Ha dell’assurdo, del ridicolo e alla fine del becero quanto accaduto ieri sera nel finale di Milan-Lazio. Rissa, derisioni e tensioni: di mezzo c’è sempre Kessie
Prima la rissa: tutto sembra cominciare da Luiz Felipe che colpisce Suso alla schiena con una spallata, per dei commenti di troppo non proprio carini da parte dello spagnolo indirizzati ad un giocatore laziale. Da lì il parapiglia. A sedare l’accozzaglia ci pensa Milinkovic Savic che distende animi e compagni di squadra. Tuttavia le tensioni non finiscono lì e immediatamente dopo i milanisti rincarano la dose di veleni a quanto pare mai sopiti e cominciati in settimana.
C’è sempre Kessie di mezzo
Intanto c’è sempre Kessie di mezzo. E’ l’ivoriano a scrivere gran parte di questo match: è lui a segnare dagli undici metri ma è sempre lui a metterci lo zampino in quello che è la rovina di una serata sarebbe potuta essere una festa. Il Milan vince e si porta momentaneamente a -2 dai cugini dimostrando di esserci ancora nella lotta alla Champions e dando segnali forti anche in vista della Coppa Italia. E’ il rossonero il protagonista della nottata ma non esattamente in termini positivi. Il gesto compiuto insieme al compagno Bakayoko cancella, o certamente eclissa di molto, il penalty insaccato che è valso i tre punti e che avrebbe potuto giocargli il titolo di uomo-partita.
Il centrocampista non è nuovo in questo genere di esternazioni
Una gatta da pelare non indifferente per Gattuso che aveva già punito il centrocampista, anche a chiare lettere, in occasione del derby. Durante lo scorso Milan-Inter, infatti, aveva avuto un’uscita poco felice nel vero significato del termine. Il giocatore non aveva accolto benissimo la sostituzione sfociando in una reazione nervosa che non è piaciuta a Biglia che lo redarguisce scatenando però una reazione ancora più scomposta.
Derby di Milano: Biglia e Kessié litigano in panchina durante la partita
A San Siro l’esacerbazione di un cinguettio di troppo
Quello innescato da Kessie e Bakayoko ieri sera, nient’altro è stato che l’esacerbazione di quanto accaduto nei giorni scorsi. Nei giorni che hanno preceduto il match infatti si era scatenata una diatriba social tra Francesco Acerbi e Bakayoko. I due giocatori si erano stuzzicati con una serie di tweet di botta e risposta tra loro dopo una dichiarazione del laziale in cui affermava la superiorità della Lazio a livello di singoli.
Milan-Lazio inizia a scaldarsi: “cinguettio” tra Acerbi e Bakayoko
A quanto pare la diatriba tra i due non è finita su Twitter. In verità quanto accaduto proprio ieri parte da un tentativo di Acerbi di disinnescare le tensioni venute fuori in settimana e precedentemente durante la lite. Il difensore ha regalato la maglia come di consueto a fine match, in segno di ‘pace’ e sportività, proprio a Bakayoko con il quale si era pizzicato. Il gesto però non è stato accolto con lo stesso animo dai due sopraccitati giocatori del Milan che portano la maglia 33 sotto la Sud sventolandola a mo’ di bottino di guerra, con tanto di tono di derisione.
I laziali non prendono bene la cosa accogliendola come umiliazione e derisione. Acerbi si sfoga anche sui social spiegando le ragioni che lo hanno portato alla brutta reazione. Il biancoceleste ci va pesante e parla di aizzare all’odio, segno di debolezza.
Sono dispiaciuto perché ho scambiato la maglia per mettere fine alla questione, fomentare odio non è sport ma un segno di debolezza.#Acerbi #Ace #CMonEagles pic.twitter.com/hgZwt12py6
— Francesco Acerbi (@Acerbi_Fra) April 13, 2019
Come da copione arriva la replica social dei due rossoneri che giustificano e spiegano il loro gesto che, al contrario da quanto affermato dal laziale non voleva essere espressione di odio ma semplice gesto scherzoso e ironico senza voler mancare di rispetto a nessuno. Arriva anche il commento ancora più duro di Ciro Immobile che lo definisce un gesto da uomini piccoli.
Ma non è finita qui. Il commento di Immobile scatena l’ira dei tifosi rossoneri che sfociano nell’assurdo rivelandosi, per dirla alla Immobile, davvero piccoli piccoli. Assurdi e vomitevoli gli insulti rivolti al capitano biancoceleste ma soprattutto alla sua famiglia, persino ai bambini.
Insulti che sfociano addirittura nella pedofilia.