Il Parma calcio nasce sulle note di uno dei più grandi maestri della musica: Giuseppe Verdi. Fu infatti in seguito a una celebrazione del grande compositore parmigiano che, nel 1913, undici ragazzi indossarono le divise gialle e blu per giocare a calcio in quella che, in onore del Maestro, si chiamava Verdi Football Club. Qualche mese più tardi da quel gruppo nacque il Parma Football Club e con esso l’inizio della storia del calcio a Parma e dei suoi giocatori, in campo con una croce sul petto che richiamava lo scudo della città, e che ancora oggi, a distanza di cento anni, è il simbolo della squadra. Il Parma è una delle cosiddette “sette sorelle”. È l’ultima squadra ad aver portato in Italia la Coppa UEFA (se volete chiamatela Europa League, il concetto è lo stesso). Il Parma è stato il trampolino di lancio di molti talenti. A Parma si sono messi in luce giocatori e allenatori che hanno scritto e stanno ancora scrivendo pagine di storia del calcio.
Carlo Ancelotti: a 16 anni entra nelle giovanili del Parma. Ha esordito con la maglia crociata nella stagione 1976-77, in serie C. Ventuno presenze (con otto reti) nell’anno successivo Ancelotti è ormai diventato un tassello fondamentale della formazione parmense. Con l’arrivo di Cesare Maldini sulla panchina viene schierato come attaccante arretrato alle spalle delle punte. Ancelotti è l’eroe della promozione che regala la Serie B al Parma. Nel 1996 tornerà in veste di allenatore. e centra la qualificazione in Champions League. In Emilia arrivano un Hernan Crespo ancora sconosciuto, Enrico Chiesa e Ze Maria. L’amarezza più grande è che la società e soprattutto Ancelotti non considerano Zola come uno dei possibili leader del nuovo Parma e per questioni tattiche lo fanno emigrare a Londra.
Gianfranco Zola: dal Napoli si trasferisce, nel giugno 1993, al Parma per 13 miliardi di lire. Con gli emiliani vince la Supercoppa UEFA 1993 e la Coppa UEFA 1994-1995 consacrandosi come uno dei giocatori più talentuosi in Italia e trascinando la squadra vicino alla conquista dello scudetto. Dalla stagione 1995-1996, Zola trova meno spazio in squadra a causa dell’arrivo di Stoichkov che occupava la sua stessa posizione in campo, causando un dualismo tattico tra i due. Quando nel 1996 arriva sulla panchina del Parma Carlo Ancelotti, viene schierato sulla fascia sinistra di centrocampo lasciando l’attacco a Crespo e Chiesa. Stanco di questo ruolo conclude la sua esperienza al Parma, con il quale aveva disputato 102 gare di campionato e realizzato 49 gol.
Hernan Crespo: arriva a Parma nell’agosto 1996, appena ventunenne. Giovane e sconosciuto nella prima stagione totalizza 27 presenze e 12 gol in campionato. Nella seconda stagione segna altri 12 gol in 25 partite di campionato, mentre la terza è quella dei successi: in campionato tocca quota 16 reti, vince la Coppa UEFA, la Coppa Italia contro la Fiorentina con Crespo che segna in entrambe le finali e ad agosto la Supercoppa Italiana contro il Milan segnando una rete. Nell’annata 1999-2000 realizza 22 gol in campionato. Finora è il miglior marcatore in Serie A degli emiliani.
Enrico Chiesa: si trasferisce al Parma dove forma una coppia fantastica con Crespo e vince anche una Coppa UEFA e una Coppa Italia. Nel triennio in Emilia diventa anche, con 16 gol, il miglior marcatore della squadra gialloblu nelle coppe europee.
Il dopo Ancelotti sarà affidato ad Alberto Malesani. Intanto però c’è da registrare la consacrazione di un trittico difensivo di giovani promesse che sono poi diventate, oggi, campioni riconosciuti internazionalmente. Lilian Thuram, Fabio Cannavaro, e un portiere giovanissimo ma dal futuro radioso, Buffon.
Lilian Thuram: il francese vive la sua prima esperienza fuori i confini nazionali proprio nel Parma. Arriva dal Monaco per 10,5 miliardi di lire. Nella sua prima stagione in Italia conquista il secondo posto nel campionato italiano perso per due punti, ma che gli permette la partecipazione alla Champions League. Nel 1998-1999 vince la Coppa Italia e la Coppa UEFA, mentre nella stagione successiva conquista la Supercoppa italiana. Nel 2001 raggiunge la finale di Coppa Italia prima di lasciare il club emiliano al termine della stagione.
Fabio Cannavaro: nel 1995 il giovanissimo scugnizzo napoletano arriva a Parma per 13 miliardi di lire. Sette stagioni in cui brilla e vince: due Coppa Italia (1998-1999 e 2001-2002), una Supercoppa italiana (2000) e una Coppa UEFA (1998-1999). Il Parma è stato per il difensore napoletano il trampolino di lancio di una carriera coronata con il Pallone d’oro.
Gianluigi Buffon: nella sua carriera prima della Juve il Parma. Prima del Parma era centrocampista. Arriva ad appena 13 anni, il 13 giugno 1991. Acquistato per 15 milioni di lire pagabili in due anni dalla squadra della sua città natale. Il giovane centrocampista, nelle giovanili dei ducali è costretto a giocare in porta, vista la contemporanea assenza di entrambi i portieri infortunati e, dopo due sole settimane, conquista tra i pali il posto di titolare. Da quel momento in poi inizia la carriera da portiere che lo porterà ad essere riconosciuto tra i più nel ruolo forti di tutti i tempi. Esordisce in serie A in seguito all’infortunio del portiere titolare, Luca Bucci. Era il 19 novembre 1995, Parma- Milan, Buffon aveva appena 17 anni ma fu uno dei migliori in campo. La stagione successiva (1996-1997) è già titolare della squadra, con la quale colleziona 27 presenze, e l’anno successivo esordisce in Nazionale. Negli anni in cui veste la maglia parmigiana conquista il titolo di Campione d’Europa Under-21 nel 1996, una Coppa UEFA, una Coppa Italia ed una Supercoppa italiana nel 1999. In gialloblu è cresciuto sotto la guida del preparatore dei portieri Ermes Fulgoni, che lo stesso Buffon ha ritenuto essere stato il suo maestro.
Prima di tutti loro, il Parma dei primi anni novanta ha fatto conoscere a tutti noi uno sconosciuto colombiano. Ricordate le celebri capriole di Asprilla?
Faustino Asprilla: viene acquistato nel 1992 per pochi miliardi di lire dal Parma (ancora una società emergente del nostro calcio, in serie A da appena due anni). Dopo un breve periodo di ambientamento e qualche diffidenza iniziale da parte dell’allenatore Scala, riesce ad imporsi e chiude la prima stagione con 27 presenze e 7 gol in campionato. Asprilla, assieme a Gianfranco Zola, solleva la Supercoppa UEFA 1993. Si fa conoscere a livello internazionale contribuendo in modo decisivo, con quattro reti, al primo successo europeo degli emiliani: la Coppa delle Coppe nel 1993. Chiuderà la prima esperienza emiliana alla fine dell’anno solare 1995, con un totale di 84 presenze e 25 gol in campionato, 24 presenze e 9 gol nelle coppe europee, e tre trofei conquistati: una Coppa delle Coppe (1993), una Coppa UEFA (1995) e una Supercoppa Europea (1994).
Dal 2000 cambia tutto, pian piano sono stati venduti i pezzi pregiati e si è puntato su giovani di prospettiva, che hanno più o meno brillato: Di Vaio, poi Mutu e Adriano che nella stagione 2002-2003 hanno realizzato 33 gol in coppia. Nel 2003-04, in seguito allo scandalo Parmalat molti giocatori sono stati venduti ma il destino ha voluto che il Parma trovasse nel giovane attaccante Alberto Gilardino il suo nuovo leader (23 le reti realizzate, diventando così il miglior marcatore di sempre dei crociati in serie A).
Alberto Gilardino: arriva a Parma nel 2002, fortemente voluto dall’allenatore Cesare Prandelli. Nella sua prima stagione fa coppia con Mutu. L’anno successivo avviene la sua affermazione esplosiva: mette a segno 23 gol in campionato, ben 17 dei quali nel solo girone di ritorno, durante il quale diventa stabilmente titolare. Al termine del campionato raggiunge il secondo posto nella classifica marcatori italiana, preceduto per un solo gol da Shevchenko; è comunque il miglior marcatore italiano. Segna inoltre 3 gol in Coppa UEFA. Nel suo terzo campionato a Parma (2004-2005) si ripete con altri 23 gol in campionato è nuovamente secondo nella classifica marcatori, preceduto (ancora per un solo gol) da Cristiano Lucarelli. Con le sue reti e le sue prestazioni trascina la squadra verso la salvezza.
Il dopo-Gila vede in attacco l’arrivo a Parma di Corradi. Poi una serie di buoni calciatori in prestito: il giovane Giuseppe Rossi, già campione d’Italia con gli allievi gialloblu qualche anno prima, Paloschi, Giovinco, Okaka. Ultimissimo talento in ordine cronologico a vestire la maglia crociata è stato Cassano.
Antonio Cassano: avventura con la maglia emiliana fatta di alti e bassi, come tutta la sua carriera. Approda a Parma nel 2013 con un contratto di tre anni. Nella sua prima stagione a Parma mette a segno 12 gol e 7 assist contribuendo in maniera significativa al sesto posto del Parma. Ma gli eventi ultimi del club emiliano sono fatali e lo portano alla rescissione del contratto.
Il Parma, che negli anni ha saputo regalare grandi campioni, è stata protagonista di emozionanti vittorie e ha scritto pagine di storia del calcio italiano purtroppo è vittima di una situazione paradossale. Presidenti e dirigenti sprovveduti hanno rovinato un club storico, ma non potranno mai cancellare quanto in un secolo di storia ha saputo regalare il Parma Calcio.
Caterina Autiero