Gli inglesi hanno deciso: la Gran Bretagna non sarà più un membro dell’Unione Europea. L’uscita del Regno Unito dalla comunità europea presenterà delle ripercussioni anche sul mondo del calcio e nonostante ancora non si ha la sicurezza delle conseguenze che ne deriveranno, è possibile ipotizzarle. La decisione dei britannici arriva nel bel mezzo del calciomercato; proprio per questo motivo, il riscontro più prossimo potrebbe verificarsi in questo contesto. Con la Brexit, infatti, la sterlina sembra essersi già svalutata e la perdita di valore della moneta inglese può sicuramente influire sulle trattative in uscita e soprattutto in entrata dei club britannici che si vedranno costretti a versare cifre quantitivamente più elevate, rispetto a quelle prospettate fino a due giorni fa, per assicurarsi le prestazioni di giocatori di cittadinanza straniera. Anche la nazionalità dei calciatori militanti in Premier potrebbe rivelarsi un’altra problematica da affrontare per le società inglesi. Infatti quasi i due terzi dei giocatori attualmente impegnati nel campionato inglese, una volta formalizzata l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue sarebbero di fatto considerati extracomunitari e, oltre a non essere più valido per loro il diritto di libera circolazione dei lavoratori, vincolante per i membri, sarebbero soggetti anche alla norma della Uefa relativa al numero massimo di tesserati extracomunitari per club. Nelle rose delle società britanniche inoltre, stando alla regola prevista dall’articolo 19 Fifa, non potranno più esserci atleti minorenni provenienti dai paesi aderenti alla comunità, compresi i trasferimenti internazionali inerenti i giovani di età compresa tra i 16 e i 18 anni che, all’interno dello Spazio economico europeo e dei Paesi dell’Ue, sono ammessi. Dunque i talent scout britannici potranno scovare talenti soltanto nel loro paese e questo potrebbe rivelarsi positivo per la crescita dei calciatori di casa. La Premier League continuerà ad essere uno dei campionati più allettanti del palcoscenico mondiale, tuttavia non potrà più essere considerato il più importante a livello europeo.
Chiara Vernini