Dalle controversie ai trionfi, il percorso di Alessandro Del Piero con la Nazionale italiana che ha fatto sognare un intero paese.
Il percorso di Alex Del Piero tra gli Azzurri comincia dalle giovanili, nel 1991 con l’Italia U17 ai Mondiali di categoria, dove si mette immediatamente in mostra.
Da quel momento è una continua ascesa dall’Under 18 fino all’Under 21 allenata all’epoca da Cesare Maldini. Quella tra gli Azzurrini è una parentesi breve perché, appena ventenne, Del Piero si guadagna la Nazionale maggiore. È il 1995 e alla guida dell’Italia c’è Arrigo Sacchi.
Con la casacca azzurra Pinturicchio segnerà 27 gol, tanti quanti ne segnò Roberto Baggio; sono i quarti marcatori di sempre nella storia della Nazionale italiana. È una storia d’amore controversa quella tra Del Piero e l’Italia: in molti gli hanno recriminato delle prestazioni non all’altezza durante i tornei più importanti. Nessuna critica però ha mai scalfito la passione di Alex per la maglia azzurra.
L’Europeo del 1996 è una parentesi triste per la rappresentativa di Arrigo Sacchi, che schiera il giovane Del Piero in una sola occasione. Pinturicchio ritrova in panchina mister Maldini, che lo convoca per i Mondiali del 1998 in Francia. È il torneo della “staffetta” tra Del Piero e Roberto Baggio, complice l’infortunio rimediato da Alex in finale di Coppa dei Campioni, che lo fece arrivare ai Mondiali non in forma smagliante. Per Maldini è difficile scegliere tra l’esperienza del Divin Codino e il talento del giovane Del Piero, ecco perché i due non giocheranno mai insieme ma si contenderanno il posto in attacco. Alex viene sostituito da Baggio a metà gara oppure subentra al suo posto, in ogni caso il talento in campo non manca e tra i due scorre buon sangue.
L’esperienza in Francia è deludente per gli Azzurri ma comunque meno dolorosa dei successivi Europei del 2000 in Belgio e Paesi Bassi. In panchina Dino Zoff prende il posto di Maldini ma, complice un precedente infortunio, Del Piero non brilla. In finale gravano sulle sue spalle degli errori che costano il torneo all’Italia.
Nella fase di qualificazione ai Mondiali di Corea & Giappone del 2002 Alex è l’indiscusso protagonista. Una volta arrivati in Asia, però, Del Piero vive un’altra staffetta, stavolta con Francesco Totti. È anche il torneo in cui arriva la prima rete di Pinturicchio ad un Campionato del Mondo.
Un’Italia piena di talento, forse troppo e mal distribuito, sembra non riuscirsi a prendere le luci della ribalta. Nonostante ciò Del Piero accetta di non essere titolare indiscusso e lascia sempre il cuore in campo. Anche agli Europei del 2004 in Portogallo le aspettative su Alex e l’Italia vengono disattese, con Pinturicchio che nella fase di qualificazione aveva di nuovo acceso le luci della ribalta con cinque reti. La svolta, tanto voluta e meritata, arriva ai Mondiali del 2006.
La generazione di campioni azzurri ha un’ultima possibilità e non ha intenzione di sprecarla. Con Marcello Lippi alla guida della Nazionale italiana, Del Piero e Totti vivono una nuova staffetta com’era stato quattro anni prima. Non si può rinunciare a nessuno dei due ma non possono esserci due fantasisti in campo: uno subentra all’altro e gli esiti sono scoppiettanti. La rete tanto attesa di Pinturicchio arriva nel momento più importante… e che rete.
È il 4 luglio del 2006, la notte della semifinale contro la Germania, Alex ha già fornito l’assist per la rete del vantaggio di Grosso. La partita si chiude definitivamente dopo lo spunto in contropiede di Cannavaro e Gilardino, la palla arriva tra i piedi di Del Piero che la manda all’incrocio dei pali della porta tedesca come solo lui sa fare. Come solo i campioni sanno fare. La corsa e l’urlo di Del Piero dopo il gol è una delle immagini da brividi che il nostro Paese non dimenticherà mai. Pinturicchio metterà la sua firma anche in finale, dal dischetto, e alzerà al cielo la Coppa del Mondo sotto il cielo azzurro di Berlino.
All’apice del successo, irrimediabilmente, segue una parabola discendente. Il ruolo di Del Piero nell’Italia viene messo in discussione e il nuovo CT Roberto Donadoni preferisce che Alex giochi sulle fasce piuttosto che in attacco, nella sua posizione naturale. Pinturicchio è pronto a dire addio alla Nazionale se significa non poter giocare più nel ruolo preferito. Nonostante ciò Donadoni non può ignorare le sue ottime prestazioni con la Juventus durante la stagione e lo convoca comunque per Euro 2008, l’ultima grande competizione di Del Piero con l’Italia. Dopo aver indossato anche la fascia di capitano in più occasioni al posto di Cannavaro, Alex dice definitivamente addio alla maglia azzurra il 10 settembre 2008.
La gara contro la Georgia, valida per la qualificazione ai Mondiali in Sudafrica, è la conclusione dell’emozionante viaggio di Alessandro Del Piero con l’Italia. Un percorso costellato di successi e delusioni, di alti e bassi, di luci ed ombre. Una cosa è certa, Del Piero è uno di quei giocatori che ha messo d’accordo una nazione intera con il suo talento, la sua passione e la sua esemplare sportività. Rivedere le sue immagini con la casacca azzurra accende sempre il cuore degli italiani di ricordi felici.
Federica Vitali