L’Inter torna a vincere e vivere al Marassi. Gagliardini spietato contro i rossoblu; Icardi torna e si riprende l’Inter sul campo e sui libri di storia: segna il 123esimo gol e raggiunge Vieri. Intanto con Perisic pace fatta?
L’Inter di ieri sera contro il Genoa sembra una canzone di Vasco. A metà tra ‘Siamo solo noi, generazione di sconvolti che non han più santi né eroi‘ e ‘Vivere‘. E infatti sì, vivere, è passato tanto, troppo tempo da quando i nerazzurri non vincevano una partita con così tanta scioltezza e fluidità.
Più o meno da una delle ultime apparizioni di quell’argentino col 9 sulle spalle lì in mezzo all’area di rigore e in mezzo ai suoi compagni. L’ultima vittoria liscia risale al Benevento in Coppa Italia, quando proprio Mauro Icardi tra i sei goal dell’Inter ne segnava uno dal dischetto. Poi la Lazio, sempre in Coppa, e a segno altri due rigori. Da lì cinque partite senza far gol prima di un’assenza durata giusto il tempo di far succedere il pandemonio. Da allora sembra essere passato un secolo.
Quante fatiche! Persino il derby con un brutto Milan che è comunque riuscito più di una volta ad accorciare le distanze, al di là del risultato, ha lasciato qualche retrogusto leggermente acre che ha fatto più volte riflettere. La Lazio aveva riaperto ogni discorso, se non propriamente di classifica, di certo sulla salute fisica e mentale della squadra. Keita non al top, Lautaro infortunato, Icardi a bordo campo da ospite d’onore, pochi spiragli di uno Spalletti in apertura verso di lui…Un’Inter tornata in pieno mare, nel bel mezzo di un naufragar tra incertezze e dubbi.
Inter: quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita
A soli quattro giorni da quella funesta domenica, finita con tanto di schianto contro l’iceberg laziale, ad attendere c’era un Genoa che solo il giorno prima di Inter-Lazio aveva battuto la capolista. Una partita tutt’altro che semplice con l’aggravante di una vittoria al Marassi che mancava dalla stagione 2011/2012. A mancare anche e soprattutto Lautaro Martienz, che domenica scorsa lì davanti ha dato modo di far sentire della sua mancanza. Domenica come contro l’Eintracht, quando, l’assenza di una vera prima punta ha fatto soffrire. Spalletti rispetto a domenica, però, fa retrofront e Icardi c’è.
Vivere è passato tanto tempo, ma Gagliardini e Icardi-Perisic miglior nemici
La formazione è la migliore che Spalletti potesse fare e questa volta l’uomo di Certaldo non replica l’errore di domenica scorsa e non sbaglia nulla. Quell’Icardi lì alla fine della lista dei prescelti sembra quasi strano. Tuttavia il 9 c’è e si fa notare più che percepire. Ci mette 15 minuti l’Inter prima di calibrare bene il mirino e dopo qualche conclusione imprecisa e qualche scelta di tempi errata, il primo gol arriva al quarto d’ora.
La rivincita di un Gagliardini scatenato ancora contro il Genoa
A mettere la palla in rete è Roberto Gagliardini. Il numero 5 nerazzurro sembra avere un feeling particolare contro il Genoa e segna il terzo gol stagionale contro il Grifone. Quattro le reti totali per lui (almeno fino a quel momento). Dopo la rete contro la Spal, un gol che ad esser sinceri salva una prestazione non brillante ma un derby giocato molto bene, l’ex Atalanta era stato escluso dalla partita contro la Lazio sebbene potesse essere una partita della sua portata. Spalletti sopperisce e lo schiera titolare ieri sera.
Lui, per contro, segna e gioca una partita da quasi 9 in pagella. L’entusiasmo del primo gol gli dà carica e imbastisce una prestazione che gli frutta applausi. La scelta di tempo e la lucidità nell’attaccare il pallone valso il primo gol è da quasi centravanti, una nota di merito non indifferente per il centrocampista spesso vittima di lucidità latente nel centrare lo specchio della porta. Il Gaglia di ieri sera sembra calato da un nuovo pianeta. Un rimpianto in più di una scelta sbagliata presa domenica scorsa quando a girare male fin troppe cose.
Ieri il timido Roberto sembra davvero tutt’altra storia di quello visto persino con la Spal nonostante il gol. Pressione, passaggi calibrati e puliti, dribbling e pressione. Ma non solo. Lui la apre e lui la chiude. Su un corner di Perisic, attacca il primo palo e ancora una volta con una lettura d’azione impeccabile e tempo perfetto, colpisce il pallone. Gran tentativo di parata di Radu ma il portiere romeno arriva sul pallone oltre la linea di porta e la Goal line Technology convalida: poker nerazzurro.
Una grinta che lascia quasi esterrefatti e che può soltanto compiacere. Il centrocampista dal cuore troppo grande è stato spesso al centro del ciclone. Dimostrata in alcuni casi insicurezza, è stato spesso eclissato dalla personalità altrui compromettendone le prestazioni. 17 soltanto le presenze per lui quest’anno, ieri come al derby ha confermato quella crescita che soltanto il campo può suggellare. Due reti che gli rendono quella rivincita d’orgoglio. L’ex atalantino dopo il goal scappa ad abbracciare Joao Mario in segno di vicinanza, affetto e amicizia dopo la morte del papà.
Icardi c’è e fa la differenza
Gaglia segna ma nel film mandato in onda ieri a Genova, gli attori protagonisti sono molteplici. La prima rete più di tutte è un insieme di sintonia e intesa e porta più ‘zampini’. Asamoah sulla sinistra pennella un pallone verso il centro, Perisic col velo, poi Gagliardini che si insedia e colpisce. Nell’azione (inter)ferisce pure Icardi che, ad onta di tutto, è tutto fuorché inutile. L’argentino infatti, cecchino per antonomasia, nell’attaccare la profondità si trascina dietro ben due difensori rossoblu. Intenti a marcare a uomo più che a zona, lasciano lo spazio necessario a Gagliardini di fiondarsi con i giusti tempi su una splendida palla.
Al 20′ Brozovic recupera un pallone su una possibile ripartenza genoana, agganciando gira su Politano che serve Icardi sulla corsa. L’argentino scarica su Nainggolan, uno-due tutto belga-argentino, Icardi per Nainggolan che gliela rende: l’asse tra i due è micidiale. Accentratosi e rimasto solo e libero di calciare, Icardi solo davanti a Radu sceglie la potenza, ma calibra male e il pallone finisce sciaguratamente sul palo destro.
Al 40′ però, Politano dalla destra serve ancora una volta l’argentino che si fionda in area ma mentre prova a coordinarsi Romero lo trattiene e Mariani indica il dischetto. “Il rigore lo calcia chi si sente di calciarlo, è una decisione che spetta ai giocatori” – disse Spalletti – e i giocatori mandano dagli undici metri proprio Mauro Icardi.
Da rigore a rigore, da comunicato a comunicato
Come nel 2016, quando in un Inter-Cagliari che succedeva ad un comunicato-invettiva della Nord contro l’ex Capitano, reo di aver riportato una narrazione controversa che riguardava gli ultras nella sua autobiografia, Maurito va a calciare il pallone.
La differenza tra allora e ieri è sostanziale: questa volta il centravanti non teme pressione né fischi e con un destro glaciale spiazza Radu spedendola sull’angolino sinistro.
Il primo ad abbracciare l’argentino è Joao Miranda, quindi Nainggolan, Gagliardini, Skriniar, D’Ambrosio ma a fare la differenza è l’arrivo nella mischia di Ivan Perisic. Un’esultanza e un abbraccio che potrebbero scacciare ogni polemica o magari aizza dubbi di chi lo ritiene solo di facciata.
Ma dopo un altro quarto d’ora di gioco, i due nerazzurri rincarano la dose e se ai tempi d’oro ci avevano abituati al Perisic to Icardi, ieri sera mischiano le carte e questa volta è Icardi a servire Perisic. Ancora Nainggolan a metterci lo zampone: è il belga a strapparla ai piedi di Pereira, tocco indietro per Asamoah che lancia lungo a cercare Icardi. L’argentino sfrutta la disattenzione della difesa rossoblù intenta a seguire il pallone e sul filo del fuorigioco aggancia e scarica su Perisic in corsa verso il centro. Servito in mezzo, il croato sfrutta il corridoio davanti a sé – che più che un corridoio è una prateria – e punisce ancora un povero Radu, spiazzato anche questa volta.
A Mauro basterebbe la partita di ieri per cancellare quel Parma-Inter da dimenticare, ultima volta in campo. Tutto facilmente passabile, se quello tra Icardi e l’Inter non fosse un problema ben più sedimentato. Cancellare quanto accaduto dopo quel match al Tardini, più che difficile è proprio impossibile e infatti al gol ritrovato i tifosi presenti al Marassi hanno fischiato più che esultato. Il ritorno di Mauro, però, è scoppiettante: gol e assist. Ma non solo, perché Icardi riesce ad imbastire quel lavoro ‘sporco’ che Spalletti fino a due mesi fa gli chiedeva di fare.
Mauro corre tanto e si muove bene. Si trascina dietro i difensori, libera l’area, serve i compagni, si procura una rete e segna. Cerca e viene cercato persino Perisic e da Perisic. A fine partita si aggiunge ai compagni e, ad onta di tutto, va sotto il settore ospiti mettendoci faccia e spalle larghe. In una situazione in cui tutto avrebbe potuto giocare un ruolo opprimente, Mauro si prende la sua Inter, quantomeno quella sul campo. Mentre gli si imputa di non essere degno della maglia nerazzurra lui se ne infischia e continua a macinare numeri, scrivendo pezzi di storia.
Con il penalty di ieri sera raggiunge il 123′ gol posizionandosi all’ottava posizione dei giocatori con più reti con la maglia nerazzurra in tutte le competizioni, raggiungendo Bobo Vieri.
E sorridere dei guai, così come non hai fatto mai, e sperare che domani sarà sempre meglio
Tra polemiche e tifoseria spaccata, a riequilibrare il tutto ci pensa la squadra. Per il tanto sciorinato bene, l’Inter torna a fare l’Inter come meglio può e dovrebbe: segnando, vincendo e perché no, festeggiando con tanto di abbracci.
Fila tutto liscio per i nerazzurri a Marassi che riescono a fare tutto questo. Dopo lo scivolone contro la Lazio, l’Inter torna a vincere e sì, sembra proprio il caso di dirlo, anche a vivere. Almeno così si spera che sia.
Nell’attesa del domani e auspicando si scongiurino nuove e ulteriori complicazioni, è il caso di godersela così per com’è. Pazza e borderline, quest’Inter come da copione rende giustizia al suo dna e alle parole di Vasco. Come direbbe il cantautore che tanto bramava una vita spericolata…Siamo solo noi, generazione di sconvolti che non han più santi né eroi che nella notte di Genova sorride dei guai così come non hai fatto mai. E ai nerazzurri, quelli fuori dal rettangolo verde, quelli che il bene dell’Inter prima di tutto, non resta che sperare che domani sarà sempre meglio.
Egle Patanè