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Russia 2018, Gruppo F: è la volta di Corea del Sud-Messico e Germania-Svezia

Tante sorprese in questo girone, con i Campioni del Mondo battuti dal Messico che è in testa insieme alla Svezia. Muller incontra la Svezia di Berg; Lozano vuole trascinare i messicani anche contro Hwang Hee-Chan e compagni

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Ritorna in campo il Gruppo F, Messico e Svezia dominano mentre Germania e Svezia cercano il riscatto

Tante sorprese anche in questo girone, con i Campioni del Mondo battuti dal Messico che vola in testa alla classifica del girone insieme alla Svezia.
La Germania conferma le brutte prestazioni viste nelle amichevoli di preparazione e Löw non convince in quanto a modulo e scelte tattiche.
Sembra efficacie invece la strategia di gioco di Osorio, che ha capito come compensare le lacune individuali della sua squadra.
A quota zero punti c’è anche la Corea del Sud che soccombe alla Svezia in una partita abbastanza noiosa, che gli svedesi riescono a vincere grazie ad un rigore.

Classifica del girone 
Messico 3 PUNTI
Svezia 3 PUNTI
Corea del Sud 0 PUNTI
Germania 0 PUNTI


Corea del Sud-Messico, come ai Mondiali del ’98

La Corea è alla ricerca del riscatto, il Messico di conferme: se la Germania continuasse a ripetere prestazioni brutte come quella d’esordio allora i messicani sarebbero in lizza per passare il girone da primi assoluti.

Capita per la seconda volta nella loro storia che Corea del Sud e Messico si fronteggino in una Coppa del Mondo; la prima fu ai Mondiali di Francia del 1998, nella fase a gironi, dove i messicani trionfarono per 3-1 e si qualificarono come secondi.

In quell’edizione la Corea riuscì a conquistare solo un punto.

Gli altri scontri ufficiali capitano in occasione della Confederations Cup del 2001 e durante la Gold Cup dell’anno successivo ed entrambe le partite furono vinte dai coreani.

Le sfide più recenti sono invece due amichevoli in cui le due nazionali si sono divise una vittoria a testa.

La sfida nella sfida è tra Hirving Lozano e Hwang Hee-Chan

Sicuramente parecchi occhi saranno puntati sul giovane Hirving Lozano, l’ala sinistra del PSV che ha umiliato la Germania nella gara d’esordio.
Molti lo definiscono uno dei più grandi prospetti del calcio mondiale; ambidestro, molto veloce, abile negli inserimenti e nell’avanzamento palla al piede. Un predestinato, dicono, che al suo primo esordio in un club professionale – il Pachuca – ha segnato il goal decisivo che ha permesso ai suoi di sconfiggere il Club América.
In carriera per ora ha segnato 48 goal… e il ragazzo ha solo 22 anni!

Anche gli asiatici schierano un 22enne promettente, si tratta dell’attaccante del Salisburgo Hwang Hee-Chan.
Punta centrale
ma, all’occorrenza, grazie alla sua rapidità e all’uso di entrambi i piedi, può giocare in tutte le zone del reparto offensivo anche esterno destro o sinistro.
Arrivato in Europa nel 2015, quando la prima squadra di Salisburgo lo rileva dal Pohang Steelers per poi farlo crescere per un anno nella sua squadra satellite (il Liefering). Fa il suo esordio nella Bundesliga austriaca a fine 2015. Nella stagione successiva, arriva la consacrazione con una doppietta in Europa League contro il Nizza e 12 reti realizzate in campionato (poi vinto).

Alla prima uscita contro la Svezia si è divorato il gol del pari e la sua prestazione è stata al di sotto delle aspettative.

 

Federica Vitali


Classifica del girone 
Messico 3 PUNTI
Svezia 3 PUNTI
Corea del Sud 0 PUNTI
Germania 0 PUNTI

Germania-Svezia

Sfida tra due squadre che non sono mai state particolarmente a cuore a noi italiani, soprattutto negli ultimi tempi.
La Germania ha estremo bisogno di riprendersi per raggiungere la qualificazione e comportarsi da Campione del Mondo qual è.
La Svezia ha tre punti di vantaggio ma nonostante l’inizio difficile non può permettersi di sottovalutare i tedeschi.

Germania-Svezia è un classico delle partite internazionali, le due squadre si sono incontrate tantissime volte, e per ben 15 sono stati i tedeschi a trionfare. Anche le vittorie della Svezia non sono poche, ammontano a 12, però è sempre stata la Germania a segnare di più.

Una delle sfide più belle fu quella negli Europei del 1992, dove gli scandinavi padroni di casa – dopo aver superato un girone difficile – si arresero alla Germania che poi sarebbe arrivata seconda nella competizione.

Molti hanno criticato il ct tedesco Löw per il modulo e i cambi scelti nella partita d’esordio, ma anche alcuni dei giocatori fondamentali della Germania hanno deluso le aspettative.

La sfida nella sfida è tra Thomas Müller e Marcus Berg

Sotto la lente d’ingrandimento c’è Thomas Müller, l’attaccante prodigio del Bayern Monaco che dall’ultimo mondiale, dove quasi da solo annientò il Portogallo di CR7, ha avuto un po’ di stagioni difficili sia con il club che con la nazionale. Ha segnato 10 gol in due Mondiali: in Sudafrica 2010 ne aveva firmati cinque (con tre assist) – piazzandosi terzo dopo la sconfitta in semifinale con la Spagna – e in Brasile ne ha realizzati altri cinque, vincendo il Mondiale. Russia 2018 è il suo terzo Mondiale ed è l’unico presente ad esser già in doppia cifra: al momento si trova al 9° posto nella classifica dei marcatori più prolifici di sempre nella fase finale dei Mondiali.
Nella gara d’esordio è stato meccanico e non ha inciso: lui, insieme a tanti altri compagni, è chiamato a riscattare gli errori commessi contro il Messico.

Vola sulle ali dell’entusiasmo la Svezia, prima del girone.
Il focus è sul bomber della squadra.

Soprannominato fin da ragazzino “Svarte-Marcus”  (svartesta = nero: a causa del colore dei capelli e per i tanti gol segnati a livello giovanile, venendo accostato a  “Svarte Filip” Johansson, bomber del Göteborg negli anni ’20), stiamo parlando di Marcus Berg che, una volta lasciata la Svezia, è stato ribattezzato“Black Marcus”.
Dopo una La sua carriera iniziata in una delle squadre della sua città natale, nel 2003 è notato dal IFK Göteborg: in tre anni raccoglie 53 presenze realizzando 21 reti, oltre a 2 in Europa League e 6 gol in 4 gare nella Coppa Intertoto.
Nel 2007 inizia la carriera nei Paesi Bassi, al Groningen dove segna a raffica (44 centri in 69 partite) e convince l’Amburgo a investire su di lui. La vera consacrazione arriva nel 2013 con l’approdo al Panathinaikos: in tre stagioni totalizza 73 reti in 116 presenze. Numeri che, la scorsa estate, gli permettono di strappare un ricco contratto biennale all’Al-Ain Sports and Cultural Club, la squadra più titolata degli Emirati Arabi Uniti.
E’ reduce da una stagione, negli Emirati in cui ha collezionato 33 reti in 33 presenze tra campionato e coppa.

 

Federica Vitali