Russ, Acerbi e quello stesso tumore sconfitto

Acerbi e Russ hanno combattuto e vinto la partita più importante contro un tumore e per la prima volta si sono incontrati come avversari sul campo

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Lo hanno promesso e alla fine lo hanno fatto: Francesco Acerbi e Marco Russ dopo la partita di Europa League tra Eintracht e Lazio si sono scambiati la maglia, in segno di condivisione per un passato che li ha uniti pur vivendo in due paesi diversi.

I due difensori non vedevano l’ora di scontrarsi sul campo, dopo aver condiviso il dramma di  un cancro ai testicoli che ha messo a rischio la loro carriera. 

Acerbi ha scoperto il tumore nel 2013 in seguito a un controllo antidoping al quale ogni calciatore viene periodicamente sottoposto. Il difensore, che all’epoca era stato appena acquistato dal Sassuolo, è stato lontano dai campi di calcio per circa un anno e mezzo e al suo ritorno è diventato titolare fisso della squadra neroverde. La presenza costante di Acerbi anche nella formazione della Lazio è la prova tangibile che il male sia stato davvero sconfitto.

Anche Marco Russ ha scoperto il male durante un controllo medico nel maggio 2016 e a distanza di due anni lo abbiamo visto in campo in grandissima forma a trascinare la propria squadra verso la vittoria come un vero capitano. Marco Russ, a differenza di Acerbi, ha vestito un’unica e sola maglia di calcio, quella dell’Eintracht, che ha sostenuto il giocatore durante gli anni della malattia.

Acerbi e Russ hanno vinto la battaglia più importante contro un brutto male che spesso non lascia via di scampo; i due giocatori si sono cercati e confortati durante la malattia e per la prima volta,  si sono trovati uno contro l’altro.

Così, dopo 90 minuti di agonismo e subito dopo il fischio finale, Acerbi e Russ si sono scambiati la maglia come tanti giocatori avversari fanno al termine delle partite. Ma questa volta è un gesto emozionante,  che ha un significato molto più grande di un semplice rituale: entrambi hanno vinto la partita più importante, quella della vita sulla malattia.

Gisella Santoro