Arpad Weisz, ungherese di origini ebraiche, allenatore; Renato Dall’Ara, imprenditore e una città, Bologna: una sinergia esplosiva e vincente che portera’ al capoluogo emiliano due scudetti e la conquista del torneo internazionale Expo.
Arpad Weisz, e’ stata una figura nel mondo del calcio molto importante, un precursore all’avanguardia, un anticipatore del calcio moderno che grazie al suo sapere ha dato fastidio non poco alle squadre di alta classifica.
Tra le sue competenze rientrava la preparazione atletica – a cui dava particolare importanza – e come gli attuali mister, Arpad preparava la partita analizzandone tutte le fasi di gioco; aveva introdotto il ritiro, la sua lungimiranza ha portato le squadre da lui allenate ad ottenere risultati impossibili, almeno sulla carta. Curava personalmente la dieta dei suoi, studiava i carichi di lavoro, sempre in calzoni corti e sempre in prima linea; ai tempi dell’Inter fu lui a notare un ragazzino destinato a lasciare il segno: Giuseppe Meazza. I suoi sistemi di gioco erano innovativi, geniali: con un modulo volto a distribuire equamente le responsabilità in campo, prevedevano terzini dai compiti anche offensivi.
La favola di Arpad e il suo enorme successo finirono improvvisamente, bruscamente: Weisz, licenziato dal Bologna calcio, riparò a Parigi ma nemmeno là fu al sicuro, quindi sempre insieme alla famiglia raggiungerà l’Olanda, paese che lo consegnerà alla deportazione.
Il testo che ce lo racconta – peraltro scritto molto bene da Matteo Marani, giornalista laureato in storia e filosofia – andrebbe letto nelle scuole, ma non solo: ne regalerei una copia ai nostri allenatori e giocatori, che imparino cosa significa vivere con un costante presagio di morte e fare finta che non esista per il bene della squadra.
Magari si lamenterebbero un po’ meno e troverebbero la pazienza di stare – anche ore – a rispondere alle domande dei giornalisti. Magari la smetterebbero di consigliare ai rappresentanti dei media di ‘andare da uno bravo’ (come Allegri ha fatto di recente, nella fattispecie) o di pretendere di trovare un alibi per qualsiasi circostanza (penso al Sarri del Napoli).
Arpad Weisz con la moglie e i suoi 2 figli. Roberto e Clara, moriranno ad Aushwitz colpevole di essere ebreo: della sua attivita’ nessuna traccia.
Eppure la sua lezione oggi sarebbe linfa, per restituire un po’ di sana vita a questo calcio malato.
Cinzia Fresia