 punti e 5 gol fatti al fronte dei 4 subiti, concludendo con il secondo pareggio, dopo il primo ottenuto con la Spagna all’esordio, grazie alla rete di Quaresma ai danni dell’Iran.
E’ il terzo incontro della storia tra le due compagini, per la prima volta contro ad un mondiale.
Faccia a faccia: Uruguay e Portogallo
L’Uruguay pericolosa nei calci da fermo (i cinque gol realizzati nascono da una situazione di palla inattiva 3 angoli, 2 punizioni) scenderà in campo molto probabilmente con un 3-5-2 conosciuti al calcio italiano. Edinson Cavani è la punta del diamante della Celeste, 270 minuti giocati e un gol messo a segno contro i padroni di casa è l’uomo che può fare la differenza.
Non soltanto el Matador. Nella rosa di Tabarez stanno trovando parecchio spazio anche Bentancur e Vecino. Occhi puntati anche sul giocatore del Boca Junior Nandez. Mentre Carlos Sanchez con 2 assist, detiene il maggior numero di assist della competizione.
Il Portogallo risponde bene in fase d’attacco con 2 goal da calcio piazzato dei 5 totali messi a segno, un rigore, e due da azione.
CR7 a segno 4 volte, secondo a nella classifica marcatori dietro di un gol ad Harry Kane.
I lusitani puntano sulle fasce, e sfruttano la qualità dei singoli. Non brilla particolarmente il reparto offensivo, ad eccezione di Ronaldo; un po’ deludente finora.
Pare si vada verso l’esclusione del rossonero André Silva, al contrario dovrebbe esserci l’ex nerazzurro Joao Mario.
Il centrocampo
L’Uruguay
Il centrocampo uruguaiano, ben disposto a creare una barriera difensiva alta, attribuendo agli esterni la funzione di mezz’ala che possano sfruttare le corsie laterali per i guizzi in avanti a supporto delle due punte, Suarez Cavani. I due esterni di centrocampo americani sono il pluricitato Nandez e Laxalt. Nandez del Boca Juniors è un calciatore completo, che nasce come trequartista ma può giocare anche come centrocampista esterno, dal lato opposto rispetto a Laxalt.
Il centrocampo…all’italiana
Il centrocampista del Genoa ha giocato 223 minuti giocati, 2 presenze su 3, ha conquistato la fiducia del mister con l’assist servito sulla seconda rete venuta fuori dall’autogol di Cheryshev e potrebbe comparire nella lista dei titolari. Ha assistito dalla panchina alla prima partita contro l’Egitto, per poi subentrare a partita in corso contro l’Arabia e giocare da titolare contro la Russia. In mezzo Rodigo Bentancur, Matias Vecino e Lucas Torreira. Il primo titolare sin dalla prima partita nella sua prima esperienza ad un Mondiale, il centrocampista bianconero ha totalizzato 243 minuti in mediana; il secondo, centrocampista interista dopo un finale di stagione estasiante a livello personale, grazie al gol del vantaggio che è valso la qualificazione in UCL, è stato titolare in tutti e tre i match e sarà con altissime probabilità tra gli undici titolari di questa sera; il terzo, ventiduenne blucerchiato tre presenze, un minutaggio in crescendo che dai tre minuti della prima partita, alla titolarità della partita con la Russia, passando per la mezzora contro l’Arabia, subentrato a Vecino.
Il Portogallo
Il centrocampo a 4 di Perez, è volto al supporto difensivo alla prima linea oltre Rui Patricio ma che possa permettere una manovra offensiva che punti sulle fasce. Carvalho, 3 presenze 270 minuti tutte tre presenze da titolare, potrebbe anche ricoprire il ruolo di difensore centrale malgrado la sua posizione migliore sia quella di mediano. Finora è stato utilizzato da Perez come centrale di centrocampo nel 4-4-2 a fianco di Adrien Silva, entrambi retrocedono arretrano in mediana dando una mano in fase difensiva mentre i due esterni spingono in avanti dalle fasce.
Il centrocampo…all’italiana
I due esterni di centrocampo della compagine iberica vanta da un lato Joao Mario che finora ha collezionato 3 presenze e 176 minuti giocati: in campo soltanto una ventina di minuti all’esordio contro la Spagna, per poi giocare da titolare le successive due partite giocando rispettivamente 70 e 84 minuti. Sull’altro versante un altro ex nerazzurro che non ha brillato tra le righe della beneamata e che nel corso della sua carriera ha ricevuto meno di quanto avrebbe potuto, Ricardo Quaresma.
La trivela di Quaresma
Il gol del numero 20 del Portogallo è passato alla storia come la prima rete segnata dal giocatore più anziano alla sua prima presenza in un mondiale.
A 34 anni Quaresma è ancora un duro a morire. Arrivando in diagonale al limite dell’area, il piede colpisce, secondo una bassissima percentuale di riuscita, lì dove i calcoli non arrivano, la palla spaccando l’attimo.
Colpendola a mo di sciabola tagliandola dal basso verso l’altro, eseguendo la parabola lunga a a giro che ha scritto la storia dei suoi piedi: la trivela.
Croce e delizia, la trivela di Ricardo Quaresma, riuscita così poche volte nella vita da non essere apprezzata per quanto merita, per il valore che assumerebbe se solo ci soffermassimo ad assaporarla.
Acclamato e deriso, capito e condannato, l’anziano centrocampista trentaquattrenne del Besiktas (ne ha eseguita una lo scorso febbraio durante un derby contro il Fenerbache) è riuscito a servire la migliore delle sue specialità nella migliore delle avventure.
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Egle Patanè