“Questo giorno sarà impresso per sempre nella mia testa, un sogno che si realizza, peccato per il risultato ma ci rifaremo”. Con queste parole Nicolò Zaniolo, classe 1999, ha commentato il suo esordio di lusso in Champions contro i campioni del Real.
La decisione di vederlo figurare tra gli undici titolari in una sfida di questa rilevanza, nello stadio in cui anche i bambini sognano di giocare, ha lasciato tutti sbigottiti. Se poi si pensa che il giovane calciatore giallorosso non ha collezionato ancora nemmeno un minuto in Serie A da professionista, la decisione poteva ancora di più suonare azzardata. Vero è, però, che in campo devono scendere i migliori e evidentemente, visto lo schieramento e ascoltate le parole di dirigenti ed allenatore, in allenamento Zaniolo ha dimostrato di esserlo.
Il momento del suo arrivo a Trigoria non è stato accompagnato dall’attenzione che meritava: inserito nella cessione di Nainggolan – mai capita e digerita dai tifosi – questi si sono visti portare via una “parte” di campo e un “pezzo” di cuore, oscurando in parte le potenzialità che questo giovane ha dimostrato in Serie B con l’Entella e nella primavera nerazzurra. Solo lo scorso anno, giocando in posizione da mezzala, ha realizzato 13 reti.
La fisicità e la sua stazza lo hanno portato ad acquisire dimestichezza a centrocampo, posizione a lui assegnata ieri da mister Di Francesco che lo ha affiancato a Nzonzi e al capitano De Rossi che più di tutti sa cosa significa debuttare in giallorosso in Champions.
La pressione della partita, l’avversario colossale e un meccanismo di squadra incapace di ingranare costantemente, hanno portato il giovane diciannovenne a non godere di numerose occasioni per brillare anche se, a denotarne il carattere e la gamba, è riuscito ad ingannare un pezzo da novanta come Bale in un’azione personale. Qualche incertezza l’ha dimostrata soprattutto quando a limite dell’area di rigore avversaria, pur avendo un’ottima capacità di tiro, non se l’è sentita di azzardare e ha preferito un passaggio al compagno ma, considerando il momento, l’età e il gioco della squadra che non l’ha aiutato è più che comprensibile.
D’altronde la fiducia in campo la si acquisisce solo giocando e questi 54′ minuti d’esordio tra i grandi disputati da Zaniolo ieri, saranno solo i primi della sua avventura calcistica ai massimi livelli.
Chiara Vernini