#PrayforParis, un orrore senza fine. La solidarietà del mondo del calcio

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Dicevano che la storia insegna, che il monito ufficiale della Uefa “Respect” era un modo per ricordare su tutti i campi di calcio quanto ogni competizione sportiva e non, debba essere basata sul rispetto dell’altro. Ci ricordano durante ogni match che è vietata la discriminazione di ogni tipo: di razza, di religione, di etnia. Questo però non basta. Non è bastato ieri sera e non basterà domani.
Ieri sera allo Stade de France si disputava l’amichevole Francia – Germania, un’amichevole passata alla storia come l’amichevole incubo, l’amichevole del terrore, un’amichevole che, di amichevole non ha avuto nulla, purtroppo, oseremmo dire.
Mentre tutte le luci erano puntate su due delle nazionali più forti d’Europa in campo, le luci della Capitale francese si spensero. La torre Eiffel, simbolo parigino, per la prima volta privata di tutto il suo splendore ma, a spegnersi non sono soltanto le luci di Parigi. A spegnersi è la speranza di credere che si possa imparare dagli errori, la speranza che si possa essere umani prima di essere uomini.
Un’amichevole che pare non sia mai finita perché chi l’ha vissuta in prima persona non dimenticherà facilmente, forse mai. Non ci sono i modi nè tantomeno le forze per i “Se” e per i “Ma”. Una città messa in ginocchio dai fanatismi e dai voleri di uomini che ben lungi dall’esserlo davvero hanno spezzato ancora una volta la parola umanità in tanti piccoli frammenti sempre più difficile da ricomporre. Parigi, città di libertà, fratellanza e uguaglianza è stata resa teatro di un orrore che di fraterno ha solo il dolore. Il dolore che si può scorgere da ogni angolo della città, un dolore che affligge non una città, non una nazione nè tantomeno un continente bensì l’intera umanità, perché ad esserne coinvolti lo siamo tutti.
La partita si è conclusa nel peggiore dei modi, nè vinti nè tantomeno vincitori. Dopo attimi di panico, il campo dello Stade de France si è trasformato in un rifugio neanche poi così sicuro, ma chi era lì, forse ancora neanche troppo lucido per rendersene conto si è riversato sul campo in preda al panico e al delirio. Lo stadio è stato evacuato da tre diverse uscite, la nazionale francese verso le 2 ha lasciato lo stadio, mentre i giocatori tedeschi hanno pernottato all’interno dello stadio per poi essere accompagnati in aeroporto vero le 9 di stamattina dove, ad attenderli lontano dai terminal, c’era un aereo tedesco.
La Confederazione calcistica europea ha espresso la sua solidarietà alla Francia. Pare, inoltre, che sarà osservato un minuto di silenzio e le squadre scenderanno in campo con il lutto al braccio in tutti i match che si disputeranno nei prossimi giorni.
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Egle Patanè