Home Mercato e Finanza Calciomercato Prima McKennie, poi Reynolds: nasce la Juve made in USA

Prima McKennie, poi Reynolds: nasce la Juve made in USA

Un altro texano per la Vecchia Signora

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Dopo Weston Mckennie, un altro americano : Bryan Reynolds. 

La Juventus guarda agli Stati Uniti come terra promessa di giovani talenti.

Dopo il validissimo centrocampista in prestito dal Schalke 04, è il turno del diciannovenne laterale del Dallas.

Reynolds
Fonte immagine profilo twitter Fantacalcio

Il prestito di McKennie si è rivelato un’ottima mossa e sta raccogliendo già i suoi frutti.

McKennie, dal Texas energie fresche per la mediana bianconera

Un centrocampista completo, capace di fare un sacco di cose e di farle tutte bene, un calciatore moderno che gioca per la squadra ma cui non disdegna mettersi in mostra ( con preziose reti, e non solo).

Inutile dire che in quel di Torino si lavora già per riscattarlo.

Sulle tracce di Bryan Reynolds c’erano da tempo anche la Roma e il Brugge e per diverse settimane la trattativa sembrava a favore della squadra della Capitale.

Solo due giorni fa, grazie alla “sinergia” con il Benevento, la Juventus sembra aver finalmente messo le mani sul classe 2001.

Il texano difatti approderà per 6 mesi allo Stregone, vista l’impossibilità della Juve di tesserare al momento un altro extracomunitario. Stessa formula utilizzata, del resto, per Merih Demiral.

La squadra campana concluderà un prestito con obbligo di riscatto per 7 milioni, e a giugno la Juventus potrà valutare il futuro del giovanissimo terzino.

Cosa sappiamo di lui? 

Bryan Reynolds è nato ( a Fort Worth) e cresciuto in Texas, sia come giovane uomo, sia come calciatore.

 A soli 14 anni diventa il più giovane calciatore della storia del club dei Dallas dopo aver fatto parte dell’ Accademy. Lo stesso club  che la scorsa stagione lo ha eletto rivelazione e MPV dell’ anno, dopo un totale di 19 presenze, 4 assist e una costante partecipazione in fase offensiva:

Fino ai 18 anni Reynolds ha giocato da ala, per poi essere trasformato in terzino a tutta fascia: intuizione dovuta alla sua velocità e alla fisicità che ne fanno un elemento scomodissimo, sia in attacco, sia in difesa.

Il terzino sarebbe stato il secondo americano anche per la Roma (che ha anche l’attuale Presidente texano, ricordiamo): del resto i giallorossi sembravano sicuri di portare a casa il giovanissimo statunitense.

Un intreccio tutto made in USA che proclama sempre di più gli Stati Uniti come vertice del futuro calcistico mondiale. 

 

 

 

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