Riccardo Montolivo si ritira dal calcio giocato. L’ex capitano del Milan lo annuncia, in una lunga intervista al Corriere dello Sport e Corriere della Sera.
“Condannato a smettere”
L’ormai ex centrocampista, oggi trentacinquenne, chiude in realtà con il pallone già nel maggio 2018 quando, per l’ultima volta, calpesta il manto verde del terreno da gioco. Due stagioni all’Atalanta, sette nella Fiorentina e sette nel Milan, ma l’ultimo anno e mezzo da separato in casa.
Motivazioni e spiegazioni, zero, nessuna risposta: un calvario. Riccardo, il capitano silenzioso, con l’educazione, il rispetto e i valori che lo contraddistinguono non ha mai fatto la guerra, non ha mai alzato polveroni.
Se avessi fatto la guerra avrei probabilmente ottenuto qualcosa, ma non mi sarei potuto più guardare allo specchio. Ho vissuto un’esperienza surreale.
Il suo racconto lascia intravedere un Montolivo privato della fascia da capitano, tra allenamenti solitari, promesse vaghe e, praticamente, condannato a restare con quella casacca rossonera che diventava, giorno dopo giorno, sempre più stretta. Alcuni club infatti, a suo dire, lo avevano contattato, ma vedendo che non giocava da un anno si sono tirati indietro, convinti che ci fosse un qualche infortunio ben nascosto. Un inspiegabile meccanismo che di fatto ha messo fine alla sua storia da calciatore.
Le aspettative erano parecchie per questo centrocampista dotato di buon fisico, buona tecnica individuale e buona visione di gioco. In gioventù si pensava potesse essere il nuovo fenomeno del centrocampo, ma le cose non sono andate esattamente così.
Riccardo arriva al Milan dopo 7 stagioni a Firenze, in cui ha totalizzato 19 reti in 261 presenze. La sua avventura in rossonero però non è stata così esaltante come si sperava, anche a causa di due gravi infortuni. Ma si può davvero indicare lui come uno dei principali responsabili della deriva del club meneghino?
Certo, poteva dare probabilmente molto più di quanto ha effettivamente dato, ma ciò che è successo nel suo ultimo anno in rossonero rimane davvero un mistero. Preferirgli il terzino Calabria pur di non mandarlo in campo, escluderlo dalla tournée negli Stati Uniti tramite sms dal team manager, giocare nelle partitelle solo con le riserve e molto altro ancora.
Riccardo, dopo questo lungo e inspiegabile calvario, questi silenzi e queste spiegazioni mai date, si ferma. Non sa ancora cosa farà, ci deve pensare. Ma sceglie di scrivere la parola “Fine” alla sua storia da calciatore. E lo fa senza mai scomporsi, ma con l’educazione e la discrezione di sempre.
Non provo rancore. Chi ha sbagliato nei miei confronti, chi mi ha mancato ripetutamente di rispetto, farà forse i conti con la propria coscienza.
Alessandra Cangialosi