STADIO OLIMPICO
2 MAGGIO 2018
Il pullman della Roma arriva allo Stadio, ad attenderlo migliaia di persone: uomini, ragazze, nonni, bambini, bandiere, fumogeni e al canto “Roma Alè, Forza Roma Alè …voglio solo star con te…voglio vincere e cantar per te! Forza, Forza Roma Alè”, gli stessi giocatori seduti sui sedili del mezzo di trasporto riprendono e si emozionano allo spettacolo improvvisato dal loro pubblico.
Nessuno scontro, nessun tafferuglio, solo la voglia di vedere una bella partita. Nonostante la ferita, nonostante il gap, nonostante le speranze ridotte al lumicino, la Roma ci crede, alza l’asticella, suona la carica accompagnata dal coro di 70.000 voci, che scaldano e animano, colorano l’atmosfera.
Una maledizione lunga 34 anni
Roma Liverpool in realtà è stata decisa all’Anfield Road nella gara d’andata, quel 5-2 ha pesato troppo sulle spalle di una squadra che l’altro ieri sera ha dato tutto; tensione e voglia di rivalsa hanno incrinato un equilibrio delicatissimo già al 9′ con il clamoroso errore di Nainggolan che con un ingenuo retropassaggio manda la coppia Manè/Firmino fino in porta, eludendo una difesa incredula e sguarnita.
Lo 0-1 non aiuta gli uomini di Di Francesco che passano qualche minuto di smarrimento e delusione, la botta è forte, ma anche la carica dell’Olimpico, 70.000 voci che spingono gli 11 in campo per un’impresa titanica.
La Roma si aggiudica il ritorno, chiudendo con un 4-2 clamoroso, con l’imbattibilità in casa in questa Champions e togliendosi la soddisfazione di aver segnato e di misura al Liverpool che deteneva l’imbattibilità nel torneo. Ma non è bastato.
La squadra di Di Francesco gioca una partita quasi perfetta cercando di prendere di sorpresa gli avversari, il Mister schiera un 4-3-3 più prudente, memore dell’errore grossolano commesso all’andata, una difesa a tre troppo leggera che ha sottovalutato la velocità e l’agilità tattica dell’attacco inglese, oggi si gioca senza due nomi importanti, all’appello mancano Perotti e Strootman, alle prese con infortuni più o meno seri, la rosa è corta, ma la freschezza e l’agilità del giovane Pellegrini a centrocampo a volte ha sorpreso in positivo e la nuova propositività di El Shaarawy, testato già in campionato contro il Chievo, fanno ben sperare.
Il primo a tirare un urlo di disappunto stasera è stato proprio lui, Allison: Sorpreso da un gol inaspettato e troppo sciocco, richiama la difesa e coordina dai pali anche frange del centrocampo, suggerendo spunti e osservazioni. Purtroppo stasera la sua stella ha brillato un po’ meno; ma prima un errore di Nainggolan al 9′ con un retropassaggio che la coppia Firmino/Mané non si lascia scappare, poi un’involotario assist di Dzeko per Wijnaldum rendono il cammino della Roma davvero disperato.
Florenzi, relegato nuovamente al ruolo di terzino, si mangerà le mani per quell’occasione mancata a 5′ minuti dal fischio d’inizio, lui, un uomo che vede la porta, che Di Francesco avrebbe dovuto schierare al posto di Schik, ma che, come dice un vecchio detto “necessità fa virtù”, va al servizio della retroguardia, senza però esserne fulcro. Non contiene al meglio Manè e respira troppo nervosismo per rendersi utile, rischiando anche l’espulsione sul finale. A rendere la partita sempre molto intensa è invece Kolarov, non sbaglia gli agganci, recupera e resta concentrato. Manolas e Fazio, sebbene sopra le forze, si assumono un grosso carico: il greco si fa trovare sempre al posto giusto nel momento giusto, Fazio funziona a corrente alternata, parte bene, ma resta imbambolato dopo il primo gol, recupera un po’ e nel secondo tempo rischia di crederci anche lui, riprendendo voglia e fiato.
La Roma ci crede cerca di essere ordinata, ma corre molto e spende tantissimo, il Liverpool sembra aspettare, gioca sul contropiede e sulle ripartenze, sfruttando tutto il campo, la squadra di casa gioca a memoria insistendo continuamente sulla fascia sinistra fulcro della costruzione giallorossa, molto affinata e studiata per creare una certa sicurezza tattica, diventa però un facile bersaglio per la difesa inglese che intuisce le mosse avversarie con più facilità spegnendone le involate.
Le recriminazioni potrebbero essere tante, il rigore non assegnato, il fuorigioco inesistente, ma cos’altro si può chiedere ad una squadra che ha dato tutto, che ha buttato fuori fiato e polmoni fino all’ultima goccia di sudore che ha ringhiato anche quando avrebbe potuto tirare i remi in barca?
Ad inizio campionato nessuno avrebbe scommesso un centesimo su questa Roma e sul suo Allenatore, sarebbe importante parlare di rosa, di acquisti mancati – in termini di infortuni perpetui – di cessioni sanguinose e dolorosissime, ma sarebbe altresì necessario ricordare il cuore che ognuno di loro ha messo in questa grandissima impresa.
L’Olimpico, gran parte dell’Italia, ma anche d’Europa ha riconosciuto la grande impresa disputata dalla Roma, che sarebbe potuta essere ancora più clamorosa al netto degli errori arbitrali. Un applauso lungo un giorno, bandiere, il popolo giallorosso aveva già celebrato i suoi campioni, che hanno dato prova di essere ancora più forti delle loro stesse aspettative.
Grazie Roma con Tutto Il Cuore.
Laura Tarani