Justin Kluivert Jr, attaccante olandese e figlio d’arte di Patrick Kluivert, grande attaccante degli anni 90’ di Ajax, Milan e Barcellona, è arrivato alla Roma questa estate con l’etichetta di nuovo enfant prodige.
Ci si aspettava un impatto decisamente migliore visti i precedenti all’Ajax, considerato un gioiellino di tutto rispetto per la sua giovanissima età.
La prima partita di campionato è subentrato a Under, deliziando subito gli spettatori con ottime giocate e un assist al bacio per Edin Dzeko che regalò alla Roma i primi tre punti del nuovo campionato.
Da quella partita però tanto fumo e poco arrosto, lo dimostrano anche le 14 presenze e 1 gol.
La partita contro l’Atalanta è stata la ciliegina sulla torta: Kluivert subentrato a El Shaarawy ha praticamente sbagliato tutte le scelte e i movimenti chiesti dal mister Di Francesco.
Durante la partita le parole di Di Francesco dalla panchina sono state chiarissime:
«Justin me lo mangio nello spogliatoio»,
non proprio parole di “affetto” per l’olandese, che fino a quel momento era addirittura stato anche ripreso dai suoi stessi compagni per gli errori commessi.
L’atteggiamento di Kluivert non è stato per nulla condiviso da mister e compagni: questo potrebbe portarlo a ‘scivolare’ nelle gerarchie d’ attacco. Basti pensare a Zaniolo, inserito tra i titolari in un inedito ruolo da esterno d’attacco, proprio il ruolo dell’olandese.
Una cosa è certa: il ragazzo ha soli 19 anni e ha necessità di ambientarsi in un campionato difficile come quello italiano, ma ci si domanda se sia solo un fuoco di paglia o se possa realmente diventare come suo padre.
Quel cognome non aiuta sicuramente il ragazzo, a volte quasi costretto a dover dimostrare qualcosa di superiore a se stesso. Spetterà solo a lui farci ricredere.
Raffaella De Macina
Foto copertina: Tuttosport