Professor Scoglio, oltre le parole: il calcio vissuto con l’anima

Scoglio è stato molto più di un allenatore. Ha rappresentato uno di quei rari casi di identificazione profonda tra un allenatore e una piazza

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Morirò parlando di Genoa…” usava ripetere spesso
Franco Scoglio

E così è stato…

Il Professore -come veniva chiamato- morì quattordici anni fa, il 3 ottobre 2005, mentre partecipava ad una trasmissione sportiva negli studi televisivi dell’emittente locale “Primocanale”, stava parlando del suo Grifone.  – Scoglio si sentì male dopo un vivace confronto telefonico con il presidente Preziosi. La trasmissione fu sospesa per consentire l’intervento dei soccorritori ma tutti i tentativi di rianimazione risultarono vani.-

Perchè tra quel diplomato ISEF e laureato in Pedagogia nato a Lipari il 2 maggio 1941 e la piazza genoana si era creato un legame forte e unico destinato a restare in eterno.

Immagine: Messina Sportiva

Un legame iniziato nel 1988, quando Scoglio, dopo varie panchine in C1 presso club della Sicilia e della Calabria, e dopo aver guidato la promozione in Serie B del Messina, arriva a Genova voluto da Spinelli.

Un legame consolidato dopo un anno con la conquista della promozione in Serie A e successivamente con la salvezza nella massima serie.

Scoglio e il Genoa rappresentano un tutt’uno. 

In Italia poi, allenerà un po’ ovunque (Bologna, Udinese, Torino, Pescara)  senza mai distaccarsi del tutto  dalla città ligure, dove si recava frequentemente; dove si è spento.

«Il mio calcio è fatto così: 47 per cento tecnica,
30 per cento condizione fisica e 23 per cento psicologia.»

Il Professore però è molto più di un allenatore.

Citazioni, massime e battute che hanno segnato la storia del calcio italiano- lo caratterizzano: un modo tutto suo per spiegare le idee tattiche spesso geniali -per molti bizzarre- e rispondere alle critiche; una maniera tutta sua di comunicare con i media, i tifosi, i calciatori e i presidenti.

Frasi che rappresentano alla perfezione il suo essere fuori le righe e la sua immensa carica motivazionale.

«Sapevo che un mio giocatore la sera andava in discoteca fino a tardi, l’ho seguito e quando è entrato nel locale gli ho lasciato un biglietto nel tergicristalli con scritto:”Stai attento, il tuo allenatore lo sa!”…Non c’è andato mai più.»

«La vittoria non mi da emozioni particolari ma odio la sconfitta. Quando perdo divento una bestia e a casa litigo con mia moglie.»

«Sono un diverso perchè non frequento il gregge: il sistema ti porta all’alienazione.»

«Io non comando i giocatori, io li guido.»

Il “personaggio” Scoglio conquistò tutti ma ben oltre le parole… perchè lui il calcio lo ha vissuto con l’attenzione di un Prof ma anche tanta anima e quel pizzico di sana follia.