Recoba, un pendolo che oscilla tra talento e guai

Alvaro Recoba, dall'Uruguay all'Inter con furore... forse troppo! Lo scandalo passaporti stroncò quello che sembrava un attaccante di grande talento.

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fonte immagine: profilo twitter uff dell'Inter https://twitter.com/Inter/status/1242950154984054784/photo/3

Álvaro Recoba dal 2001 al 2003 è stato il calciatore più pagato al mondo; diversi scandali hanno spesso adombrato le sue fantasie di mancino.

Recoba nasce in Uruguay ed è nel calcio del suo paese che dà sfoggio di talento, segnando un numero impressionante di goal.

Gli osservatori dell‘Inter furono subito attratti dal sudamericano e nel 1997 lo portano a Milano con tanti buoni propositi.

In effetti i presupposti furono ottimi: nonostante partisse raramente da titolare, Recoba segnava goal decisivi e spettacolari, al suo debutto siglò addirittura una doppietta.

La sua prima stagione nerazzurra si concluse con uno scudetto mancato di poco e la vittoria della Coppa UEFA.

In realtà le gerarchie interiste furono impietose con lui e pur di giocare Recoba si trasferì in prestito al Venezia, di cui divenne l’idolo e il salvatore.

La stagione con i veneziani avrebbe dovuto convincere l’Inter a considerarlo una prima scelta.

Il ritorno a Milano però si aprì con “lo scandalo passaporti” in cui finì coinvolto l’intero club, insieme a tantissime altre squadre della lega calcio.

All’Inter in particolare finirono nei guai Oriali, all’epoca direttore sportivo, e lo stesso Recoba.

La vicenda fu questa: per consentire a Recoba di giocare in Italia l’Inter si affidò ad una società illecita, in modo che potesse ottenere un patente di guida falsa.

Mentre il giudice sportivo lavorava alla causa Recoba fu lontano dai campi a seguito di una squalifica di 4 mesi.

Dopo nulla fu più lo stesso, a parte qualche raro goal da copertina Recoba era ormai l’ombra del giovane talento uruguaiano.

La cosa divertente? Dal suo ritorno in campo, fino al 2003, fu il giocatore più pagato del mondo del calcio!

Con l’Inter rimase fino al 2007, un tempo più che dovuto al club che fece letteralmente carte false per portarlo nel calcio europeo.

Si gode gli ultimi anni di carriera in patria, al Nacional, con cui festeggia una storica vittoria nel 2014. Recoba è il protagonista anche di quell’impresa: c’è chi vuole erigergli statua e chi addirittura si tatua il suo volto.

Ovunque vada, Recoba non riesce mai a passare inosservato.

L’anno dopo, con tante soddisfazioni e più di qualche rimpianto sulle spalle, Recoba si ritira ufficialmente dal calcio giocato.
Rimane legato al Nacional in veste di allenatore della squadra riserve.

 

Federica Vitali