Pietro Vierchowod, lo Zar come è stato soprannominato per le sue origini russe, è stato un difensore totale. Con lui la Sampdoria ha avuto le sue stagioni migliori, vincendo lo Scudetto nel 1991.
Hanno ragione a dire che sei Hulk: ti manca solo il colore verde.
Così disse divertito, dopo l’ennesimo “duello” in campo tra i due, Diego Armando Maradona che contro lo Zar, come è stato soprannominato, non è mai riuscito a segnare un gol.
Lo Zar in questione è ovviamente Pietro Vierchowod, carattere di ferro e determinazione a vendere frutto anche di un’educazione militaresca e rigida impartitagli dal papà, ex soldato dell’Armata Rossa stabilitosi dopo la guerra a Calcinate, in provincia di Bergamo.
Il calcio è la sua grande passione; allo sport Pietro dedica tutto il tempo libero che gli resta dal lavoro come apprendista idraulico.
Sedicenne, da giocatore dello Spirano approda alla Romanese, in serie D; viene notato dagli osservatori delle grandi squadre soprattutto per la sua velocità fuori dal comune e riesce ad accedere ad un provino con il Milan che non porterà a nulla perchè il suo ruolo di stopper è già coperto.
La svolta arriverà quando, militando nel Como che ottiene una doppia promozione e la Serie A nella stagione 1980 – 81, viene acquistato dalla Sampdoria che all’epoca è in Serie B.
Lo Zar però a retrocedere di serie è piuttosto restio; viene dunque assegnato in prestito alla Fiorentina prima e alla Roma poi per rientra ufficialmente nella Sampdoria, nuovamente in A, nel 1983.
La Sampdoria sarà la squadra nella quale maggiormente le sue straordinarie capacità verranno svelate tanto da fare di lui il perno della difesa per dodici stagioni con indosso la casacca blucerchiata numero 5.
Di quegli anni restano memorabili anche i suoi duelli con i grandi campioni della Serie A, tra questi i più spettacolari e leggendari con il rossonero Marco Van Basten che, come per Maradona, contro di lui non riesce ad uscirne mai vittorioso; non solo: durante uno di questi duelli sarà addirittura Pietro a segnare, cosa che la stampa dell’epoca riprende ironizzando sul fatto che lo stopper non solo tiene a bada il capocannoniere del campionato ma si trasforma anche in attaccante. Lo Zar diventa insomma non solo un difensore totale, uno dei più difficili da neutralizzare per gli avversari, ma un calciatore in grado di ricoprire più ruoli.
Tra l’altro, la Sampdoria vincerà lo Scudetto nel 1991 proprio dopo aver battuto anche il Milan (grazie ai rigori di Vialli).
Con lo Zar la Samp sarà una vera “Armata” che ha avuto i suoi tempi migliori vincendo 4 Coppe Italia, 1 Coppa delle Coppe, uno Scudetto appunto.
E dire che prima dello Scudetto, la Sampdoria è quasi sul punto di cedere quell’assoluto fuoriclasse che tutte le squadre si contendono; ma lo Zar è irremovibile, il suo obiettivo è lo Scudetto appunto.
Nel 1995 Vierchowod indosserà la maglia bianconera per una stagione soltanto ma riuscendo a conquistare la Champions che tre anni prima si era visto scivolare via a Wembley.
Dalla Juventus passerà al Piacenza per chiudere il cerchio rispondendo alla chiamata di quel Milan che lo aveva rifiutato al primo provino.
E sarà proprio l’imbattibile e determinato Zar, nonostante i suoi quarant’anni, a portare i rossoneri verso il superamento della crisi in cui erano sprofondati.
Questo è stato Vierchowod, un campione determinato, capace e con un notevole spirito di sacrificio.
Silvia Sanmory