Il “Derby della Capitale” vede per la prima volta accadere due eventi insoliti: gli spalti quasi vuoti e le due tifoserie, da sempre acerrime rivali, unite per uno scopo comune.
Mancano ormai pochissime ore a una delle stracittadine più belle e più attese del campionato di serie A. Roma vs Lazio è da sempre uno degli eventi più sentiti dal punto di vista sportivo, calcistico e sentimentale per la Città eterna.
Un elemento che contraddistingue l’evento da ogni altro è la rivalità tra le due tifoserie, rivalità di gran lunga superiore a tutte le altre tifoserie italiane, una rivalità che sfocia quasi nell’odio. In ballo d’altronde, non c’è una città qualunque ma LA CITTA’. Roma caput mundi… e di conseguenza Roma caput Roma o Lazio caput Roma?
I gladiatori non hanno mai abbandonato la loro arena, nè tantomeno la loro bandiera ma, quest’anno la situazione è ben diversa, a essere in gioco infatti, è la dignità. La dignità, l’orgoglio e proprio l’amore per quelle maglie di entrambe le sponde del Tevere. Un amore che non si ferma davanti a niente ma, guai a chi lo calpesta e i romani, da buoni lottatori, non mollano e non si lasciano domare. Ecco perché piuttosto che lasciarsi imporre delle regole, a loro avviso inaccettabili, preferiscono entrare in sciopero e allearsi con il nemico per sconfiggere un nemico comune ancora più grande.
L’unione fa la forza: ecco che curva nord e curva sud resteranno deserte (o quasi).
IL MOTIVO DELLO SCIOPERO:
A fine giugno il prefetto Gabrielli trova un accordo con le due società romane affinché venissero incrementati i controlli all’interno dello stadio, erigendo delle barriere dei distinti in modo tale da scindere la curva in due mini settori affinché potessero avvenire maggior controlli. Inoltre, pare sia stato espressamente vietato di intonare cori non approvati con conseguente minaccia di daspo per i trasgressori. Successivamente alla partita Roma – Sassuolo sono state inflitte multe a tutti coloro che durante la partita non hanno occupato il posto assegnato sul biglietto e/o sull’abbonamento.
In risposta la tifoseria romanista ha progressivamente disertato gli spalti e, in modo particolare la curva sud; assenteismo che culminerà domani pomeriggio in occasione del derby.
Dal canto suo, la tifoseria laziale, che ha sempre riempito la curva, ha appoggiato l’iniziativa dei cugini. Già durante la partita contro il Rosenborg gli ultras biancocelesti hanno esposto uno striscione di dura protesta nei confronti del Prefetto.
Il prefetto Gabrielli si esprime così riguardo a quanto sta accadendo nelle ultime ore: “La prospettiva di un derby romano con le curve vuote mi provoca dispiacere: credo che un derby sia anche un momento di partecipazione. L’assenza dei tifosi in curva, sicuramente non è positiva”.
A preoccupare il Prefetto e le forze dell’ordine è l’idea che, non riempiendo gli spalti gli ultras possano protestare attivamente negli ambienti esterni dello stadio e che, con l’ausilio delle tifoserie estere alleate in arrivo per l’occasione, la protesta possa sfociare nella violenza. Ma quello che il Prefetto nè tantomeno le società hanno capito è che nessun tifoso vuole minimamente lenire nessuno, nè utilizzare la violenza. Gli intenti degli ultras sono quelli di venire ascoltati nell’auspicio che vengano rispettati i propri diritti nel nome del tifo che da sempre rende vivo il calcio.
Questo, almeno, è quanto dichiarato dai tifosi stessi.
Egle Patanè