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Rabiot, Ramsey, De Ligt: tra eleganza e leadership, il primo impatto sul mondo Juventus

Come si sono presentati alla Juve Rabiot, Ramsey e De Ligt? Ecco le impressioni...

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La Juventus è partita per il suo tour asiatico dopo aver ufficializzato l’ultima – e decisamente la più preziosa – perla del  mercato bianconero in entrata. 

Adrien Rabiot, Aaron Ramsey e Mathijs de Ligt sono i tre personaggi che hanno catalizzato maggiormente l’attenzione del pubblico della Vecchia Signora, anche per come si sono svolte le loro vicende e la loro presentazione. 

Mi è piaciuto concentrarmi sulle loro  conferenze,  per analizzare  il loro approccio al mondo Juventus e le caratteristiche che sono emerse dal modo di porsi di ciascuno.

Tre personalità a tratti agli antipodi e con qualche elemento in comune che traspare non soltanto dalle loro parole, ma anche da alcuni comportamenti. 

Rabiot ufficiale Juve
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Adrien Rabiot, il Cigno Nero elegante e misterioso

Rabiot si presenta in conferenza esordendo con un saluto in francese. Colpisce l’estrema eleganza del suo aspetto – persino nel modo in cui parla -, lo sguardo attento e intelligente, la pacatezza con cui risponde alle domande. Ribadisce in moltissime occasioni di “essere a disposizione della squadra”, mostrando il giusto spirito per entrare nel mondo Juve.

Non nasconde le difficoltà vissute in campo e fuori dal campo dell’ultimo periodo parigino (Adrien ha perso il padre a gennaio, dopo una lunga malattia). Lo fa con stile, senza dare adito a ulteriori ammiccamenti. Dà la giusta importanza ai nomi altisonanti che lo avrebbero spinto alla Juventus, ma senza forme di eccessiva lode (nemmeno verso Ronaldo): indice di una personalità contenuta – almeno in questa presentazione – ma determinata. Di una giuste dote di umiltà ma senza servilismo. 

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Molto serio, poche volte si lascia andare al sorriso. Bravo a rispondere alla domanda su sua madre, distaccando i due ruoli di genitore e di agente. Il tutto mantenendo un’ aura di mistero, come se tanti suoi aspetti restassero ancora tutti da scoprire (di certo sarà cosi). Conquista indubbiamente il portamento e l’educazione con cui riesce a porsi per tutto il tempo: è un francese e come tale si è presentato.

Chiude con un “grazie a tutti” in italiano la cui musicalità alza il suo score immediatamente.

Voto : 8

 

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Aaron Ramsey, il Lord che sa farsi amare

Ramsey è bianconero già dallo scorso febbraio e ha dovuto attendere più di tutti per la conferenza stampa. Nel mentre, sui suoi canali social si è “autopresentato” con estremo spirito di intraprendenza – e appartenenza! – abbozzando il classico “Fino alla fine forza Juventus”.

Il giorno della presentazione tuttavia sbalordisce tutti prendendo la parola così:

“Buongiorno, grazie a tutti di essere venuti qui oggi. Vorrei dire quanto sono contento di essere venuto alla Juventus, una delle squadre più grandi al mondo. Scusate il mio italiano, non è molto buono, ma sto studiando. Grazie”.

Il tutto accompagnato da un sorriso splendido e un pizzico di gradita emozione. Un sorriso che riesce a tenere sempre e che esprime a 360 gradi la positività di questo giocatore, bramoso di entrare nel suo nuovo mondo e di condividerne ogni aspetto, lingua compresa. 

Umile, gentile, molto professionale e maturo, questo vero e proprio lord gallese sa pesare sapientemente nelle sue risposte consapevolezza e umiltà, trasmettendo un entusiasmo che non ci si aspetterebbe da uno che ha già così tanta esperienza calcistica. Ottima la descrizione di sè in campo (più volte sottolinea la sua attitudine all’offesa) e bellissime le parole per Claudio Marchisio, di cui eredita il numero 8. 

Un personaggio assolutamente da amare.

Voto: 9

 

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Matthijs de Ligt, il Baby Wall dal carisma di un Predestinato

Da Andrea Barzagli, the Wall, a Matthijs de Ligt, The Baby Wall. Anche se in verità, di bambino, il giovane olandese ha veramente poco. 

Matthijs durante la sua conferenza tiene testa e sguardo sempre alti, non tradisce la benchè minima emozione, non esita. Mai. Toglie e mette le cuffie a ogni domanda e risposta, quasi ansioso di liberarsi di ogni elemento che non sia  la sua voce. Parla con la maturità di un quarantenne  e pesa ogni parola come fosse oro colato.

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Preparato sulla Juventus e sui suoi cardini – a 19 anni conosce Scirea e adora Cannavaro -, sottolinea come l’invito di Ronaldo gli abbia sì fatto piacere, ma precisa che la decisione di arrivare alla Juventus è tutta sua. Più che il portoghese, è l’allenatore a averlo affascinato: lo confessa con estremo candore, confermando il contatto telefonico con lui. 

Sereno, pacato, appare assolutamente indifferente alle macchine fotografiche, alle inquadrature ravvicinate, dotato naturalmente di una presenza oserei dire scenica che nulla a che vedere con sul calcio. Matthijs è così, nato pronto.

Unico neo – tipicamente olandese, credo – l’ eccesso di distacco. Per questo il momento più bello a mio avviso della presentazione è il coro con i bambini. Durante il quale si lascia andare a una risata genuina, ricordandosi – finalmente – di essere ancora un diciannovenne.

Un leader naturale.

Voto 10

 

Daniela Russo

 

 

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