L’umanità sta vivendo una vera e propria tragedia umana: è bastato un un virus per togliere le nostre certezze e la nostra libertà, non abbiamo difese e l’unica misura preventiva risulta la quarantena domiciliare.
Il Coronavirus ha sconvolto le nostre esistenze, le terapie farmacologiche sono sperimentali e l’elaborazione di un vaccino richiede del tempo. Nel frattempo Il Covid-19 come una saetta è arrivato anche nel mondo del calcio, producendo i primi contagi.
Le società hanno preso immediate misure, e nello specifico la Juventus tramite Andrea Agnelli ha invitato la popolazione a restare in quarantena a casa.
Una presa di posizione più che corretta, peccato che per alcuni giocatori della Juventus non sia stato così.
La società ha concesso delle deroghe ad alcuni giocatori: primo tra tutti Ronaldo, il quale è volato immediatamente a Madeira per stare con la famiglia.
A seguire Khedira, Higuain, Pianic, e Douglas Costa.
Sebbene questi siano stati sottoposti al tampone risultato negativo, ciò non li mette al riparo da eventuali contagi: il Covid-19 ha invaso il mondo e non si può escludere che possa colpire ovunque.
Molto strane queste concessioni da parte della Juventus, la quale non sa se questi giocatori potranno ritornare a Torino e qualora il ritorno fosse auspicabile i giocatori dovranno seguire comunque un percorso di quarantena.
Diverso invece l’atteggiamento di Paulo Dybala che ha deciso invece di dare il buon esempio restando a Torino con la sua Oriana. Paulo e la sua fidanzata sono positivi al test ma stanno bene, e continuano all’insegna del buon umore e della fiducia a restare a casa.
Un comportamento poco coerente da parte della Società torinese ad elargire queste deroghe, i motivi per i quali sono andati via non sono chiari e, sebbene Ronaldo e Higuain si siano recati dalle rispettive madri – ammalate per altri motivi – anche nel loro caso il viaggio non sembra la migliore delle decisioni.
Ci chiediamo se sia corretto che la società più importante d’Italia e con un centro medico proprio stia facendo distinzioni tra i giocatori: stare a casa è un sacrificio per tutti, ma è per la nostra stessa vita e quella degli altri. Rompere queste regole significa non uscirne più, oltre a creare malumori e problematiche dentro lo spogliatoio, come se non bastassero quelle già presenti.
Inoltre, proprio chi è ritenuto il più forte giocatore di calcio al mondo dovrebbe dare il buon esempio… Sinceramente non penso che la quarantena di questi personaggi sia da ritenersi una condanna considerate le loro lussuose abitazioni, provviste di aree esterne con piscine, pensiamo a chi sta osservando la quarantena in quattro persone magari in 50 metri quadrati, senza nessun tipo di privilegio, immaginiamo anche a chi ha avuto un parente anche stretto morto in ospedale senza il conforto della famiglia.
Apprezziamo sicuramente l’impegno della Juventus nel contenimento dell’epidemia al suo interno e la sincerità nel pubblicare i nomi dei contagiati, tuttavia la strategia manca di coerenza.
Attualmente si sta polemizzando contro l’ambiente del calcio ritenendolo troppo privilegiato, domandandosi per quale motivo i calciatori hanno effettuato il tampone mentre la gente comune con sintomi sia in attesa.
E’ bene che ogni società ristabilisca ordine e informi meglio i suoi giocatori dei rischi che corrono e che fanno correre a chi gli sta vicino, perché è un dato che magari non è stato recepito nel modo giusto.
Cinzia Fresia