Da bambino quello che sognavo di essere era il calciatore. Non mi interessava la scuola, ogni momento libero lo trascorrevo con un pallone: ciò ha dato i suoi frutti. Ogni volta che scendo in campo davanti a migliaia di persona, ancora non ci credo. Tuttavia, c’è qualcosa che mi distingue dalla maggior parte degli altri calciatori di Premier: sono gay.
Queste alcune delle frasi che si leggono nella lettera anonima che un giocatore della Premier League ha inviato alla Federazione inglese senza rivelare nulla di più.
Il giovane in questione è quindi protagonista di un coming out a metà, un bisogno di mostrarsi per ciò che è che non può ancora essere del tutto soddisfatto:
Anche se il cuore mi dice di parlare, la testa mi ferma: “Perché rischiare tutto?”. Ho un ottimo stipendio, non mi manca nulla, se non una relazione. Non credo che il calcio sia pronto per un coming-out.
Una lettera aperta che ancora una volta pone l’accento su quanto sia difficile trattare – e accettare – il tema dell’omosessualità in un mondo virile e maschio come quello del calcio, in cui l’argomento è, malgrado qualche precedente – ancora bollente.
Il giocatore – chiunque egli sia – compie un piccolo passo avanti verso la sensibilizzazione generale, sperando di smentire le sue stesse parole per non dover attendere, come riporta la lettera la fine della carriera calcistica per avere totale serenità.