Roma, un pareggio che alimenta poche speranze e tra fischi e contestazioni altri intoppi per Ranieri che perde Santon e Perotti
Quattro gol, due per tempo. Stavolta, però, non tutti nella stessa porta. Finisce 2-2 lo scontro tra Roma e Fiorentina. Ancora l’Olimpico sullo sfondo ed un pubblico a capienza ridotta, venuto solo per tifare la maglia. Fischi e contestazioni. Qualche applauso solo per De Rossi, Zaniolo e Riccardi, al suo debutto in prima squadra.
Ranieri riflette, ragiona e si esprime: ”Pensavo di poter dare una linea a questa squadra, ma alla fine posso solo migliorare la linea esistente”, nelle sue parole la presa di coscienza di un malato che dovrà affrontare una convalescenza più lunga del previsto. Nel complesso è difficile riuscire a modificare uno status ripartendo da zero ed allora si cambia strategia re-imbastendo il tessuto originale.
Miscellanea tra vecchio e nuovo, cercando di sfruttare con intelligenza solo la parte migliore di quello che si ha
Un po’ quello che devono aver pensato anche i tifosi che si sono abbandonati alle evoluzioni del giovane Zaniolo, veloce e caparbio, ma ancora troppo acerbo per comprendere a fondo la piazza romana. Uno scivolone il suo, che cozza con la faccia pulita ed i modi da bravo ragazzo. Il 4-3-3 voluto da Ranieri è tutto riassunto qui, un modulo familiare che si trasforma in un 4-2-3-1 per permettere a Zaniolo di muoversi con facilità. Un modulo, dicevamo, studiato per contenere l’avversario e ripartire. Stasera nel primo tempo, però, si è visto poco.
La Fiorentina ha lasciato spazio alla Roma, si è chiusa nella sua metà campo senza mai risultare troppo pericolosa. Soffre, contiene e riparte in un paio di occasioni; lanci lunghi e gli uomini in difesa a salire come torri, ed infatti sulle evoluzioni di un corner è Pezzella a scaricare in porta di testa il gol dello 0-1.
Stavolta però a stupire è la reazione della Roma che, sul rinvio dal fondo, carica la percussione permettendo a Kluivert di servire un cross al centro che Zaniolo di testa non sbaglia.
Un 1-1 nel primo tempo che denota l’equilibrio tra le due squadre. 45 minuti in cui gli uomini di Pioli studiano l’avversario: bella la prova di Muriel con un Benassi di sacrificio ma in realtà sono proprio i viola a dettare i tempi, lasciando alla Roma tutto il tempo per capire falle ed errori.
Mirante al posto di Olsen un segnale forte che denota il carattere fermo del Mister: chi sbaglia è fuori, non importa chi e non esistono necessità, salvo poi dover fare i conti con l’infermeria.
Jesus illude
Santon a desta e Kolarov a sinistra. Il numero 11 soffre come sempre la posizione ma non si rassegna, prova in più di un’occasione a ricompattarsi con Perotti, per tutto il tempo possibile, fin quando l’arbitro ammonisce il giocatore limitandone l’efficacia di gioco. Fazio e Jesus centrali, il “comandante” reagisce bene al match, ma è Jesus, che illude, dando l’impressione di avere in mano la difesa, salvo poi farsi scappare Gerson che realizza il gol. Il brasiliano con il suo fare attento e concentrato, recupera palloni, aggira l’attaccante e contiene a dovere Simeone, un po’ come tutta la difesa che reagisce, seppur minimamente, senza mai andare in deficit di ossigeno.
A centrocampo l’immancabile Nzonzi, lento e poco risoluto nel primo tempo, cerca il riscatto nel secondo sfuggendo per ben due volte tra le linee e creando superiorità numerica, sfiora un gol mandando alto, troppo alto, sopra la traversa. A far compagnia a Zaniolo anche Cristante, ma il centrocampista scompare spesso, salvo, anche lui, ricomparire per i titoli di coda.
Roma divisa in due entità tra primo e secondo tempo
Nel complesso si può dire che la partita sia stata divisa in due entità, la prima con la Roma in fase di studio, la seconda più vitale, con i giocatori più mobili a sfruttare gli spazi ed a chiudere i corridoi agli avversari. Il due a uno arriva nella ripresa, nelle fasi iniziali, con Gerson che sigla quel gol dell’ex per sancire ancora una volta una maledizione che si ripete, ma anche qui, ecco la reazione.
E’ Perotti a scrivere il suo nome tra i marcatori. Un uomo rigenerato e sempre al servizio della squadra, chiude il corridoio e si porta poi davanti per l’uno contro uno. A farne le spese, oltre al portiere, Milenkovic che non le manda a dire, giallo per entrambi e Perotti che lo farà impazzire per tutta la fine del match.
Nel complesso il secondo tempo ha mostrato tutti i limiti di una Roma davvero ancora convalescente, ma nello stesso tempo, ha esaltato tutte le capacità su cui lavorare. Gli uomini di Ranieri nel secondo tempo, sembrano aver metabolizzato gli errori, corrono e si aggiustano con intelligenza, rubano palla e pressano con intelligenza, aggirando uno alla volta gli avversari.
Dzeko di contorno
Lavoro di contorno per Dzeko che non si risparmia e porta la sua fisicità a fare da muro, rompe i contrasti e riporta la direzione del gioco verso la porta viola, peccato per la finalizzazione che proprio non vuole arrivare, mettendo l’attaccante in una condizione di frustrazione al limite della rassegnazione. Ci sarà posto anche per Pellegrini, Under e Karsdorp, piacevoli ritorni, viziati però da un’infortunio a Santon. Il bollettino sarà poi implacabile e a farne le spese un Perotti che ingiustamente dovrà subire l’ennesimo stop per problemi muscolari.
Il 2-2 non cambia nulla, se non forse nel morale, ma otto giornate risuonano come un gong, un po’ sulla vita di tutti i giocatori giallorossi.
Laura Tarani