Roma-Napoli, intervista doppia a Valeria Biotti e Roberta Savarese. Due giornaliste a confronto sul big match dell’8a giornata
Roma-Napoli, ancora una volta una contro l’altra, ancora una volta a giocarsela per dei punti indispensabili per la classifica. Roma-Napoli è a tutti gli effetti e per molte ragioni big match. Per l’occasione ospitiamo sulle nostre pagine due colleghe: donne di calcio, preparate e passionali legate per cuore e professione alle due squadre.
Per la Roma schieriamo Valeria Biotti: Dopo aver conseguito la laurea in Sociologia ed essersi specializzata in Comunicazione e Semiotica ha cominciato la sua entusiasmante carriera che la vede cimentarsi in vari settori artistici e non solo. Oltre a essere una speaker radiofonica, ad oggi una delle voci più amate dell’emittente Centro Suono Sport, è anche scrittrice, cantante e giornalista. Vanta collaborazioni con Pubblico, il Fatto Quotidiano, Gazzetta Giallorossa ed altre testate. Valeria è anche in prima linea per la difesa dei diritti dei minori, occupandosi di politiche familiari.
Per il Napoli scende in campo Roberta Savarese: Laureata al DAMS con una tesi sul ruolo della donna nel giornalismo sportivo, ha collaborato a Milano con Infront e Sprint e Sport. A Napoli è stata direttrice di due giornali on line è attualmente collabora con Calcionapoli1926 come capo redattrice. Nell’ambito sportivo si è occupata di calcio a tutto tondo, non solo nella stesura di articoli ma anche lavorando in TV e radio.
Con Valeria e Roberta viviamo l’attesa di Roma-Napoli:
1. La scorsa stagione Roma e Napoli hanno chiuso rispettivamente al secondo e terzo posto con un solo punto di distanza. Credi che quest’anno ci sia un gap maggiore tra le due squadre?
VALERIA: Non credo. Penso che si equivalgono con caratteristiche differenti: il Napoli è stato riconfermato mentre la Roma ha subito l’ennesima rivoluzione. La differenza la farà la continuita’ sulla percorrenza; come detto da Di Francesco: vincerà chi sbaglierà meno.
ROBERTA: Il calcio non è una scienza esatta, non dovremmo mai dimenticarlo. Detto ciò, bisogna considerare due fattori: il Napoli ha cambiato pochissimo, la Roma ha cambiato tecnico e venduto molti giocatori. Sul piano del gioco gli azzurri non hanno rivali. Non esiste una squadra in Italia, Juve compresa, che giochi meglio del Napoli. La Roma ha un ambiente affamato, un tecnico che piano piano sta cambiando volto alla squadra facendo assimilare la sua filosofia. Sono due squadre simili ma il Napoli quest’anno ha qualcosa in più, è una macchina oleata e ben assemblata che viaggia da sola quindi credo che arriverà prima della Roma. Poi, come premesso, il calcio è uno sport splendido proprio perché spesso imprevedibile.
2. Entrambi i mister adottano il 4-3-3. Considerando gli interpreti che scendono in campo, quale o quali giocatori ritieni siano più decisivi per questo sistema?
VALERIA: In questo momento Di Francesco è molto saldo su questo modulo ma con il rientro di Schick e con Nainggolan tornato ad essere decisivo dietro la punta, credo potrà arrivare a scegliere un 1-2 finale. Dzeko è un punto fermo ma potremmo avere soddisfazioni anche da Florenzi dopo anni difficili non solo a causa dell’infortunio, ma anche per essersi dovuto adattare al ruolo di terzino viste le assenze nel ruolo. È una bella rosa questa.
ROBERTA: Il tridente offensivo del Napoli, con i tre piccoli, Insigne, Mertens e Callejon, è uno dei migliori in Europa. Ed anche a centrocampo gli azzurri hanno alternative validissime. L’interprete migliore, però, credo sia proprio Sarri. Un vero talento nell’orchestrare.
3. Restando su questo tema, pensi che a decidere il match potrebbe essere il solito colpo di un attaccante o potrebbe risultare decisivo un calciatore di un altro reparto, magari con qualche inserimento come ci hanno abituati i due mister?
VALERIA: Sicuramente il Napoli esprime un gioco chiaro, quindi non mi aspetto sorprese ma grosse insidie. Adesso a Roma ad essere decisivo è Dzeko e credo che la candidatura al pallone d’oro, che non vincerà, possa essere per lui un incentivo. È un riconoscimento a livello europeo e anche un modo per rifarsi nei confronti di di chi lo ha criticato.
ROBERTA: Sia la Roma che il Napoli hanno calciatori in grado di dare la cosiddetta svolta alla gara. Forse il migliore in questo è Nainggolan, che con i suoi colpi da fuori area ha spesso regalato punti alla sua squadra. Al Napoli è capitato spesso quest’anno con Zielnski o Koulibaly, calciatori non proprio dediti al gol. Quindi si, in caso di equilibrio mi aspetto qualcosa del genere.
4. Per quanto riguarda i due tecnici, il fatto che Di Francesco sia una “new entry” sulla panchina della Roma mentre per Sarri è al terzo anno di Napoli, può influire sull’esito del match?
VALERIA: ll Napoli ha degli automatismi ben rodati mentre la Roma sta cercando se stessa, una propria identità. Di Francesco, però, conosce bene i suoi e nonostante molti di loro non li abbia scelti direttamente, sa come indirizzarli. La sua mi sembra un’ottima gestione che può ridurre questo gap temporale.
ROBERTA: Certamente. Le squadre hanno bisogno di progettualità, e il tecnico fa parte di questo disegno. Sarri è migliorato di pari passo con la squadra quindi potrebbe spostare l’ago della bilancia a favore degli azzurri, nonostante Di Francesco sta dimostrando di fare molto bene.
5. Restando sugli allenatori, Di Francesco mette in atto un frequente turn over mentre Sarri è stato spesso additato per mettere in campo gli stessi elementi. Quale dei due atteggiamenti sposi?
VALERIA: Sposo l’atteggiamento di Di Francesco sicuramente. Il limitato turn over credo sia stato, la scorsa stagione, l’elemento che ha tenuto Roma e Napoli appaiate, penalizzandole. Le rose corte hanno condizionato anche i titolarissimi mentre il turn over fa bene anche alle cosiddette “seconde linee”. Con questo tutti i giocatori sono potenzialmente titolari.
ROBERTA: Il turnover rimane uno dei concetti più complicato. Effettuarlo non effettuarlo? Quante unità cambiare? Non sposo nessuna filosofia in particolare, gli allenatori valutano la forma fisica dei singoli calciatori in settimana. Oltretutto oggi ci sono strumentazioni sofisticate che permettono di ottenere dati incredibilmente precisi! Però si, a volte è bene far giocare altri anche per mantenere un ambiente sereno ed affiatato.
6. Concentriamoci un momento sui due giocatori più rappresentativi delle squadre: De Rossi e Hamsik. A rischio la presenza del centrocampista giallorosso nella gara ma, distaccandosi da questa partita, quanto contano queste due figure per le proprie società?
VALERIA: Mi sento di definirli degli uomini-immagine. Sicuramente in campo sanno essere anche decisivi nelle partite, come hanno dimostrato, con i loro tiri da fuori area. Sono in grado di rappresentare l’uomo in più. Queste figure sono importanti e a Roma ancora di più ce ne era bisogno dopo l’addio del Capitano che continua ad essere una presenza presente, per rendere l’idea. Sembra quasi abbia ancora un piede in campo.
ROBERTA: Al di là del campo i capitani sono fondamentali. Sono i leader, le figure di riferimento. Hamsik ha sposato Napoli, si è lasciato adottate da questa città è dalla squadra e, con la sua fedeltà, infonde quel fascino tradizionale da cui attingere in ogni momento. De Rossi è un romano vero, penalizzato solo dalla presenza, fino allo scorso anno, di Totti, ma nonostante tutto ha voluto rimanere nella sua squadra del cuore e questo non può far altro che giovare alla squadra.
7. Pallotta e De Laurentis vivono la loro presidenza per molti aspetti diversamente ma un punto li accomuna: spesso si lasciano andare a forti dichiarazioni. Condividi la loro schiettezza?
VALERIA: Per De Laurentis si può parlare di schiettezza. Lui è nell’ambiente da più tempo e mantiene soprattutto le proprie promesse; ha portato il Napoli dove aveva detto lo avrebbe portato quando ne è diventato presidente. Pallotta non è un uomo di calcio e i suoi interessi sono collegati alla costruzione dello stadio. Non ha mantenuto le promesse fatte, non ha portato alla Roma niente di straordinario, aveva detto che l’avrebbe fatta diventare una delle “regine d’Europa”” ed invece ci si ritrova a lottare per i primi posti come era anche prima di lui. I due presidenti non sono, dunque, paragonabili.
ROBERTA: Più che condividerla la accetto perché fa parte della loro personalità. Sono due figure importanti nel panorama calcistico, nel bene e nel male. Perché, al di là di tutto, non si nascondono ed hanno il coraggio di affrontare apertamente le situazioni, mettendoci la faccia.
8. Alla luce di quanto visto fino ad ora, possono entrambe le squadre candidarsi allo scudetto?
VALERIA: Sì. La Juventus non è più quella degli ultimi anni, non è invincibile come nelle scorse stagioni. Il Napoli ha un gioco più convincente, ma è questo che vediamo. Sono curiosa, invece, di vedere come sarà la Roma con gli innesti ancora mancanti, quali ad esempio Kardsdorpp e Schick, e con il lavoro di Di Francesco. Quindi sì, aspetto questa nuova As Roma con curiosità ed ottimismo.
ROBERTA: Certamente, senza alcun dubbio.
9. Napoli sola in vetta, Roma a con una gara da recuperare e una sconfitta (contro l’Inter) all’attivo…e le altre. Considerando la concomitanza del match con il derby di Milano e Juve-Lazio, credi che questa gara rappresenti uno snodo importante per il campionato?
VALERIA: Gli scontri diretti hanno un peso rilevante e Roma e Napoli, fino ad adesso, si può dire non lo hanno affrontato. Il Napoli ha affrontato la Lazio e dopo essere apparso in difficoltà, sappiamo quale piega, positiva per gli azzurri, abbia preso il match. Mentre la Roma, tolto l’Atletico in Champions, ha affrontato la partita contro un Milan “adattato”. Non guardo al momento alla classifica perché è presto, ma voglio fotografare l’arte.
ROBERTA: Questa sarà la prima giornata importante di questo campionato, che potrebbe spostare gli equilibri o confermare l’andamento visto fino ad ora.
Chiara Vernini – Caterina Autiero