Qualcuno insegni l’arte del tacere, soprattutto dopo una sconfitta

L'effetto sui tifosi delle parole - di Agnelli e Bernardeschi - dopo la sconfitta in Champions

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Sono passate poco più di trentasei ore dalla sconfitta con Ajax ma non si placano gli animi, continuamente accesi da dichiarazioni e frasi assolutamente fuori luogo per combinazione spazio-temporale.

 

Il primo a fare ciò è stato proprio lui, l’uomo che di comunicazione dovrebbe saper vivere e che invece più di una volta ha dimostrato di toppare alla grande: Andrea Agnelli.

Ieri allo Stadium ha vinto il football che l'Allegri(a) snobba, Agnelli
Andrea Agnelli
Foto: Juventus.com

Senza andare a scavare in dichiarazioni passate, bastano quelle del dopo partita in cui si presenta con un bel sorriso sulle labbra, mentre noi stiamo ancora strabuzzando gli occhi per lo scempio cui abbiamo assistito per 95 lunghi minuti.

Saremo forse troppo suscettibili, ma quel sorrisetto pure un po’ saccente fa salire letteralmente il sangue al cervello.

 

Poi come se niente fosse il buon Andrea elogia l’annata bianconera ricordandoci che sabato – forse – conquisteremo il titolo per l’Ottava volta consecutiva, quindi la stagione è da considerarsi positiva.

Ma non era lui che a Villar Perosa aveva dichiarato che l’obiettivo Numero Uno era la Champions?

Magari ricordo male.

Ciliegina sulla torta (a proposito, ma la torta?), l’Erede annuncia con candore la riconferma di Massimilano Allegri in panchina, gettando così un bel calderone d’acqua bollente sulle ferite di migliaia di tifosi.

Un tempismo senza precedenti. Chapeau, Presidente.

 

Il giorno dopo, quando oramai hai fatto il giro di tutti i social e ti sei accorto che nessuno – nemmeno Leonardo Bonucci! – ha scritto frasi eroiche di circostanza in cui si proclama il rinnovo della ‘Caccia alla Coppa’ per la Stagione 19/20, arriva all’ultimo respiro questo fantastico, spettacolare post di Federico Bernardeschi:

E no. NO.

Pure la conclusione con la frase di John Lennon? NO!

Ma io mi chiedo: è così difficile prendersi qualche giorno per pensare, per riflettere, per tacere? E’ così difficile portare rispetto per una piazza che da anni si sente ripetere esattamente le stesse parole senza mai vedere – sul campo – UNA VOLTA un atteggiamento differente?

 

Non vi cito, a tal proposito, i commenti dei tifosi alle parole dell’ingenuo ragazzo di Carrara.

Dico soltanto che fare silenzio è un’arte, una forma di saggezza che decisamente il mondo sta obliando, in preda alla frenesia della rete dove tutti possono e devono parlare di tutto.

Rimpiango i bei tempi in cui venivano indetti i silenzi stampa.

Non te la prendere Fede, non è personale: ma la prossima volta, per favore… Mettilo via quel cellulare. Fai sicuramente una figura migliore.

Daniela Russo