Roma-Inter è il big match della settima giornata di Serie A. I giallorossi sono reduci dal pesante ko per 3-1 subito a Torino, i nerazzurri dal pareggio con il Bologna.
La partita tra Roma e Inter capita in un periodo in cui entrambe le formazioni hanno bisogno di vincere: i due tecnici hanno bisogno di trovare fiducia in un ambiente scosso da critiche, risultati e prestazioni altalenati, dichiarazioni esterne non di poco clamore.
Roma-Inter è anche la sfida tra due proprietà straniere, Usa vs Cina ma anche la sfida tra due bionde tutto pepe, Ilary e Wanda ma su tutte è la sfida del grande ex , Juan Jesus.
Questi e altri argomenti sono affrontati insieme alle nostre redattrici Egle Patanè e Chiara Vernini: entrambe prima tifose sfegatate poi serie professioniste.
L’andamento di entrambe le squadre è discontinuo, secondo voi da cosa deriva questa altalena di risultati e prestazioni?
Chiara: A parer mio il problema della Roma (se così può esser definito) è mentale. Ho sempre considerato l’atteggiamento con cui una squadra scende in campo un elemento imprescindibile per portare a casa il risultato e in queste prime partite disputate, troppo spesso abbiamo “lasciato la testa” nello spogliatoio. Un approccio sbagliato ad un match può costare caro e lo abbiamo visto, a nostro discapito, nei due scontri contro il Porto. Allo stesso modo a causa di distrazioni di alcuni singoli sono già stati persi punti importanti anche in campionato, anche se è ancora troppo presto per tirare le somme. D’altra parte credo che la squadra abbia saputo dimostrare la sua capacità di reagire, o almeno di provarci, nelle occasioni in cui si è trovata a rincorrere un risultato di svantaggio. Proprio per questo penso che se si riuscisse a raggiungere una maggiore consapevolezza dei propri mezzi e di conseguenza si calcasse il terreno di gioco con più sicurezza, si arriverebbe a ottenere continuità nelle prestazioni e, probabilmente, nei risultati.
Egle: Credo che sia davvero prematuro parlare di rendimenti altalenanti …certo, fa strano vincere con la Juventus e poi perdere con lo Sparta Praga o pareggiare con il Palermo. A ogni modo credo che la discontinuità sia dovuta al fatto che De Boer siede sulla panchina dell’Inter da un mese o poco più, ha preso in mano una squadra naufragata nell’incertezza, si è ritrovato a dimenarsi in un ambiente a lui totalmente estraneo, dallo spogliatoio al più generale panorama calcistico italiano. Non ha avuto un lasso temporale a disposizione da permettergli un’approfondita conoscenza degli uomini di cui dispone, per cui, dopo un mese credo sia pure accettabile il fatto che vada a Praga e perda in quel modo perché reo di aver schierato la formazione B e, di conseguenza, non è facile riuscire a dare l’impronta voluta. Appena è entrato Icardi, non a caso, è arrivato immediatamente il gol. Purtroppo il vero problema dell’Inter sta nella mentalità più che nella fisicità e nella tecnica.
Domanda cattiva: possiamo parlare ancora di big match?
Chiara: Indubbiamente. Credo che una squadra arrivi ad essere considerata una “big” non solo per aver collezionato un numero cospicuo di risultati utili, ma per aver percorso un lungo cammino che le ha permesso di guadagnarsi tale appellativo. Dunque, affidarsi ad alcune prestazioni negative per negare tale nomina a Roma e Inter, mi sembra alquanto azzardato. I veri cavalli, poi, si vedono alla fine della corsa e io sono convinta di avere in rosa dei bei cavalli di razza.
Egle: … se si parla ancora di Derby d’Italia tra Inter e Juventus credo sia tutto lecito (ride). I big match non credo siano determinati dai risultati ma dalle squadre ed entrambe dispongono di rose competitive per cui, assolutamente sì. Lo scorso anno quando l’Inter volava, la Roma era inceppata e quando la Roma ha ripreso la corsa, l’Inter si è persa; quest’anno invece, a quanto pare, stanno faticando entrambe nello stesso periodo. Big match tra le morte viventi, forse, ma pur sempre big match.
Le ultime uscite, le polemiche, le dichiarazioni … sembra che sia Spalletti che De Boeur non siano così saldi. Secondo voi i tecnici delle squadre che seguite hanno in mano lo spogliatoio?
Chiara: Nessun dubbio. E’ innegabile che dal momento in cui è tornato a sedere sulla panchina della Roma, Spalletti sia stato al centro di molti “casi” che hanno accompagnato il suo operato e quello della squadra stessa. E’ altrettanto vero, però, che alla fine, in un modo o nell’altro queste polemiche sono tutte rientrate e il mister ha sapute gestirle. Se il modus con cui lo ha fatto sia piaciuto o meno è certamente a discrezione dei singoli, così come è soggettivo il “sentimento” che i tifosi provano per Spalletti: molti lo amato, tanti non lo digeriscono. Quando lo scorso gennaio è tornato a Trigoria, la Roma è tornata ad essere bella, e non penso che questo si possa considerare un altro “caso”. Quindi, proprio per quanto ha saputo fare in quei cinque mesi, sono certa abbia ancora in mano le redini dello spogliatoio.
Egle: Assolutamente sì. Il caso Brozovic credo ne siano l’emblema.
Wanda Nara è l’agente nonché padre e padrona di Icardi, Ilary Blasi invece non le manda a dire al “capo” del marito… cosa ne pensate del modus operandi delle wags di oggi? Credete sia corretto intromettersi nel lavoro del proprio coniuge?
Chiara: Credo che esistano, come in tutte le situazioni, dei confini da non oltrepassare. Ho molta simpatia per la “capitana” e sicuramente le sue parole devono essere interpretate come quelle di una moglie che ha vissuto indirettamente un momento particolare attraversato dal marito. Probabilmente, se tali dichiarazioni fossero state rilasciate nel momento in cui la situazione era nel “vivo”, avrebbero fatto meno clamore, considerando come, in quei giorni, tutti, tifosi compresi, commentavano quotidianamente quanto avvenuto. Non condanno Ilary Blasi ma, dal momento che l’argomento era stato chiuso con un grande punto esclamativo, personalmente avrei evitato.
Egle: Per citare le parole di un’amica e collega “Ho sempre sostenuto che l’unico difetto di Mauro Icardi indossi i tacchi e ha i capelli biondo platino“. Credo che affidare alla moglie l’importantissimo e delicatissimo ruolo di manager sia l’errore più grande che si possa fare. Sposare un calciatore non presuppone un’automatica conoscenza del mondo del calcio, per cui, credo che sia meglio che i due mondi restassero scissi specie quando si trascende in argomenti che riguardano lo spogliatoio o la società. Peccato stiamo parlando in questo caso specifico di Ilary Blasi e Wanda Nara entrambe show girls (sulla seconda avrei qualche dubbio ma va beh), per cui, non stupisce il fatto che di tanto in tanto mettano in scena qualche “Teatrino”. Tutto purché se ne parli, diceva qualcuno.
Chiedere chi buttereste dalla torre della squadra avversaria è sin troppo facile… noi invece vi chiediamo chi regalereste volentieri alla concorrenza…
Chiara: Farei un’eccezione al proverbio “le cose regalate sono incatenate” e restituirei ai nerazzurri Juan Jesus. Niente di personale contro il brasiliano ma, per quanto ha dimostrato fino ad adesso, meglio cercare la chiave per aprire le catene.
Egle: Che domande… Dopo Juan Jesus per il quale, devo dire, nutrivo simpatia, regalerei più che volentieri Ranocchia e non credo sia necessario parafrasare.
America vs Oriente: stiamo perdendo la nostra italianità o è ormai davvero necessario dare le nostre squadre in mano a investitori stranieri?
Chiara: Ormai è risaputo che per essere competitivi, non soltanto in ambito calcistico, è necessario investire grandi cifre. Il nostro paese sta attraversando, a nostro rammarico, da molto tempo, una crisi economica che ha avuto le sue ripercussioni anche in questo sport. Dunque, per essere competitivi bisogna affidarsi a chi ha la disponibilità materiale utile per raggiungere questo obiettivo e in America e in Cina possono garantirlo maggiormente. Certo è che il made in Italy aveva un quid in più, proprio perchè dietro alla gestione della società, risiedeva un senso di appartenenza verso quei colori. E’ bello, però, pensare che queste nuove presidenze arrivino a essere al 100% tifose dei propri club.
Egle: Credo che la crisi di cui tanto si parla negli ultimi anni abbia trovato chiara espressione anche nel calcio. Possedere una squadra di calcio è un impegno oneroso, specie se si tratta di grandi squadre a livello internazionale. Per quanto abbia amato Moratti e per quanto mi sia piaciuto continuare a vederlo ai vertici, sono i numeri che lo dicono, la cessione era necessaria e purtroppo, mi rammarica dirlo, ad oggi non credo ci siano grandi investitori italiani che possano sopportare un onere così importante. Il Suning nonostante si sia appena insediato nel panorama calcistico europeo sta dimostrando di essere all’altezza e in grado di raggiungere gli obiettivi di crescita prepostosi dall’inizio.
Entrambe le squadre sono state oggetto di scherno per le insolite magliette indossate in Europa League. Voi come la pensate a riguardo?
Chiara: Sarò controcorrente ma la terza maglia indossata dalla squadra nel match contro la Fiorentina non mi è dispiaciuta. Considerando il fatto che le terze maglie di entrambe le squadre sono state accostate a due bevande, che sia l’antipasto di un match “frizzantino”?
Egle: Sarebbe simpatico vedere in campo Fanta vs Sprite. Scherzi a parte, la terza divisa non mi piace per niente. Quella della Roma almeno conserva i colori tradizionali, quella dell’Inter, invece, è quasi del tutto snaturata da quelli che sono i colori propri della beneamata. Se anziché il verde ci fosse stato il nero, probabilmente, non l’avrei condannata così tanto.
E’ ancora presto per parlare di risultato significativo ai fini della classifica ma chi delle due ha più bisogno dei tre punti e perchè?
Chiara: Non penso che la vittoria contro l’Astra Giurgiu, seppur netta, abbia oscurato del tutto la sconfitta di Torino in campionato. Quindi credo che la reale prova di maturità la Roma la dovrà affrontare domani e ha decisamente bisogno dei tre punti.
Egle: Forse l’Inter per sopperire alla figuraccia di Praga e al pareggio in casa contro i rossoblù.
Come sono i tuoi rapporti con i tifosi avversari?
Chiara: Rivalità sportiva accompagnata da una buona dose di rispetto che non deve mai mancare.
Egle: Non nutro particolari antipatie nei confronti dei giallorossi, al contrario, stimo parecchio la tenacia che li contraddistingue.
Chiudiamo con un messaggio per l’avversaria….
Chiara: Cara Egle, in bocca al lupo, o come si dice a Roma, in bocca alla lupa!
Egle: Da buona ultras… Onore al nostro gemellaggio a Roma solo Lazio.
La redazione