Soltanto ventidue minuti giocati contro la Croazia, tutto il resto da spettatore inerme in panchina a assistere alla disfatta dell’Albiceleste: questo in sintesi il Mondiale di Paulo Dybala, un’avventura cominciata male e finita ancor peggio se si contano le ripercussioni che l’eliminazione argentina avrà su Messi, su Sampaoli e sulla Federazione tutta.
Un’ esclusione che per molti ha assunto i contorni di una vera e propria umiliazione gratuita per il giovane attaccante argentino che non ha trovato posto nemmeno quando ci si giocava il tutto e per tutto contro la Francia.
Mai una protesta, una parola fuori posto: Paulo Dybala è avvezzo ai trattamenti radicali. Questa ultima stagione alla Juventus è stato abituato – senza mezzi termini – alle esclusioni nei momenti topici, nelle gare importanti, talvolta per sue mancanze, altre volte in nome di un ‘equilibrio’ che lui non sarebbe in grado di garantire. Eppure ha aspettato in silenzio sorridendo, abbracciando i compagni a bordo campo e manifestando gioia per ogni singola vittoria, proprio come ha fatto con l ‘Albiceleste.
Con gli occhi del senno di poi, lo scarsissimo minutaggio concesso alla Joya dal CT argentino appare come un vero e proprio ostracismo nei confronti di un giovane che ha sì ancora tutto da dimostrare ma al quale non viene nemmeno concesso il beneficio del dubbio. E se è vero che Sampaoli ha definito il dieci bianconero un anarchico – e su questo si può in qualche modo convenire – è pure vero che l’anarchia di Paulo Dybala andava utilizzata come risorsa alternativa e non come deposito da tenere in panchina. Se non altro, da sperimentare: soprattutto quando le uniche soluzioni ti vengono da colpi geniali di Di Maria o da lampi di un altalenante Lionel Messi. Ma qui si apre un altro capitolo: chi, veramente, esclude dalla rosa titolare Paulo Dybala? Quali leggi governano – o meglio, non governano – lo spogliatoio della Seleccion?
L’argentino ha voluto sottolineare la bellezza di una esperienza – la prima, indimenticabile – che comunque gli ha dato emozioni incredibili; i suoi profili social sono zeppi di messaggi di connazionali che lo hanno appoggiato, sostenuto, incitato per tutta la durata del Mondiale: “Solleverai la Coppa del Mondo con le tue mani”, “Sampaoli non si è reso conto della qualità che sei”, “Qui dalla Spagna nessuno ha capito il perchè delle tue panchine”. Il trend continua invariato per tanti, tantissimi commenti: molti, troppi non hanno trovato un motivo alla sua esclusione. E un motivo non lo ha trovato nemmeno lui, Paulo, al di là delle frasi di circostanza che ha sempre fornito a tutti.
Considerando quanto conti l’appoggio dei tifosi dell’Albiceleste, possiamo dire che tra Dybala e la sua gente – calcistica, ma anche non – è iniziata già una storia d’amore. Tra mille difficoltà, il gioiello bianconero è apprezzato e considerato in Patria il futuro dell’ Argentina, a dispetto di tutto e tutti. E questo non può essere che un’ enorme molla per la Joya, da sempre innamorato della sua terra: saper aspettare, con i modi giusti e i giusti atteggiamenti, a quanto pare ricompensa.
In fondo, come dice questo tweet:
Daniela Russo