Rosalba Bruno, alla scoperta del mental coaching

Rosalba Bruno ci spiega il suo lavoro da Mental coach e perché sempre più persone, compresa la categoria dei calciatori, si rivolgono a professionisti come lei

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Rosalba Bruno

Rosalba Bruno:
“Allena e sperimenta il tuo cambiamento.
I sogni sono opportunità che si nascondono nella nostra mente … andiamoceli a prendere”

Chi è il mental Coach?
È colui che guarda alle persone in termini di potenzialità, assistendole nel loro processo di apprendimento, cambiamento ed innovazione.
Il mental coach aiuta il cliente ad incrementare il giusto livello di fiducia e motivazione al fine di sviluppare azioni mirate e tangibili che gli consentano di raggiungere i propri risultati.

Il calcio, da anni ormai, si avvale di figure come questa per migliorare le prestazioni dei professionisti. Per saperne di più incontriamo a questo proposito la Mental Coach, Rosalba Bruno.

Ciao Rosalba e grazie per essere qu. Raccontaci un po’ di te e come mai hai deciso di diventare una mental coach?

Partiamo dal mio background. Sono sempre stata incline e attenta all’altrui benessere, così da avvicinarmi allo studio della Psicologia intesa come comprensione dei più profondi meccanismi dell’essere umano. La consapevolezza unita al senso di responsabilità mi hanno portata a capire che ogni tipo di trasformazione ed evoluzione presupponeva un percorso di crescita, di rivisitazione di atteggiamenti autosabotanti, ma soprattutto ho compreso che non avrei mai potuto raggiungere i miei obiettivi standoli a guardare.

Intraprendo così il mio personale percorso, non solo accademico, perché volevo di più, volevo imparare a “fare” piuttosto che limitarmi a “comprendere”. Così un po’ per provarne l’effettivo potenziale, un po’ per l’innata dote di leggere ciò che non mi viene detto e di guidare l’altro verso la migliore versione di sé, ho scelto di intraprendere il Master in Mental Coaching acquisendo successivamente la qualifica di Certified Mental Coach, nazionale ed internazionale.

La mia missione è sempre stata quella di guidare alla scoperta di se stessi, e poi di aiutare a trovare il coraggio di essere “quel se stessi”.

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Qual’e’ la tipologia del tuo cliente, cioè chi si rivolge a te cosa vuole ottenere?

In quanto mental coach non c’è una specifica tipologia di clientela e soprattutto parto da un assunto imprescindibile: prima di diventare imprenditori, sportivi o professionisti di successo, siamo tutti esseri umani, persone con punti di forza e di debolezza che bramano dalla voglia di trovare all’interno di sé le giuste risposte, affinché possano sperimentare il proprio cambiamento, prendere coscienza delle proprie potenzialità e raggiungere i loro personali traguardi.

Qual è sostanzialmente la differenza tra psicologo e mental coach? Ci sono affinità o sono due percorsi totalmente differenti?

Si tratta di approcci completamente differenti: tipo di relazione, tempi, metodologie, scelte di intervento, costi e bisogni del cliente.

Nella sessione di coaching, il coach ed il coachee sono in una relazione paritaria. Il coach domanda, osserva, ascolta, non dà consigli o suggerimenti ma porta la persona attraverso domande efficaci a tirare fuori ciò che è già dentro di sé.

Nella psicologia il paziente si rivolge allo psicologo per chiedere aiuto, per risolvere problemi molto più radicati e complessi.

Altra cosa, il coaching è un approccio pragmatico, concreto, fondato sul passaggio dall’intenzionalità all’azione ed è basilare che il coachee abbia la voglia di sperimentarsi.

Modificare un approccio alla vita negativo è fattibile a tutte le età o vige il luogo comune che ad “una certa età non si cambia più?”

Vero che ad una certa età sono più radicate al proprio interno dinamiche che remano contro la voglia di mettersi in gioco e modificare aspetti o atteggiamenti reiterati. Uscire in parte dalla propria zona di comfort non è semplice così come fare i conti con le proprie resistenze a cambiare, ma tutto è modificabile così come l’importanza di darsi un’opportunità anche ad una “certa età”.

Tu hai seguito anche calciatori professionisti. È difficile promuovere l’efficienza di uno sportivo che vuole lavorare in una squadra ed stare sotto giudizio tutti i giorni?

Non è difficile, è impegnativo, questo sì! Molto dipende dalla voglia e dalla motivazione del calciatore ad emergere. Il giudizio è parte della vita stessa ma sta alla persona lavorare ed impegnarsi per dimostrare in primis a se stesso e poi agli altri di essere migliore e credere in ciò che si è e in ciò ciò si fa!

I miglioramenti sono scontati o la collaborazione del cliente è fondamentale?

Nulla è scontato se non arriva prima di tutto quella voglia a cambiare.
Prima di iniziare a costruire e modellare un percorso alla persona è fondamentale stabilire un rapporto di fiducia col coach.
Fidarsi ed affidarsi è importante così come è altrettanto importante lavorare per migliorarsi.

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Tu sei una tifosa Juventina e conosci il calcio mi puoi dare un parere su ciò che sta succedendo alla Juventus in questo momento?

La Juventus, ahimè, si è persa da un pezzo. Parlare della Juventus significa parlare di una società composta da più entità: dirigenza, allenatori, calciatori e tifoseria.
La Juventus è questa a mio avviso. Delegare la responsabilità ad un’unica entità descritta sarebbe folle è ingiustificato. Quello che mi viene da dire è che è fondamentale “correggere il tiro” su più fronti. È importante un comune impegno unito alla giusta motivazione di essere la differenza e oggi più che mai, di farla emergere.

Sei stata e lo sei tutt’ora una tifosa di Paulo Dybala, di cui hai anche scritto un articolo molto bello. Come hai vissuto la vicenda sofferta dalla tifoseria che ha visto tristemente allontanato il Campione dalla Juventus?

Questo non vale per tutta la tifoseria, parte era ben felice di salutare un campione sottostimato per molti è per questo desiderosi che “uscisse di scena”.

Non dimenticherò mai quel volto sofferto, triste e poco considerato nella serata del saluto a Chiellini, la scarsa considerazione nei riguardi di un ragazzo che non ha avuto modo di poter esprimere se stesso al meglio.

Cosa che, oggi, sta facendo alla Roma. Dove c’è cuore, valori e fiducia si è già a metà dell’opera! A chi non piace sentirsi ben accetti e ben voluti? Il resto lo farà lui, dimostrando il proprio valore!

Da quest’anno il calcio femminile in Italia è diventata finalmente una professione, hai seguito calciatrici durante la tua carriera?

Calciatrici no, pallavoliste, ginnaste ed altro si. Ma anche questa potrebbe essere una bella avventura!

Rosalba cosa vuoi dire a chi magari sta pensando ad un percorso con un Mental Coach ma ha una certa diffidenza?

Dico spesso che tante volte è più facile a farsi che a dirsi e dunque: pianifica, agisci, crea, evolvi! In altre parole, Credi in te!

Cinzia Fresia