Ricordati di me che son la Pia…

L'immagine più bella di Napoli-Brescia è quella di papà Mario e della sua Pia

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L’immagine tenerissima di Mario Balotelli e della sua bambina, Pia, che ha incantato la domenica sportiva dei calciofili incalliti.

 

Domenica di fine settembre: ormai ci si immagina l’autunno bello e giunto, pronto a scolorire foglie e buttar giù cisterne di pioggia.

Ci si ritrova invece, in una assolatissima e rovente giornata in cui il Campionato di Serie A vive la sua sesta giornata.

Il giorno prima Inter, Juventus e Atalanta hanno vinto contro le rispettive avversarie, giocando in anticipo per via dell’impegno in Champions League. Il Napoli, dopo la mostruosa beffa (con tutta l’autocritica possibile) contro il Cagliarideve necessariamente fare punti  se vuole restare appollaiata ai piani alti della classifica. Di scena allo stadio San Paolo il neo promosso Brescia, buona squadra che ha dato filo da torcere perfino alla Juventus.

Dicevamo domenica rovente, match all’ora di pranzo: panini e frittate di maccheroni pronti in curva per sfamare i tifosi che per amore del Napoli hanno rimandato o addirittura annullato il rito del ragù e della parmigiana di melanzane.

Squadre in campo, foto di rito, bambini come sempre bellissimi nelle tenute delle due squadre pronte per la gara. Spunta lui, l’homo terribilis del calcio italiano, l’enfant prodige dal passato familiare tormentato, il ragazzaccio dall’immenso talento complicato da gestire. Mario Balotelli, tornato a Brescia, sua città d’adozione, dopo un tour non felicissimo tra Inter, Manchester City, Milan, Liverpool, Nizza e Olympique Marsiglia.

Entra in campo con in braccio una meraviglia del creato dalla capa ricciolutissima. Sua figlia.

Quella figlia avuta poco meno di sette anni da Raffaella Fico, napoletana, showgirl, modella, attrice e conduttrice televisiva, nonché personaggio da reality show. Forse ci si ricorderà di una storia non lunghissima, né tanto meno con il sempre sperato lieto fine, adeguatamente gossippata: di certo ma non è passato inosservato quello che di più bello abbia prodotto quella relazione.  Pia, splendida bimba dai lineamenti dolci, dagli occhi vispi e profondi, dai capelli come batuffoli di nuvole morbidose. Pia, in braccio al suo papà, stretta in un abbraccio pieno di dolcezza e fiducia, ha in pochi minuti conquistato uno stadio intero e i social. 

Semplicemente un giovane papà con la sua bambina in braccio.

Un papà calciatore, famoso, ricco, amato e odiato da appassionati e detrattori. Un papà che prima di essere tale, anni prima, aveva chiesto, per accertarsi che quella bimba fosse la sua, il test del DNA, definito proprio qualche ora fa, come “la vicenda la più umiliante che una donna possa subire”.

Diciamo pure che non stiamo qui a giudicare l’operato di nessuno ma, francamente, non è difficile dare torto alla Fico, qualunque siano state le motivazioni che allora, spinsero Balotelli a chiedere la conferma scientifica assoluta della paternità della piccola Pia.

Chissà se col tempo, e non solo con l’esame del DNA, Mario abbia fatto tesoro di quanto accaduto prima e dopo la nascita della bambina. I pettegolezzi, i veleni, le smentite, le bugie, le verità che come sempre solo e soltanto i protagonisti sanno. Quello che viene fuori alla mercé di tutti,è una bambina di cui si deve accertare la paternità, come a volerla mettere sotto accusa per essere nata da un idillio che idillio non è stato più. O a voler colpevolizzare chi l’ha messa al mondo, stillando ancestrali dubbi da Medioevo.

Oggi non è così. Per fortuna Pia un papà ce l’ha, sebbene post Dna; e questo papà la scorsa domenica ha dato senza dubbio prova di un manifesto legame d’affetto che lo unisce alla piccola. La prova tangibile, oltre all’abbraccio, è stato anche il gol che SuperMario ha siglato contro il Napoli. Un gol sicuramente dedicato alla piccola, sebbene praticamente quasi tutta napoletana, con tanto di completino azzurro addosso; un gol che sa di rivalsa, come giocatore, come uomo ma soprattutto come padre. Diciamoci la verità: quale figlio o figlia di un calciatore, non vorrebbe che il suo papà gli/le dedicasse un gol??? Non un gol “normale”: un gol “speciale”, in una giornata più che speciale.

Come il buon Padre Dante fece parlare la sfortunata Pia de’ Tolomei nel V canto del Purgatorio, facendole pronunciare la celebre frase “Ricordati di me che son la Pia”, così senza dubbio alcuno, noi ci ricorderemo di “questa” Pia, sorridente e bellissima, teneramente in braccio al suo papà.

Grazie piccerè, per questo siparietto familiare pieno di bellezza in una caldissima domenica di settembre, in mezzo ad un campo di calcio.

 

Simona Cannaò