Raffaella Carrà, un’artista, un’icona, una donna libera che ha fatto la storia

L'Italia è triste da Trieste in giù: "Raffa nazionale" se n'è andata ma la sua eredità resterà per sempre

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fonte immagine: profilo twitter ufficiale

Il suo caschetto biondo platino ha fatto la storia!
Il suo “colpo di testa” è diventato iconico!
La sua risata inconfondibile, da Trieste in giù ha persino travalicato i confini italiani!
La sua energia travolgente, la sua allegria contagiosa, la sua versatilità, l’hanno resa la showgirl più amata dagli italiani ma ha riscosso notevole successo anche all’estero.

Perchè lei è Raffaella!

Raffaella Maria Roberta Pelloni, alias Raffaella Carrà, nata a Bologna il 18 giugno del 1943.

Soprannominata anche “Raffa nazionale”, ha segnato un’epoca. 

Cantante che ha venduto milioni di dischi in Italia e all’estero e divenuta un vero e proprio fenomeno di esportazione della musica italiana nel mondo ma anche ballerina, attrice, conduttrice televisiva e radiofonica e autrice televisiva.

Poliedrica artista, ha rappresentato da quasi mezzo secolo l’intrattenimento più completo nel mondo dello spettacolo italiano.

È stata la prima icona pop, ma alle casalinghe è sempre piaciuta. Ha rivoluzionato la televisione” aveva scritto la giornalista Anna Maria Scalise nel 2008.

Dopo una carriera cinematografica iniziata negli anni Cinquanta, è negli anni ’60, con la televisione che arriva il grande successo e la rivoluzione targata Raffa.

Dopo un soggiorno in America tornò con la convinzione che “l’intrattenimento italiano avesse bisogno di una scossa di energia”.

E così arrivò il successo nei varietà televisivi dove inseriva “sequenze di canto e danza ispirate a Broadway” e arrivò il successo delle sigle.

Al fianco di Corrado in Canzonissima, diede scandalo per l’ombelico scoperto mostrato nella sigla d’apertura Ma che musica maestro!, che raggiunse le vette delle classifiche, vendendo 200 000 copie.

E’ poi stata la volta di un outfit aderentissimo, stivali tacco dodici a spillo, per cantare e fare “Rumore”.

Lei, donna libera, creativa, originale e anticonformista, incurante di poter risultare scandalosa, ha conquistato un’Italia troppo democristiana. Porterà avanti, a suo modo, una piccola rivoluzione sul Programma Nazionale della Rai, contribuendo ad aprire la mente degli italiani che vedevano ancora il sesso come un tabù.

Nell’autunno 2020 il quotidiano britannico The Guardian la incorona come sex symbol europeo, definendola «l’icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso».

Ma lo ha fatto con simpatia e familiarità, la sua è stata una rivoluzione garbata. Boncompagni, suo grande amico e collaboratore spiega che quella di Raffaella Carrà era una “sensualità gioiosa e mai volgare, che si accompagnava ad altrettanti sapienti equilibri: non era troppo popolare né troppo sofisticata; aveva talento, ma non era “troppo” brava. Non era un modello irraggiungibile, per questo piaceva a tutti: uomini, donne, bambini.”

“Oltre a diventare una delle personalità più conosciute nella sua nativa Italia,
Raffaella Carrà  ha fatto scalpore nel mondo di lingua spagnola del XX secolo.
Dove la Svezia aveva gli Abba,
 l’Italia aveva la Carrà,
che ha venduto milioni di dischi in tutta Europa.”

Emblema della rivoluzione targata Raffa è il celebre  il Tuca Tuca“, accompagnato da un balletto in cui, in coppia con Enzo Paolo Turchi, toccava – e si faceva toccare – ginocchia, fianchi, spalle e fronte. Un ballo in cui la donna viene toccata dall’uomo, ma lo tocca a sua volta, sovvertendo il gioco delle parti. 

Quel ballo debuttò nella sesta puntata di Canzonissima ’71 ma non fu riproposto nella serata successiva. C’è chi parla di censura della Rai e chi invece incolpa i giornali per aver creato uno scandalo dal nulla.

Molti suoi successi musicali sono cantati e ballati anche oggi tanto da essere remixati da Bob Sinclar.

Da donna emancipata, non ha mai nascosto la sua passione per il calcio.

Molto amica di Maradona, stimava Totti pur essendo una grande tifosa della Juventus.

In occasione dei Mondiali disputati in Italia nel 1990, posò sulla copertina della rivista Oggi con cappellino e maglia Azzurra, per tifare la Nazionale.

Nel 1986 poi, diventò apprendista giornalista e condusse “Novantesimo Minuto“.
Ospitata da Paolo Valenti che le mostrò come condurre il programma calcistico, con i monitor delle diverse partite fronte la scrivania del presentatore, si improvvisò giornalista facendo una serie di collegamenti con i campi mentre le squadre savano per scendere in campo.

Nel 2019, nel corso del programma ‘A raccontare comincia tu’, intervistò Leonardo Bonucci. Il difensore bianconero e della Nazionale si raccontò a cuore aperto parlando anche della brutta esperienza vissuta a causa della malattia del figlio Matteo.

La Carrà ha rivoluzionato il costume.

«Lo dicono adesso, ma per decenni sono stata considerata quella dell’ombelico, del tuca tuca o dei fagioli. Adesso che ho 75 anni dicono che ho fatto la rivoluzione» rispose a Vanity Fair.

E ancora, quando  le è stato chiesto se temesse di essere dimenticata:

«Se si scordano di te signifca che non sei stato poi così incisivo e che forse della tua presenza si poteva fare a meno».

Ecco, lei non potrà mai essere dimenticata perchè anche se ha lasciato questo mondo, lascia un’ eredità incalcolabile!

“La mia carriera è stato un continuo sorprendermi,
e questo è il massimo:
gioire di una piccola o di una grande cosa significa vivere.”

BUON VIAGGIO GRANDE RAFFA!!!