Quella fascia da Capitano senza nome e senza identità

La Lega Serie A ha decretato un' unica fascia da Capitano, uguale per tutti: sui social Papu Gomez esprime le sue perplessità per un gesto che spersonalizza l'importanza del ruolo

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O Capitano! Mio Capitano!

Così esordisce una celebre poesia di Walt Whitman, nella quale il nome dell’uomo rimane sconosciuto per tutta la durata dei versi.

Così sarà anche nella prossima stagione di Serie A: la fascia da Capitano sarà unica per tutti, secondo il modello ispiratore della Premier League alla quale – in maniera palese – il  nostro campionato maggiore ambisce a ispirarsi in tutto e per tutto: una semplice fascia bianca, con il logo della Serie A e una sola scritta Capitano in blu, senza alcuna possibilità di scrivere su essa nemmeno nome e cognome del giocatore che rappresenta, con la sua anzianità, il club.

Si può immaginare che la cosa abbia creato un minimo di disappunto: vero e proprio dispiacere nel caso di Papu Gomez, Capitano della Dea, che non ha esitato a utilizzare i social per esternare la sua delusione circa la decisione presa dalla Lega. Alejandro è stato sempre molto originale nella scelta  di quel dettaglio al braccio che  diventa veicolo di personalità e identità:

Nella foto si possono ammirare alcune delle originali fasce  del giocatore, indubbio segnale di creatività, fantasia  e voglia di identificarsi.

Le parole di Gomez sono condivisibili: troppo spesso si dimentica che quei ragazzi in campo sono persone, che dietro al numero di maglia c’è un uomo con il suo carattere e il suo modo di esprimersi. Si vorrebbe cancellare tutto in nome dei soldi che guadagnano, ma non si può: un calcio svuotato di ogni tipo di passione – persino questa che può apparire anche banale e frutto di egocentrismo, forse – sarebbe un prezzo troppo alto anche per chi viene lautamente stipendiato.

Daniela Russo