Sono passati 66 anni da quel tragico incidente, ma il ricordo del Grande Torino è ancora vivo nella memoria di tutti. Era il 4 maggio del 1949, spietato fu il destino in quell’occasione. Pioggia, nebbia, un ultimo messaggio alle 17.03, poi… il rumore dello schianto. Trentuno le persone a bordo del 212 Fiat trimotore, che rientrava da Lisbona dopo l’amichevole di lusso contro il Benfica. Nessuno ne uscì vivo. Dietro alla Basilica di Superga sulla collina torinese si consumò quella tragedia, che a distanza di anni mette ancora i brividi solo a parlarne.
Tutta l’Italia unita nel dolore, perché quella squadra era amata da qualsiasi tifoso, simbolo della rinascita del dopoguerra, sinonimo di speranza per tutti coloro che credevano in un futuro migliore. Il 4 maggio è stato proclamato dalla Fifa “Giornata mondiale del giuoco del calcio”. Ogni anno i tifosi accorrono numerosissimi a far visita agli Invincibili nel giorno della loro memoria e non solo.
Nel pomeriggio dopo la messa commemorativa nella basilica di Superga, Ventura e la squadra renderà omaggio alla lapide e all’attuale capitano granata, Glik, l’onore di pronunciare ad alta voce i nomi dei caduti.
Il Grande Torino resterà sempre una Leggenda, la più bella squadra di calcio che l’Italia abbia mai avuto. Indro Montanelli non poteva usare parole migliori per omaggiarli: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto «in trasferta»”, dal Corriere della Sera del 7 maggio 1949.
Parole che vanno dritte al cuore, mentre nella mente scorrono ancora le immagini della leggiadria di Mazzola e degli altri eroi che corrono sul prato del Filadelfia. Anche noi della redazione di GolDiTaccoASpillo vogliamo ricordarli così, con uno sguardo al cielo… IMMORTALI ANCORA IN TRASFERTA.
Federica Di Bartolomeo