Anche uno come Quagliarella che di maglie ne ha vestite tante nel cuore ne porta solo una. Certo con la maglia della Samp si è messo in luce al grande pubblico; poi c’è stata l’Udinese con la quale ha raggiunto, in coppia con Di Natale, l’Europa; finalmente arriva il Napoli, il club della sua città, per poi fare il salto in un grande club approdando alla Juve dove ha vinto trofei e ha potuto ambientarsi nel capoluogo piemontese tanto da vestire, in seguito, la maglia granata: un ritorno dopo nove anni nella squadra in cui è cresciuto e con la maglia con la quale ha esordito in serie A.
Convocato da Conte in Nazionale in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano ha parlato del suo passato in tutti questi club “sono capitato spesso nel momento sbagliato, colpa mia e degli allenatori che forse non mi hanno dato abbastanza fiducia”.
Invece al Toro ha la piena fiducia di Ventura e la sta ripagando con prestazioni convincenti. Tanto da aver indotto Conte che lo conosceva dai tempi della Juve e con il quale non ebbe un rapporto idilliaco a convocarlo. “Avendo fatto bene in queste prime giornate credo che Conte mi abbia voluto premiare. Il mister è sempre lo stesso, quando c’è da lavorare non guarda in faccia nessuno“.
Nonostante certi legami, certi successi, certi traguardi, certe esperienze nel cuore di Fabio c’è una squadra che più di tutte occupa un posto speciale “ero sono e sarò un tifoso del Napoli” ha dichiarato, nonostante proprio con il club partenopeo non si sia lasciato bene. Tifoso tanto da aver esortato Insigne, suo compagno in camera, a crederci perchè per lui “Sarebbe il massimo scudetto al Napoli e Toro in Champions” .
Caterina Autiero