Sembrava impossibile e quasi fatichiamo ancora a crederci, ma il Superclasico più atteso, oltre che più bello di sempre, sta per cominciare e questa volta sembrerebbe poter iniziare davvero. Lo avevamo aspettato tanto quello che, per dirla alla ‘Lele Adani’, è un dono che il dio del calcio ha deciso di farci.
ESCLUSIVA – “River-Boca, un dono del calcio!” così ce lo racconta Adani
E così effettivamente è: due squadre, della stessa città con due storie e percorsi tanto diversi quanto per certi versi simili. Il River da un lato, il Boca dall’altro. Buenos Aires e, parte dell’Argentina, racchiusi in un epilogo lungo 90 minuti in quello che dal 1913 prende il nome di Superclasico. Un clasico sì ma Super, con quel qualcosa in più che solo il Rio de Plata può ma questo non sarebbe stato un semplice Superclasico.
Quello che stava per andare in scena era il Superclasico più speciale e importante della storia ma quel giorno, quel 24 novembre, quasi a pelle così lontano, qualcosa di tremendamente brutto ha interrotto quell’attesa lunga una vita intera, e il dono più bello del calcio si è trasformato in un disastro a cielo aperto.
A Buenos Aires si consuma l’Apocalisse e a perdere non solo l’Argentina
Intanto, mentre si cerca di “aggiustare” le cose […] la più grande sconfitta del senso sportivo, ma soprattutto civico e umano, si è consumata sotto gli occhi inermi del mondo intero e mentre c’è chi se la ride con la malsana convinzione che sia un fatto circoscritto all’Argentina, rea di aver bruciato l’opportunità di farsi bella agli occhi del mondo, ad averci perso non è soltanto Buenos Aires o l’Argentina, tantomeno il Sud America […]
Così scrivevamo il giorno dopo, quando il Superclasico inizialmente si sarebbe ancora dovuto giocare la sera ma anche in quel caso era stato rimandato a data da destinarsi. Troppi intrecci da quel giorno, troppe richieste e altrettante reazioni: da parte dei tifosi argentini e di quelli all’estero, da parte delle società coinvolte e anche e soprattutto della Conmebol che dopo varie ipotesi alla fine opta di far giocare la finale, deludendo le aspettative del Boca che avrebbe voluto la vittoria a tavolino, al Bernabeu.
“Abbiamo dovuto trovare un campo neutrale e crediamo che Madrid faccia al caso nostro – ha spiegato in conferenza stampa il Presidente della CONMEBOL Dominguez – la Spagna è il paese con la più grande comunità argentina nel mondo e Madrid è la decima città più sicura. Il calcio non si fermerà a causa di pochi. Si giocherà al Bernabeu domenica 9 dicembre alle 16:30 (20:30 a Madrid)”
Non sono mancati malcontento e polemiche, di una tifoseria e dell’altra. Il Boca, appunto, avrebbe voluto la vittoria a tavolino come era capitato nel 2015 quando, a parti inverse, accadde più o meno la stessa cosa ma in quel caso, a differenza di quanto accaduto lo scorso 24 novembre, tutto si consumò tra le mura, e non all’esterno, della Bombonera.
Dal canto suo il River chiedeva di poter disputare la partita al Monumental, a differenza di quanto deciso dalla Conmebol, per poter permettere sì ai propri tifosi di seguire la partita da vicino, cosa che giocandosi a Madrid non sarebbe possibile per la maggior parte dei tifosi, e perché giocando in campo neutro i giocatori del River giocherebbero due volte fuori casa. Il tas però ha detto no e la finale di Copa Libertadores più bella di sempre sta davvero per cominciare.
Egle Patanè