Sono trascorsi dieci anni da quando Stephan El Shaarawy, con la maglia rossoblù del Grifone, si è presentato alla Serie A. Quei sette minuti in campo sono stati disputati dal giocatore contro il Chievo, la stessa squadra che domenica affronterà all’Olimpico la Roma.
Il Faraone, che all’epoca ancora tale non era, è capace di illuminarsi e illuminare il campo ogni qualvolta vede i colori dei clivensi: cinque reti realizzate e prestazioni entusiasmanti a sottolineare le proprie potenzialità.
L’incontro con la formazione di Verona, oltre ad aver segnato l’inizio del suo percorso professionale, ha accompagnato gli step più importanti della carriera dell’attaccante. Forse per dimostrazione del detto la prima volta non si scorda mai o semplicemente per una strana regola del Fato, in ogni esperienza fondamentale per lui c’è un ricordo legato a questa partita. Calcisticamente parlando la nascita calcistica con il Genoa, l’affermazione in rossonero e la rinascita alla Roma lo hanno visto brillare contro il Chievo.
Nel 2012, quando la sua casa era ancora Milanello, ha bucato la porta clivense al 75′ di gioco. Quella 2012/2013 è stata la stagione della consacrazione del Faraone: 2836′ e 16 reti nella massima serie. Gli anni successivi, causa primaria gli infortuni, hanno rappresentato una salita difficile da scalare per El Shaawary giunto poi alla parentesi con il Monaco nell’estate 2015, mesi altalenanti finiti con il ritorno in Italia a seguito di un comportamento discutibile della squadra francese.
Tornare nel Bel Paese, però, ha raffigurato una fortuna per il calciatore: l’arrivo nella Capitale nel gennaio 2016 è stata la rinascita del Farone. El Shaarawy non è mai stato un ragazzo che ha sposato le polemiche e alle parole ha sempre risposto con il campo. Anche in quell’occasione, quando i giornali si interrogavano sull’utilizzo che i giallorossi avrebbero fatto di un giocatore che a detta loro non era più quello dei primi tempi di Milano, invece di twittare come si è soliti fare adesso, ha indossato gli scarpini per dimostrare quello che meglio gli riesce: giocare.
Ha disputato un girone di ritorno eccezionale, con sedici presenze e otto gol all’attivo che hanno permesso alla squadra di raggiungere l’obiettivo predisposto.
El Shaarawy è tornato ad essere un’insidia per il Chievo nella stagione 2016/17 quando, prima a dicembre all’Olimpico e successivamente al Bentegodi a maggio, ha contribuito a suon di gol alle vittorie romaniste.
L’ultima rete contro la formazione veronese, però, non è stata quella: risale all’annata passata, quando ha realizzato un gol da vero attaccante quale è mettendo in risalto le sue caratteristiche, gol che si è andato ad aggiungere agli altri sei realizzati in 33 presenze stagionali.
Tra tre giorni Roma – Chievo tornerà di nuovo ad essere protagonista del campionato e se Stephan ne sarà attore principale, sarà solo il campo – e Di Francesco – a dirlo.
Chiara Vernini