Parma, il divorzio consensuale con Daniele Faggiano è un faro che si spegne

Dal 7 dicembre 2016 a oggi, con Faggiano il Parma ha ottenuto due promozioni e altrettante salvezze nel massimo campionato ma l'avventura del ds in Emilia termina: ora lo aspetta il Genoa

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Era il 7 dicembre 2016 quando la conduzione dell’area tecnica del Parma Calcio 1913, all’epoca militante in Lega Pro, veniva affidata a Daniele Faggiano.

L’arrivo del Ds leccese segnò l’inizio di un ciclo che a Parma e negli annali della storia del calcio rimarrà sempre impresso: la famosa, scalata dalla Serie C alla Serie A.

Proprio per questi motivi, l’ormai ufficiale addio di Faggiano è arrivato come un fulmine a ciel sereno per la tifoseria crociata che si aspettava, dato anche il probabile nuovo assetto societario previsto ad ottobre, di fare il tanto atteso salto di qualità con l’uomo di mercato che ha fatto sognare.

faggiano parma
fonte immagine: sito ufficiale http://parmacalcio1913.com

Il bilancio, quindi, del classe 1978 rimane comunque positivo con ben due promozioni consecutive e due salvezze, di cui l’ultima portata casa senza neanche troppi patemi.

Ovviamente merito anche suo, oltreché di mister D’Aversa, poiché il direttore ha portato alla piazza gialloblù innesti importanti.

A partire proprio dalla Lega Pro dove inserisce in rosa Iacoponi e Scozzarrella che ora sono, sopratutto il primo, pilastri fondamentali della squadra. Passando poi per Gagliolo e Barillà, anche loro essenziali nel modulo dell’allenatore abruzzese. Per arrivare poi alla massima serie, dove il ds di Copertino è riuscito a togliersi qualche soddisfazione: l’operazione Gervinho durante un calciomercato difficile; il ritorno in Italia Kucka e Darmian; la fiducia data a Bruno Alves, nonostante l’età, compresa la figura di capitano.

Infine non si può non riconoscere la capacità di riuscire ad instaurare canali di mercato con società blasonate come il Napoli, che ha “donato” al Parma, Sepe, Inglese, Grassi e Pezzella; l’ Inter e l’ Atalanta, non ultima per importanza vista la vincita della “scomessa” Kulusevski e dell’intuizione Cornelius, che ha chiuso il campionato come capocannoniere gialloblù.

È la fine di un ciclo che primo o poi, purtroppo o per fortuna, doveva arrivare.

La tifoseria gialloblù sicuramente assocerà a Daniele Faggiano sempre ricordi positivi e gli conferirà per sempre un posto speciale nella scalata storica della società.

Questo concetto, viene infatti, ribadito anche dal Presidente Pizzarotti:

Le nostre strade prendono cammini differenti  ma l’affetto e l’amicizia resteranno per sempre. In questi quattro anni con il Direttore c’è stato un rapporto particolare. Schietto, sincero, intenso. Anche questo è stato uno dei fattori che ci ha permesso di crescere insieme. Quando Daniele ci ha fatto capire di voler cercare nuovi stimoli e di volere mettersi alla prova in un progetto dove avrà responsabilità ancora più ampie, seppure con dispiacere, abbiamo pienamente compreso la sua scelta. Gli auguriamo di continuare a togliersi soddisfazioni nelle sue future esperienze professionali, con la consapevolezza da parte di entrambi che il lavoro svolto insieme rimarrà per sempre nella storia del Parma”. 

Parole a cui Faggiano ha risposto per dare il suo ultimo saluto:

Questa società, dalla proprietà a tutti i dipendenti, rappresenta per me una famiglia. Per questo non è stata una scelta facile ma dopo un’attenta riflessione ho ritenuto fosse la più corretta nei confronti di me stesso e delle persone con cui ho condiviso questi anni lavorativi. Ritengo sia giusto salutarci al termine di questa stagione dopo il lungo cammino intrapreso insieme, ricco di ostacoli ma soprattutto di grandi gioie.

Quando sono stato chiamato dal Parma non ho pensato alla categoria, ma a quello che mi avrebbe dato dal punto di vista emotivo un’esperienza come questa: ho detto sì senza pensarci un secondo, perché credevo assolutamente che ci fossero le basi per quello che poi abbiamo ottenuto meritatamente stagione dopo stagione.

Dopo quattro anni intensissimi ho capito che avevo bisogno di una nuova sfida perché sento di aver dato tutto me stesso, e non riuscirei a trovare dentro di me quel qualcosa in più che ritengo necessario per svolgere al meglio il mio lavoro. Con grande trasparenza l’ho comunicato ai soci di Nuovo Inizio, che hanno compreso la mia scelta e mi hanno dato l’ennesima prova che questa è una famiglia che porterò sempre nel cuore”. 

Ora, in attesa della nomina del nuovo ds gialloblù, non resta che ringraziare Daniele e augurargli un grosso in bocca al lupo per la sua nuova avventura al Genoa, con la promozione ad amministratore delegato.

Una volta Vecchioni cantava “Luci a San Siro non se ne accenderanno più…”, in questo caso un faro al Tardini si spegne, chissà che non se ne accenda uno più grande, magari proprio l’amico Dario Baccin, attuale vice di Piero Ausilio.

 

Giorgia Macchia