Quelle lacrime – che non sono solo dolore – non sbagliano mai.
Sono l’attimo della consapevolezza.
Quando ho visto Zaniolo coprirsi il viso e piangere, non ho avuto alcun dubbio che fosse il ginocchio. Un calciatore lo sa cosa sta succedendo al suo corpo. Anche se così giovane come Nicolò Zaniolo.
Quelle lacrime sono perdurate fino al suo arrivo a Villa Stewart, quasi inconsolabili, prima di apprendere il già noto verdetto.
Perché in quei momenti sbuca subdola la paura: paura del tempo, del recupero, di non tornare più a essere come prima. Anche se dici l’esatto contrario.
Vi giuro… Tornerò più forte di prima.
E allora aspetti quella carezza di Cristiano, sotto lo sguardo mesto di Paulo Dybala: entrambi hanno capito cosa è successo e ti sono vicini mentre tu non ce la fai nemmeno a guardare.
Arrivano i messaggi dei compagni di squadra – e anche avversari – che non una, ma ben due volte hanno vissuto il tuo stesso dramma ma ce l’hanno fatta a tornare:
Una dose abbondante di fiducia e di calore arriva repentina al giovane Nicolò, per togliere dal viso quelle lacrime che si ostinano a scendere e per scacciare dal cuore quelle remore e quel timore.
Anche il C.T. Mancini non ha mancato di incoraggiarlo:
Forza Nicolò! Ti aspetto in campo più determinato che mai 💪 pic.twitter.com/R3pxKy0X2C
— Roberto Mancini (@robymancio) January 13, 2020
Con la consapevolezza che questo giovane talento tornerà ben presto a deliziarci con le sue giocate, voglio augurare anche io un grosso in bocca al lupo a Zaniolo.
Coraggio Nicolò: hai tanto, tanto tempo davanti a te per dimostrare quanto vali.
Daniela Russo