Quella notte del 22 maggio 2010 in cui l’Inter a Madrid salì sul tetto d’Europa

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Succedeva otto anni fa, l’Inter saliva sul tetto d’Europa conquistando il triplete e scrivendo la storia. Per la prima e unica volta nella storia del calcio italiano, il Club nerazzurro, all’epoca di Massimo Moratti, vinceva Campionato, Coppa Italia e Uefa Champions League. 

Ventitré + (lo special) one

Era stata un’Inter leggendaria. Se più o meno della grande Inter di Herrera, Suazo, Corso e Mazzola, poco importa. Era l’Inter del triplete. L’Inter di Josè Mourinho. Il Robin Hood del calcio che toglieva ai grandi per dare ai piccoli. Che batteva i marziani di Pep Guardiola, campioni di tutto per dare ai suoi di ragazzi, campioni solo in territorio nazionale. Più uomini che marziani e, come tali, con cuore e sentimento che solo gli uomini sono in grado di avere. Quegli uomini che quella notte (si) regalano un’emozione attesa e desiderata 45 anni, una gioia “Infinita che dura una vita”.

Era l’Inter di Maicon e Chivu, Samuel e Lucio, Zanetti e Cambiasso. Snejider dietro il tridente nerazzurro più bello dell’ultimo decennio composto da Pandev ed Eto’o con in mezzo Diego Milito.

 

“Mourinho ci disse che stavamo giocando troppo bene e che dovevamo giocare peggio per fare il raddoppio in contropiede. Io pensavo: ‘Questo è matto’”

Marco Materazzi 

Era la notte del 22 maggio e il Bernabeu era tinto di bianco e rosso da un lato e tanto, tantissimo nerazzurro dall’altro e la nord scriveva a caratteri cubitali “Ora insieme coroniamo il sogno”

 

Il Principe diventa Re nella notte di Madrid

22 come il numero che quel ragazzo, neanche più così giovane, portava sulle spalle, un segno del destino o forse un regalo che quest’ultimo ha voluto fare a quel ragazzo mezzo sconosciuto che la stagione precedente con la maglia del Genoa aveva tenuto banco fino all’ultima giornata ad un centravanti qualunque di nome Zlatan in corsa per il titolo di capocannoniere.

Tensione e adrenalina, ansia e speranze. Angoscia e vibrazioni positive, tutto insieme e tutto in contrasto. Tutto e niente si sarebbero realizzati nel giro di 150 minuti massimo, il sogno aveva una scadenza! Come Cenerentola che teme il rintocco delle lancette, l’ansia di non riuscire a baciare il principe attanagliava il popolo nerazzurro, quello sugli spalti e quello incollato davanti al televisore.

Lo sconvolgimento di trama lo decide però Diego Milito, il principe mai stato ranocchio che da gentiluomo che si rispetti bacia la principessa salvandola da un sonno durato troppo a lungo. Cavaliere senza macchia e senza remora, condottiero di un’avventura ancora a tratti surreale che nelle partite precedenti aveva già blindato in cassaforte un double, segnando a Roma il 5 maggio in finale di Coppa Italia e a Siena il 16 maggio conquistando il 18′ scudetto.

35 i minuti che son serviti al trentenne argentino per farsi carico ancora una volta di un verdetto che avrebbe cambiato le sorti della storia. Trascorrono 35 giri d’orologio prima  che Sneijder su sponda di Milito serve una splendida palla indirizzata all’argentino che fa irruenza in area e mette a segno il gol del vantaggio.

Si sdraia a terra sotto la curva e sulla bagnata erbetta del Bernabeu per concedersi quello scarico d’adrenalina necessario alla ripartenza. Dopo essersi rimesso in piedi, trascorrono altri 35 minuti prima che il ragazzo di Rosario rendesse reale un sogno e prima che il suo nome venisse inciso su quella Coppa che poco dopo Javier Zanetti avrebbe alzato al cielo di Madrid.

“Eto’o, Milito, vanno avanti i due attaccanti principi dell’Inter, Milito, una finta, in area…E ancora, il principe Diego Milito, la firma lui probabilmente questa finale, questa Coppa. Il principe diventa re nella notte di Madrid”

Fu la frase di Massimo Marianella mentre il 22 nerazzurro segnava la rete della doppietta, frase emblema di quella che fu il raggiungimento di un sogno che oggi più che mai riprende vita. Da quel giorno sono trascorsi otto lunghi anni, di cui sette lontani dal palcoscenico che più ci ha fatti sognare. Oggi si scrive una nuova storia. Oggi l’Inter è tornata, oggi Inter is here!

 

 

Grazie per i brividi quella notte magica,
io ti giuro che sarò sempre con te!

Egle Patanè