Paolo Maldini e la lotta contro un nemico invisibile: il coronavirus

Le parole di Maldini dopo l'esperienza vissuta - da lui e da suo figlio Daniel - del Covid 19

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“AC Milan comunica che il Direttore dell’Area Tecnica del Club Paolo Maldini, venuto a conoscenza di aver avuto un contatto con una persona positiva e avendo in corso sintomi da virosi, è stato sottoposto ieri a tampone che è risultato positivo al Coronavirus. Allo stesso modo il figlio Daniel, attaccante della Primavera rossonera aggregato alla Prima Squadra”.

Con questo comunicato, qualche giorno fa, i rossoneri comunicano ai tifosi e ai media la positività al Covid-19 di Paolo e Daniel Maldini. Sono i primi due casi del club milanese, ma non i primi in Serie A.

Il coronavirus aveva già scosso infatti club come la Juventus, la Sampdoria, la Fiorentina e il Verona. 

 

Il direttore tecnico del Milan, tramite un post su Instagram, ha voluto però rassicurare tutti i tifosi sulle condizioni sue e del figlio: “Con questo video volevo ringraziare tutte quelle persone che hanno fatto arrivare, attraverso i social e attraverso i messaggi, tutta la loro preoccupazione e tutto il loro amore per le condizioni di salute mie e di mio figlio. Noi stiamo bene, dovremmo riuscire a debellare questo virus in una settimana, comunque grazie per il vostro affetto che non manca mai”. Maldini ha poi raccontato, in un’intervista al Corriere della Sera, i giorni difficili della malattia: 

Sapevo di averlo perché sentivo che non era come le altre volte, e poi avevo fatto il vaccino per l’influenza. Io conosco il mio corpo, un atleta conosce se stesso. I dolori sono particolarmente forti e poi senti come una stretta al petto. È un virus nuovo. Il fisico combatte contro un nemico che non conosce”.

Official Instagram
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Sin dai primi sintomi, dolori alle articolazioni e ai muscoli, l’ex difensore ha scelto di rimanere a casa, non è andato a Milanello e non è andato all’ultimo match del Milan contro il Genoa. Ma la conferma della positività al Covid-19 è arrivata solo qualche giorno fa. Prima infatti non è stato possibile fare il tampone perché i sintomi presentati, anche se forti, erano quelli di un normale influenza: 

Poi ho scoperto che un amico, che avevo incontrato il 23 febbraio, era positivo, come un’altra persona che lavora con me. Non sappiamo chi ha iniziato la catena. Mia moglie ha avuto un’influenza molto strana, è stata tre settimane a letto. Verso metà febbraio, il nostro primogenito, Christian, che ha 23 anni e vive con noi, ha avuto una brutta influenza, in famiglia forse è quello che è stato peggio di tutti. Io ho avvertito i primi sintomi giovedì 5 marzo. Certo, un po’ di preoccupazione ti viene. Un mio amico ha avuto problemi respiratori, è ricoverato all’ospedale di Legnano, non dorme, ha gli incubi. A me è andata meglio. Comunque sono qui confinato da diciotto giorni con la mia famiglia. Ho ancora un po’ di tosse. Ho perso gusto e olfatto, speriamo tornino. È stata come un’influenza un po’ più brutta. Ma non è una normale influenza”. 

L’ex numero 3 del Milan ha colto anche l’occasione per ringraziare tutte le persone che combattono in prima linea contro la pandemia: medici, infermieri, protezione civile e Croce Rossa.

Ricordiamo sempre che la miglior difesa rimane: restare a casa. 

 

Alessandra Cangialosi